Energia eolica

Energia eolica: scenari attuali e prospettive future

Fin da tempi antichissimi l’uomo ha compreso il potenziale dell’energia eolica. Nell’Antico Egitto, in Grecia e nell’Impero romano si utilizzava la forza del vento per far muovere le imbarcazioni a vela. Più tardi, nel IX secolo d.C., si utilizzavano in Europa i mulini per trasformare il vento in energia meccanica. Questa energia serviva per azionare macine e pompe idrauliche; grazie a queste ultime, nel Seicento gli olandesi prosciugarono i polder sotto al livello del mare, riuscendo a conquistare preziosi lembi di terra da coltivare. Un secolo più tardi, i mulini a vento erano talmente diffusi in Olanda, da diventarne il simbolo nazionale.

Passo dopo passo, si è arrivati alla fine dell’Ottocento a costruire le prime turbine eoliche per generare energia non più meccanica, bensì elettrica. Fino ai giorni nostri, in cui costruiamo parchi eolici sul mare per sfruttare le correnti più stabili ed elevate che si formano lontano dalle coste. E questo è solo l’ultimo modo che abbiamo trovato per sfruttare l’energia pulita del vento.

La giornata del vento

Il 15 giugno si è celebrato il Global Wind Day, la Giornata mondiale del vento, dedicata alla sensibilizzazione sul tema dell’energia eolica. La giornata è stata promossa in Italia da A.N.E.V. Associazione Nazionale Energia del Vento, che comprende oltre 2.000 operatori dell’energia ricavata da fonti eoliche.

Lo scopo di una giornata dedicata all’energia eolica è quello di diffondere il più possibile la conoscenza di questa fonte rinnovabile presso il grande pubblico. Non sono mancati eventi e iniziative divertenti, come il reel pubblicato per l’occasione sui profili Instagram di A.N.E.V. e di Le Coliche in cui, con simpatica ironia, viene proposta una riflessione sulla necessità di non tardare ulteriormente nella diffusione delle energie rinnovabili.

Il 15 giugno, Legambiente ha invece presentato la seconda edizione di Parchi del vento: una guida turistica unica nel suo genere, dedicata al turismo eolico. Il volume e il sito Internet trasformano i diciotto parchi eolici italiani in vere e proprie mete per escursioni, con tanto di cartine geografiche, informazioni turistiche, storie e aneddoti curiosi.

Il turismo eolico

Il turismo eolico si propone come una forma di turismo di prossimità, lontano dal turismo di massa, dedicato alla valorizzazione dei territori. Andando alla ricerca delle macchine del vento lungo i percorsi segnalati dalla guida, si potranno conoscere luoghi suggestivi immersi nella natura. Dalle montagne della Liguria affacciate sul mare, a Maratea, ai colli toscani e siciliani, all’entroterra dei piccoli paesi di Abruzzo, Molise, Campania, fino al primo parco eolico marino italiano di Taranto.

La Guida Parchi del Vento racconta anche le storie di alcuni parchi eolici fuori dal contesto italiano, ad esempio di Danimarca, Scozia, Stati Uniti e Germania. Proprio qui, a circa novanta km da Berlino, è nato il primo paese tedesco completamente indipendente dalla rete elettrica nazionale. Il suo segreto è lo sfruttamento di un mix di fonti energetiche rinnovabili.

energia eolica

I numeri del settore eolico

La Giornata Mondiale del Vento è stata anche l’occasione per fare qualche riflessione sul tema della diffusione dell’energia eolica. Nel momento storico in cui viviamo assume contorni sempre più attuali la necessità di rendere l’Italia indipendente, in fatto di forniture energetiche, dal resto del mondo.

L’energia eolica nel Continente europeo

Il nostro Paese si colloca non troppo bene nell’ultimo rapporto annuale stilato da World Wind Energy Association (WWEA), l’Associazione Mondiale dell’Energia Eolica. Nel corso del 2021 l’Italia ha installato solo 0,3 Gigawatt di potenza eolica in più rispetto all’anno precedente, passando dai 10,8 GW del 2020 agli attuali 11,1 GW.

Nella classifica del nostro Continente, al primo posto si trova il Regno Unito che nel 2021 ha aggiunto 2,6 GW di nuova potenza eolica (26,8 GW complessivi); a seguire la Svezia con 2,2 GW (12,1 GW); la Turchia con 1,8 GW (11,1 GW); la Germania con 1,7 GW (64 GW); la Francia con 1,1 GW (19 GW); la Danimarca con 0,9 GW (7,1 GW); la Spagna con 0,7 GW (28,1 GW). La Grecia ha conseguito gli stessi risultati dell’Italia, raggiungendo i 4,4 GW complessivi.

L’energia eolica nel resto del mondo

Nel resto del mondo, tra i Paesi industrializzati, la Cina si colloca al primo posto della graduatoria relativa all’energia eolica: nel 2021 ha installato infatti 55,8 GW di nuova potenza, battendo il suo record del 2020 di 52 GW e raggiungendo il numero complessivo di 346 GW. A seguire gli Stati Uniti, con 12,5 GW nuovi nel 2021 (135 GW complessivi); e al terzo posto il Brasile, con 3,4 GW e una potenza complessiva di 21,8 GW; poi India, Sudafrica, Canada. Fanalino di coda: il Giappone, che nel 2021 ha installato solo 0,2 GW di eolico in più rispetto al precedente anno, arrivando a un totale di 4,5 GW installati.

Sempre secondo il rapporto dall’Associazione mondiale dell’energia eolica, la capacità di tutte le pale eoliche del mondo alla fine del 2021 ha superato 840 GW. Si tratta dell’equivalente di una produzione energetica capace di sostenere più del 7% della domanda globale di elettricità. Nell’anno precedente, il 2020, la capacità era invece di 742,5 GW.

Quindi il bilancio annuale 2021 della crescita mondiale delle installazioni si è chiuso con un 13% di nuove installazioni, registrando un leggero calo rispetto al 2020 (14%). Questo bilancio lascia però intravedere una certa costanza nel ritmo di crescita rispetto ai precedenti anni: nel 2019 era il 10%, mentre nel 2018 il 9%.

La diffusione dell’energia eolica in Italia

In Italia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede nuovi investimenti legati alle energie rinnovabili; ma, per il momento, nella graduatoria dell’energia eolica dei paesi industrializzati, l’Italia sembra destinata a restare ancora un po’ indietro.

Nel Rapporto Scacco matto alle rinnovabili pubblicato a gennaio 2022, Legambiente ha rappresentato i motivi di questi ritardi. Alcuni sono legati a ragioni pratiche, ma sembrano destinati a poter trovare la loro soluzione grazie alla messa a punto di nuove tecnologie più evolute e più economiche rispetto a quelle esistenti.

I problemi tecnici dell’energia eolica

È il caso dei costi di realizzazione dei parchi eolici e della necessità di creare nuove infrastrutture idonee a collegare i parchi con la rete nazionale elettrica; la questione più complessa riguarda in particolare la costruzione di elettrodotti necessari per i parchi eolici marini.

Poi c’è la questione ancora da definire dello smaltimento dei parchi eolici arrivati a fine vita. E’ necessario un ripensamento dei processi di smaltimento di acciaio e di fibra di vetro, di cui i parchi eolici sono composti. Lo scopo è quello di minimizzare il costo indiretto in emissioni di carbonio, anche nel momento della dismissione dei parchi eolici.

Energia in eccesso

Altro aspetto da definire riguarda l’eccesso di energia. Nei momenti di massimo funzionamento, i parchi eolici producono più energia di quella assorbibile dalla rete elettrica nazionale. Per immagazzinare il surplus vengono impiegati sistemi di pompaggio idroelettrici realizzati con bacini d’acqua sopraelevati. Quando il parco produce poca energia, l’acqua viene lasciata fluire a valle e trasformata in elettricità da alcune turbine collocate nelle vasche. Quando il parco è al massimo funzionamento, l’eccesso di energia viene utilizzato per pompare nuovamente l’acqua verso la parte sopraelevata del bacino. Il sistema così è pronto a ricominciare il ciclo dello svuotamento che aziona le turbine. Per realizzare questa sorta di batteria meccanica è necessario avere a disposizione abbondanza d’acqua e un terreno sopraelevato; situazione assai difficile nei casi di parchi eolici marini e per i quali al momento sono in corso studi per trovare sistemi alternativi.

I problemi burocratici dell’energia eolica

Altre ragioni del ritardo nella diffusione dell’energia eolica in Italia, riportate nel Rapporto di Legambiente, sono connesse con il nostro complesso sistema normativo. Le leggi che regolano la materia non sono sempre chiare e univoche. In più, il complesso regime autorizzativo da parte di Regioni e Soprintendenze in materia di valutazione di impatto ambientale soffre talvolta di appesantimenti procedurali.

Di certo, l’aspetto paesaggistico e ambientale del settore eolico non è di poco conto. Ma come emerge da alcuni dei venti casi emblematici riportati da Legambiente, c’è da augurarsi una semplificazione della burocrazia, onde evitare anche il blocco dei progetti futuri.

L’energia eolica come risposta alla crisi climatica

Il vento continua a rappresentare una preziosa fonte rinnovabile. Sembrano rassicuranti le tendenze di crescita nella realizzazione degli impianti, nonostante l’esistenza di ostacoli tecnici, geografici e burocratici. Se da un lato l’energia eolica probabilmente non è destinata da sola a soddisfare la maggior parte del fabbisogno energetico mondiale, resta comunque un elemento essenziale e imprescindibile del quadro delle fonti rinnovabili con cui, si spera, arriveremo a realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi per restare al di sotto di 1.5°C di aumento della temperatura globale.


 

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