L’epoca dei falsi miti

Non sono poche le parole che abbiamo acquisito da altre lingue e incluso nella nostra lingua madre. Tra queste dissing: termine di origine afroamericana derivante da disrespecting, “mancare di rispetto”.

I personaggi

Molti personaggi del web hanno sdoganato l’insulto libero via social, facendo del dissing il loro pane quotidiano.

Così, litigare in diretta Instagram è stata la molla che ha lanciato personaggi come Algero Corretini e Massimiliano Minnocci, conosciuti anche con i soprannomi di “Fratellì” e “Il Brasiliano”. Sfruttando il periodo di quarantena tra marzo e maggio 2020, i due hanno messo in scena dei veri e propri show durante i quali si insultavano senza un apparente motivo.

Se è abbastanza difficile concepire il perché di una tale esposizione pubblica, lo è ancora di più trovare una spiegazione ai numeri da capogiro delle persone che seguivano le loro dirette. Uno “spettacolo” di infimo livello seguito soprattutto da ragazzi giovanissimi affascinati dalle gesta dei due.

Corretini è stato anche più volte invitato nella trasmissione di Corrado Formigli Piazzapulita, in onda su La7, in quanto ritenuto il portavoce di una borgata alle porte di Roma. Evidentemente qualcuno aveva pensato che “Fratellì” potesse rappresentare, e di conseguenza denunciare, tutte le criticità che presentano le periferie.

Se le parole nella sua intervista potevano essere più o meno condivisibili, ciò che è successo la mattina del 22 gennaio 2021 è a dir poco agghiacciante.

Algero Corretini avrebbe picchiato con una spranga di ferro la sua compagna, costringendola a fuggire dal loro appartamento. Un fatto che forse ha sorpreso qualcuno, ma certamente non chi conosceva bene il personaggio che lui stesso si era costruito.

Date queste premesse indispensabili per inquadrare il personaggio, è lecito chiedersi cosa spinge migliaia di giovani a seguire un profilo Instagram in cui sono presenti solo atti di violenza e volgarità.

Esattamente il contrario di cui abbiamo bisogno in un periodo in cui manca tutto, ma non la cattiveria.

Il fenomeno influencer

Ormai il web è pieno di persone che si definiscono influencer. L’universo dei social network permette a qualsiasi utente di diffondere una propria corrente di pensiero, dando origine a nuovi linguaggi. L’influencer è colui che influenza, appunto, le idee degli altri attraverso la comunicazione. È importante costruire un rapporto di fiducia con il proprio pubblico, in modo tale da trasmettere vicinanza e stabilire relazioni durature. Tutti conosciamo Chiara Ferragni, l’influencer per eccellenza, oppure Giulia De Lellis, o ancora Giulia Valentina, persone che oltre a posare per diverse campagne di moda, sono molto amate sui social raggiungendo numeri altissimi per quanto riguarda i loro follower.influencer

Purtroppo, però non esistono solamente questo tipo di influencer. Tra i giovanissimi si è arrivati ad avere dei punti di riferimento 2.0 potremmo dire, i cosiddetti “influencer coatti”. Due esempi sono i personaggi di cui abbiamo già parlato. Farsi notare sui social è diventata quasi una missione che va perseguita ad ogni costo. Per guadagnare fama e notorietà si è capaci di fare qualsiasi cosa. Tra i giovani è diventata usanza quella di darsi appuntamento, attraverso i social, nelle piazze delle più grandi città per dar vita a risse e scontri. Molto spesso sono proprio gli “influencer coatti” a fomentare questo tipo di incontri.

L’abuso dei social network

Se fino a qualche anno fa guardando la televisione si sognava di diventare come il proprio cantante o attore preferito, adesso i miti da emulare sono altri. E si trovano proprio sui social network. 

I ragazzi, soprattutto in questo anno che ci ha obbligati a passare più tempo a casa, hanno trascorso avanti allo schermo del loro cellulare circa quattro ore al giorno. I modelli da seguire sono sicuramente cambiati, adeguandosi alla nuova società. Il nuovo sogno non è più quello di diventare famosi in tivù o magari sul campo da calcio ma quello di diventare famosi sui social. Grazie alla presenza di numerose persone che, proponendo anche i contenuti più banali e semplici, riescono ad avere un seguito importante, i giovani cercano di imitare il più possibile.

Questo ovviamente può non essere un bene. O meglio, può esserlo in alcuni casi. Gli esempi che vale la pena seguire sono veramente pochi nel panorama dei social network. Ma ai ragazzi non importa. Ciò che è davvero importante è guadagnare un po’ di notorietà imitando chi ha già moltissimi follower.

L’abuso dei social network può condurre i giovani anche a mettersi in situazioni pericolose, come gli incontri nelle piazze citati prima. L’eccessiva esposizione ai social contribuisce a creare dei modelli distorti della società. I cosiddetti falsi miti derivano proprio da questo. Sono dei miti, modelli lontani anni luce dalla realtà. Mettere in risalto le bravate social degli influencer 2.0 è sicuramente un modo per attirare l’attenzione su dei comportamenti che hanno un impatto negativo su un giovane pubblico. Ma c’è di più.

È altresì necessario comprendere il perché di una visibilità così ampia. Possiamo trovare una spiegazione a questo successo se pensiamo alla trasgressione come motore che spinge i giovani ad emulare comportamenti totalmente fuori dagli schemi. Va di moda andare contro.

Che sia una condotta, una legge o addirittura una persona, andare contro e scaricare su di essa frustrazioni e invettive, sta diventando normalità. I social, con tutta la loro potenza, amplificano questo sentimento. Sentimento figlio di un’epoca dove screditare è più semplice che ammirare.


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