Ariston

Donne a Sanremo: la rivoluzione comincia da qui

Si è da poco conclusa la 74esima edizione del Festival di Sanremo, il quinto e ultimo (per ora) per Amadeus. Tra i co-conduttori di questa edizione Marco Mengoni, Giorgia, Teresa Mannino, Lorella Cuccarini e l’ormai immancabile Fiorello.

Gli artisti in gara erano trenta, di cui tre i primi classificati a Sanremo Giovani 2023. Tuttavia, pur essendo aumentato il numero totale di concorrenti in gara, è rimasto invariato – e piuttosto basso – il numero di donne che hanno partecipato alla kermesse: quest’anno erano nove, meno di un terzo del totale (arriviamo a dieci solamente contando anche Angela Brambati, voce dei Ricchi e Poveri).

Clara, Diamanti grezzi

Per molti, Clara è conosciuta come Crazy J di Mare fuori, ma, nella vita reale, la sua vera passione è la musica: fin da piccola, si divertiva a suonare la pianola regalatale dal nonno. Nonostante la sua ribellione alle lezioni di pianoforte, a 11 anni ha iniziato a studiare canto. Sebbene arrivi al Festival dopo aver vinto Sanremo Giovani, Clara ha già al suo attivo i tre Dischi di platino di Origami all’alba.

I Diamanti grezzi del suo brano – con il quale si posiziona ventiquattresima –  siamo tutti noi: è un invito universale ad accettare le proprie insicurezze e a riscoprirsi ogni giorno. Un’introduzione orchestrale avvolgente apre Diamanti grezzi e sottolinea la brillante vocalità di Clara, per poi trasformarsi in un brano dal ritmo più incalzante, con sonorità contemporanee.

Nella serata delle cover, Clara ha scelto di duettare con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino sulle note de Il cerchio della vita, riportandoci alla nostra infanzia con la colonna sonora di uno degli indimenticabili capolavori targati Disney.

Rose Villain, Click boom!

Da Milano a New York, da New York all’Italia, e dall’Italia a Sanremo, il crocevia inevitabile per un’artista come Rose Villain, che da anni percorre il mondo nel suo cammino artistico. Al Festival presenta Click boom!, brano nato durante l’estate e ispirato a un sogno tradotto in melodie. Nel testo Rose ci mostra la sua duplice anima: quella più delicata e quella più ambiziosa. Per Rose Villain, questa è soprattutto l’opportunità di conquistare il pubblico italiano. Lei si sente molto sicura della sua musica e si è posta degli obiettivi precisi.

Il Click boom! del titolo rappresenta il rumore di un colpo di pistola, poiché è un “amore [che] è come un proiettile”. Il brano – ventitreesimo nella classifica finale – inizia quasi come una ballata, ma poi esplode in un ritmo accattivante con un ritornello onomatopeico.

Un anno fa Rose Villain accompagnava Rosa Chemical nella serata cover con America di Gianna Nannini. Quest’anno, Rose ha invitato la stessa Gianna a duettare con lei, con un meraviglioso medley composto da tre brani famosissimi di quest’ultima: Scandalo, Meravigliosa creatura e Sei nell’anima.

BigMama, La rabbia non ti basta

BigMama, una delle nuove voci emergenti nel panorama rap italiano, l’anno scorso ha condiviso il palco del Festival con Elodie nella serata dei duetti. Ora si presenta da sola all’Ariston con La rabbia non ti basta, un brano aggressivo che affronta temi di trasformazione e riscatto. BigMama spiega che è un brano dedicato alla sé stessa del passato e a tutti gli ostacoli superati. Nonostante la giovane età, come molti suoi colleghi di quest’anno, BigMama affronta la sua partecipazione al Festival con entusiasmo.

La rabbia non ti basta è un brano veloce che sfrutta il ritmo e la grinta vocale di BigMama. La canzone, che si piazza al ventiduesimo posto, rappresenta una confessione profonda e personale, narrando un percorso di trasformazione e riscatto da un passato segnato da violenza e crisi interiore.

 

Per la quarta serata del festival, BigMama forma una squadra a dir poco strepitosa, composta da Gaia, Sissi e la Niña: le quattro cantanti, grazie alle loro energiche voci, sono state in grado di realizzare melodie meravigliose sulle note di Lady Marmalade.

Fiorella Mannoia, Mariposa

La prima partecipazione di Fiorella Mannoia al Festival di Sanremo risale al lontano 1981 con Caffè nero bollente. L’ultima, sette anni fa, con Che sia benedetta, la vide classificarsi al secondo posto. Nel mezzo, due Premi della critica. Quest’anno, Fiorella fa il suo ritorno per la sesta volta con Mariposa. La cantante spiega che si tratta di un brano manifesto sulle donne, un elenco di figure femminili diverse, tutte però con lo stesso orgoglio e con la stessa dignità.

Mariposa – con la quale Fiorella si posiziona al quindicesimo posto in classifica e riceve il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo – è un brano ritmato che gioca con il folklore latino, come si evince anche dal testo. Quest’ultimo restituisce il ritratto complesso e sfaccettato di un personaggio femminile dai contorni quasi mitologici, rappresentando ogni donna mai vissuta.

 

Fiorella Mannoia ha deciso di portare con sé sul palco Francesco Gabbani, per cantare insieme a lui le canzoni con le quali i due cantanti hanno partecipato al festival di Sanremo nel 2017, Che sia benedetta e Occidentali’s Karma (rispettivamente al secondo e al primo posto di quell’edizione).

Emma, Apnea

Emma fa il suo ritorno in gara al Festival per la quarta volta. Dopo aver vinto nel 2012 e partecipato come ospite, e dopo aver co-condotto l’evento nel 2015, è ormai una veterana. Quello dell’Ariston è un palco che regala adrenalina, la lascia senza fiato, la trattiene in Apnea per una settimana. Il suo timore più grande, sin da piccola, è proprio quello di rimanere senza voce. Il suo obiettivo per questo Festival è invece quello di sorridere, anche con il cuore.

Sull’Ariston, ha deciso di sorprendere con i suoni elettronici e profondi del suo nuovo brano ritmato, arrivando così quattordicesima nella classifica finale. Nel testo di Apnea, si vuole raccontare un sentimento che finalmente sente il bisogno di chiedere scusa, ma che si scopre ancora capace di togliere il respiro.

 

Al fianco di Emma nella serata dei duetti c’era Bresh, il quale ha accompagnato la cantante in un romanticissimo medley composto da tre brani di Tiziano Ferro: Imbranato, Non me lo so spiegare e Sere nere.

Alessandra Amoroso, Fino a qui

Alessandra Amoroso arriva per la prima volta in gara al Festival con un’impressionante serie di numeri alle spalle. Fino a qui è una ballad che affronta le difficoltà della vita quotidiana e la capacità di rialzarsi con forza. La “debuttante” Alessandra rivela le sue emozioni riguardo al Festival, le sue paure e la sua voglia di partecipare a un’esperienza per lei completamente nuova, posizionandosi al nono posto in classifica.

Il brano è ambientato in una Roma notturna e addormentata. Nel ritornello della trascinante ballata, la protagonista si paragona alla Sally di Vasco Rossi, non trattando l’amore in senso romantico, ma descrivendo una lunga caduta da un metaforico grattacielo (citando il film L’odio). Tra le firme della musica e del testo compaiono anche i nomi di Takagi & Ketra.

 

Nella quarta serata del festival, Alessandra Amoroso duetta con i BoomDaBash, band con la quale la cantante ha già collaborato in diverse occasioni: portano sul palco Le radici ca tieni, Mambo salentino e Karaoke, tre dei loro brani che hanno fatto da sfondo nelle estati passate.

Loredana Berté, Pazza

Nel 2008, a Loredana Berté è stato conferito il “Premio alla carriera città di Sanremo”. Nel 2019, dopo le standing ovation e il quarto posto con il brano Cosa ti aspetti da me, ha ricevuto il “Premio Pubblico dell’Ariston”. Ora, la cantante torna in gara tra i Big per la dodicesima volta con un brano dal titolo Pazza: un vero inno all’amor proprio. L’artista dedica il pezzo “a tutti quelli che sono folli, perché follia per me fa rima con libertà” e a sua sorella: con questo brano, oltre a raggiungere il settimo posto nella classifica finale, la cantante si aggiudica proprio il premio della Critica intitolato a Mia Martini.

È un brano 100% Berté nel testo, nell’arrangiamento e nella melodia. La canzone è caratterizzata da un sound rock e tirato. Pazza celebra l’amore verso sé stessi e la consapevolezza di smettere di odiarsi, dando poco peso alle opinioni altrui per ritrovare la vera gioia di vivere.

 

Al fianco di Loredana, nella serata delle cover, c’era Venerus, che l’ha accompagnata con la chitarra elettrica nell’esibizione del brano Ragazzo mio di Luigi Tenco con l’arrangiamento di Ivano Fossati, che risalta l’immancabile grinta e la voce graffiante di una gigante della musica italiana.

Annalisa, Sinceramente

Annalisa approda al Festival dopo un anno ricco di successi che l’hanno consacrata come regina del pop italiano. L’artista savonese, ormai a suo agio nel vortice sanremese, dichiara con orgoglio di percepire, rispetto agli anni passati, maggiori aspettative nei suoi confronti, che la stimolano a dare sempre di più. Il brano in gara, Sinceramente, non assomiglia ai suoi ultimi brani e rappresenta un’evoluzione musicale, facendole raggiungere il terzo posto in classifica.

La cantante ligure presenta in gara un brano elettro-pop veloce e radiofonico, contraddistinto da una metrica avventurosa. Il fulcro della canzone non è l’amore in sé, ma piuttosto la sete di libertà e il bisogno di essere accettati per la propria personalità.

 

Per la serata delle cover, Annalisa porta con sé sul palco dell’Ariston la Rappresentante di Lista per duettare sulle note di Sweet dreams: Dario Mangiarancina al basso elettrico accompagna le incredibili voci di Veronica Lucchesi e Annalisa, che si abbinano e fondono splendidamente.

Angelina Mango, La noia

Vincitrice della categoria canto di Amici 22, Angelina Mango fa il suo debutto a Sanremo con il vento in poppa grazie al successo dei suoi singoli. Madame è sua collaboratrice ne La noia: Angelina ha spiegato che era sua fan e, a seguito di qualche comunicazione, si sono trovare in studio per mettere in gioco la loro sintonia, con Dardust alla produzione del brano. Con La noia, Angelina fa tripletta: riceve il Premio della Critica, assegnato dalla Sala Stampa Lucio Dalla, il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dall’Orchestra del Festival, e vince il Festival di Sanremo.

Il testo della canzone ribalta la consueta concezione della noia, sostenendo che non va combattuta, bensì considerata come tempo prezioso da dedicare a sé stessi. In momenti difficili, l’invito è a ballarci sopra. Sul palco, promette di portare la libertà, espressa anche attraverso gli abiti che indosserà. La noia fonde le sonorità partenopee di Angelina Mango con quelle più elettroniche di Madame, sotto la produzione esperta di Dardust, che firma le musiche insieme a loro. Il tutto è permeato da un evidente retrogusto latino, come sottolineato dal ritornello.

 

Nella quarta serata del festival, Angelina commuove il pubblico con un tributo al padre: accompagnata dal quartetto d’archi dell’orchestra di Roma, porta il brano La rondine. Angelina dimostra di saper gestire in maniera impeccabile diversi registri e atmosfere, dando vita a un omaggio delicato ed emozionante.

Sanremo è “un paese” per donne?

Che ultimamente Sanremo non sia stato “un paese” per donne non è una grande novità: è dal lontano 2014 che non vinceva un’artista femminile, quando Arisa si aggiudicò la palma con Controvento. Quest’anno, però, le top 5 delle diverse serate hanno mostrato un bel cambiamento.

Tra le prime cinque posizioni della Sala Stampa, vediamo un podio tutto in rosa: Loredana Berté al primo posto, Angelina Mango al secondo e Annalisa al terzo (mentre al quarto e al quinto posto troviamo rispettivamente Diodato e Mahmood).

Ma nella seconda serata, con il televoto e la Giuria delle Radio, la situazione cambia già: Geolier e Irama al primo e secondo posto, Annalisa sempre al terzo, Loredana Berté al quarto e Mahmood al quinto. Durante la terza serata, questa top 5 cambia nuovamente: al primo posto troviamo Angelina Mango, seguita da Ghali al secondo posto e da Alessandra Amoroso, che appare al terzo posto; il Tre e Mr.Rain rispettivamente quarto e quinto.

La serata delle cover è quella con la top 5 più vicina a quella della serata finale: in entrambe le serate, infatti, Ghali è al quarto posto e Annalisa al terzo posto. Al quinto posto dei duetti troviamo Alfa, mentre nella serata finale questa posizione è occupata da Irama. Cambiano anche le prime due posizioni: Geolier raggiunge il primo posto nella quarta serata ma in finale arriva secondo; invece Angelina, arrivata seconda nella top 5 delle cover, alla fine vince il Festival di Sanremo.

La stessa Arisa si è congratulata con la nuova e giovanissima vincitrice:

Finalmente non sono più io l’ultima donna ad aver vinto Sanremo, ho una degna erede che ha respirato la mia stessa aria, bevuto la mia stessa acqua, calpestato la mia stessa Terra e questo mi rende ancora più fiera.

Che Tu possa Cara @angelinamango_ arrivare lontano rimanendo sempre comoda dentro Te stessa.

Ti meriti tutto e sapevo che sarebbe successo dal primo momento che ti ho vista tanti tanti anni fa.

Sei grande! Ti voglio bene.

Le co-conduttrici

Anche nella scelta dei co-conduttori per Sanremo 2024, Amadeus ha sorpreso e cambiato le carte in tavola. Accanto a lui sul Palco dell’Ariston sono comparsi non solo il vincitore dell’edizione precedente Marco Mengoni e l’amico di sempre Fiorello, ma anche Giorgia, Lorella Cuccarini e Teresa Mannino. Questi nomi femminili sono da sottolineare, poiché segnano una rottura con gli anni precedenti della gestione Amadeus, ma anche di altri conduttori. Non si tratta di figure straniere, giovanissime, reduci da successi recenti, né tantomeno native digitali. Al contrario, sono tre professioniste eccellenti con carriere solide e di lungo corso, molto diverse tra loro per percorsi e fisicità. Un ulteriore cambiamento sta nel fatto di aver risparmiato loro l’ormai noto momento del monologo.

Ricordiamo, nel 2020, il monologo di Rula Jebreal, oggettivamente bellissimo e toccante, la quale raccontò la storia di sua madre, vittima di abusi e molestie. A quello ne sono seguiti molti altri, non tutti altrettanto efficaci: dalla lettera di Chiara Ferragni alla sé stessa bambina, all’intenso pezzo teatrale di Chiara Francini sulla maternità o non maternità, i momenti da protagoniste delle co-conduttrici sono stati accomunati da riflessioni quasi unicamente legate a temi femminili.

Il magico trio

In quest’ultima edizione della kermesse, sia Giorgia sia Lorella Cuccarini si sono esibite con alcuni dei loro intramontabili successi, lasciando il pubblico a bocca aperta. Al contrario, Teresa Mannino ha sì portato sul palco un monologo in rosa, ma lo ha fatto in maniera innovativa: la comica siciliana, passando per la filosofia e arrivando persino alle formiche tagliafoglie, ha guidato il pubblico in una riflessione sull’essere umano, sulla sua convinzione di superiorità sulla natura e sulla componente femminile della propria specie. Con una buona dose di serietà mista a comicità, ha demolito tale credenza, perché la chiave sta nella differenza tra “il potere su” e “il potere di”, che, per citare la Mannino, “ha tutta un’altra energia”. Concludendo, ha fatto una delle affermazioni più potenti mai sentite fino ad ora:

Io non sono disposta ad ignorare le storie che non sono ancora passate: se non è passato, non è il momento di passare oltre.

La rivoluzione comincia da qui

In generale, il Festival di Sanremo ha sempre rappresentato un’importante piattaforma per le artiste donne nel panorama musicale italiano. In molte edizioni, le performance delle artiste femminili hanno avuto un impatto significativo, contribuendo a plasmare la narrativa e a influenzare la cultura musicale italiana. Le donne spesso hanno affrontato temi importanti attraverso le loro canzoni, portando dibattiti sulla parità di genere, empowerment e questioni sociali.

Quest’anno il Festival di Sanremo ha avuto tra le sue concorrenti Fiorella Mannoia e Loredana Berté, due regine di messaggi femministi, insieme ad Emma, Alessandra Amoroso e Annalisa, le tre cantautrici che dominano la scena pop italiana; le quattro giovani artiste Clara, Rose Villain, BigMama e Angelina Mango si sono unite a questa squadra già molto potente, generando un’onda rivoluzionaria che include moltissime sfumature di rosa.

La rivoluzione comincia da qui, dal festival che ha il potere di fermare l’Italia intera per una settimana. È da questa vetrina ricca di visibilità che le artiste in gara hanno sentito il bisogno di ribadire il grande tema della disparità di genere e di tutte le discriminazioni che ne conseguono. I risultati di questa 74esima edizione del Festival di Sanremo rappresentano una vittoria per tutte le donne, ma è ancora lunga la strada da percorrere per raggiungere il traguardo egualitario finale.

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