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Applicazioni, playlist e la nuova musica di Jovanotti.

Da quando la musica si ascolta via internet, tramite applicazioni, usando non più CD e stereo ma cellulare e bluetooth, è cambiato il modo di ascoltare la musica.

Le app e le playlist

Senza dubbio ora tutto è più facile: in qualsiasi momento della giornata si può ascoltare la canzone che si vuole senza dover cercare il CD giusto, lo stereo, l’mp3 o addirittura il walkman.

La possibilità di creare playlist, raccolte nelle quali si può inserire qualsiasi traccia, consente di raggruppare canzoni e artisti tra i più diversi tra loro, anche quelli che non si troverebbero mai nello stesso vinile o disco. L’elemento playlist fa sì che l’uscita di un singolo brano, che non faccia parte di nessun album, non perda di importanza, ma può essere inserito in una raccolta con altri pezzi simili oppure totalmente diversi. Inoltre queste raccolte sciolgono il cantante dal sentirsi obbligato a registrare un disco.

Ascoltare la musica via internet, fa perdere l’abitudine del collezionare musicassette, vinili, CD o chicchessia. Tutto ciò in vantaggio della praticità nel poter spaziare di genere in genere in brevissimo tempo. 

Le applicazioni rilanciano il vinile

I vinili, a volte considerati anacronistici, tornano a vendere. Essi non sono più uno strumento necessario con il quale ascoltare la musica, ma un oggetto in più che regala sempre il suo fascino, anche dal solo punto di vista estetico. 

Il passaggio alla musica via app ha segnato una svolta importante: per la prima volta dal 1991, la vendita di vinili ha superato quella dei CD. Questo perché fino a pochi anni fa, il CD era il mezzo tecnologico per eccellenza per l’ascolto di musica. Ad oggi invece, dato che questi oggetti sono considerati come da collezione, o comunque fruibili solo in casa, l’ascoltatore preferisce comprare il vinile, che regala qualità audio unica e la una sua bellezza senza tempo.

Il flusso musicale di Jovanotti

Jovanotti, in occasione della presentazione del secondo tour del Jova Beach Party, ha trattato anche questo argomento, spiegando il suo rapporto con la musica.

Il cantante di Cortona, ha precisato che non ci sarà un album (come invece era accaduto per il primo Jova Beach Party, nel 2019) bensì dei singoli sparsi che potranno eventualmente essere raccolti in un disco.

Il disco del sole”, così lo aveva chiamato durante la presentazione del tour estivo.

Non so, ad esempio: “il 21 dicembre 2022 uscirà il disco del Sole”, il nuovo disco di Jovanotti!”. Ma a quello ci arriviamo pubblicando canzoni in maniera random. […] Usciranno solo in digitale, non ci sarà forma fisica, non ci sarà supporto, supporto non ha più senso, saranno raccolte in delle serie, in delle stagioni.

Il messaggio è chiaro: la volontà è quella di far uscire dei singoli che non debbano essere per forza legati a un concetto di album, di dischi o di radio, ma a seconda del  flusso musicale”, perché ad oggi è possibile farlo.

Effettivamente, Jovanotti ha pubblicato in due “puntate”, prima Il Boom, poi La primavera, I love you baby, Un amore come il nostro, Tra me e te e Border Jam, uscite il 17 dicembre.

Le canzoni spaziano tra diversi generi musicali e tematiche, come spesso Lorenzo ama fare anche all’interno di uno stesso album.

I CD inevitabilmente rimpiazzati

L’esempio di Jovanotti è efficace per affrontare questa tematica. Domande come: “I CD andranno a cadere nel dimenticatoio come per le musicassette, o torneranno di moda, nel fascino del vintage, come successo per i vinili?” possono non trovare una risposta se non quella della prova del tempo.

Risulta quasi impossibile, in un tempo di evoluzione repentina, prevedere le sorti degli oggetti tecnologicamente obsoleti.

Lo sviluppo tecnologico tende a cercare di ottenere il maggior risultato possibile nel minore tempo possibile. Applicazioni di ascolto musicale come Spotify, permettono all’utente di ascoltare brani, album, playlist create da se stesso, dal loro staff o da altri utenti, in qualunque situazione. Sono dei veri e propri social network della musica. Per ottenere il massimo delle potenzialità (ascoltare canzoni in assenza di internet, non avere pubblicità durante l’ascolto ecc.) la maggior parte delle applicazioni si servono di abbonamenti mensili o annuali con diversi piani d’offerta.

Seppur pagando un abbonamento, il risparmio in confronto al CD è netto. Per poter ascoltare milioni di canzoni, cosa possibile con le app, ci vorrebbero centinaia di migliaia di dischi.

Per i cantanti, le vendite dei dischi restano comunque un fattore importante e da tener conto, ma la maggior parte dell’utenza ascolta quotidianamente la musica via app, anche coloro che dispongono del CD.

Il vano per inserire i dischi è ormai da anni scomparso dalle auto e dai nuovi PC. Perfino nelle scuole escono di scena gli stereo delle professoresse di inglese e i CD alla fine dei libri. In risposta, si usano strumenti come la LIM e i siti internet delle case editrici.

I dischi torneranno un giorno di moda?

La scomparsa totale del CD è probabilmente inevitabile. Forse tornerà un giorno di moda, forse no. I collezionisti e gli affezionati che con i dischi ci sono cresciuti, continueranno a comprarli e ad utilizzarli. Il cambiamento è naturale e ancor più nella tecnologia. Chissà, magari un giorno, con gli scaffali pieni di dischi vintage, leggeremo articoli sul passaggio dalle applicazioni ad un nuovo modo di ascoltare musica.

FONTI

Agi.it

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