Il complicato rapporto tra giovani e politica

Si è spesso parlato del complicato rapporto tra la politica e i giovani, soprattutto nel periodo delle votazioni, ma ci si interroga troppo poco sulle cause. La visione giovanile su ciò che riguarda il mondo politico si riversa su un sentimento di sfiducia, data dalla mancanza di proposte attive per i giovani nel dibattito pubblico italiano.

Secondo i dati dell’ISTAT, circa il 30% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni, non hanno interesse su ciò che riguarda il mondo politico, non sentendosi rappresentati. Più l’età diminuisce e più la percentuale di disinteresse aumenta, soprattutto nella generazione Z. Nessun partito sembra proporre idee utili a elevare l’attenzione dei giovani riguardo la politica, soprattutto in Italia, poiché meno del 40% ha meno di 40 anni e questo inevitabilmente incentiva proposte politiche mirate a facilitare gli adulti.

La democrazia non ha bisogno di partiti

Secondo il pensiero giovanile, essere rappresentati da un singolo partito non è democrazia. Circa il 55% dei giovani infatti, afferma che la democrazia non ha bisogno di partiti o di divisioni politiche e che per questo trovano insensata la loro partecipazione. Circa i 40% tra i giovani sostengono di aver votato non per fiducia nei riguardi del proprio partito, ma per sfiducia nei riguardi degli altri partiti.

Dunque la ragione principale per cui i giovani non si interessano alla politica è principalmente collegata alla mancata rappresentanza, ma anche alla poca conoscenza dell’argomento. È difficile che i giovani creino un dibattito sulla politica, proprio perché spesso non saprebbero da dove iniziare. Un passo avanti sarebbe sicuramente quello di indurre i ragazzi a conoscere di più l’argomento. Questo disinteresse rende quindi il loro comportamento elettorale difficile da prevedere.

Informazione

Molti giovani preferiscono informarsi sui social, seguendo pagine di partiti oppure di attualità che trattano l’argomento della politica, come per esempio alcune testate giornalistiche. Al primo posto però c’è sempre la televisione, che aggiorna i cittadini su tutto ciò che avviene nel mondo della politica.  Per quanto riguarda invece la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 44 anni che si interessano alla vita politica partecipando attivamente anche a dibattiti, è solo dell’1%, un dato raccolto nel 2016 dall’ISTAT e che adesso è in progressivo calo.

Parlano gli studenti

Se a dei ragazzi, che frequentano una scuola internazionale, quindi privilegiati, venisse chiesto cosa è per loro il futuro e il lavoro, risponderebbero un’opportunità e specializzazione. Ma se il lavoro non si trovasse si andrebbe incontro alla paura della disoccupazione e in merito a questo si tratterebbe l’argomento del reddito di cittadinanza, che viene utilizzato spesso dai giovani che non riescono a trovare lavoro.

Questi fondi, dovrebbero essere utilizzati per formare il cittadino e spingerlo nel mondo del lavoro. Molti giovani preferiscono andare via dall’Italia, trasferendosi all’estero perché hanno più opportunità. Nel caso in cui un lavoratore all’estero perdesse il lavoro, avrebbe comunque la grande opportunità di trovarne un altro dando il meglio. In Italia questo però, per la maggior parte dei casi, non è possibile. Ma è importante in questi casi anche la cultura di un cittadino. Sarà fondamentale nel futuro la competenza e la capacità del giovane. Avere una solida conoscenza delle cose e utilizzarla con criterio, svolgendo un lavoro che piace è rasserenante, oltre che appagante. La conoscenza rende libero ogni essere umano, permettendogli di avere un pensiero proprio in grado di proteggerlo.

Futuro per i giovani

Il futuro per i giovani si mostra incerto, anche a causa della pandemia. Molti ragazzi, sono molto preoccupati, a tal punto da accettare lavori che non li soddisfino. La disillusione dei giovani su ciò che riguarda il loro futuro in questo periodo è ovviamente aumentata. Prevale un atteggiamento negativo, quasi pessimistico su ciò che riguarda i loro sogni. Provare a rendere realtà le proprie illusioni li consuma, soprattutto dopo che una pandemia globale ha messo in ginocchio l’economia mondiale.

A causa di queste incertezze, sono stati molti i ragazzi che si sono candidati alle liste civiche di grandi politici, come per esempio Tommaso Di Prospero di soli ventiquattro anni, che intenzione di cambiare alcuni elementi nella città di Roma. Egli ha affermato “ci sono diseguaglianze enormi, sembra di non essere nella stessa città. Dobbiamo collaborare tra di noi per un’idea di politica giovanile, per poi rivolgere lo sguardo al territorio”. Con queste nuove elezioni, i giovani si sono fatti sentire, ma se volessimo comprendere meglio la situazione all’interno dei partiti italiani, dovremmo fare riferimento alle elezioni del 2018, quando essi avevano stilato veri e propri programmi per cambiare la situazione italiana giovanile.

Giovan(n)i Assenti

Durante lo scorso ottobre si sono tenute nelle città più importanti d’Italia le elezioni amministrative, vinte dal centro-sinistra a Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna e in molte altre città. Precedentemente alle votazioni però, il «IlSole24ore» aveva stilato una classifica delle città (soprattutto nei capoluoghi di regione) dove la qualità di vita dei giovani è peggiore perché molto più complessa. Tale indagine concludeva che i ragazzi in questi contesti sono condannati ad affitti troppo alti o bassa occupazione, cause di depressione e difficoltà nella socializzazione.

Nei programmi elettorali i giovani purtroppo non sono stati i protagonisti, nonostante siano la categoria più in difficoltà in Italia. Solo 1 su 4 di tutti i candidati in queste città ha deciso di creare delle proposte per risolvere queste urgenze e migliorare la qualità di vita dei più giovani.  A tal proposito, una campagna messa a punto da Visionary, rete nazionale di “giovani visionari”, proponeva un candidato sindaco immaginario Giovanni Assenti, Assenti come i giovani nei programmi elettorali. Tale campagna prevedeva quattro proposte destinate ai vincitori delle elezioni, per invitarli a tener presente l’importanza di coinvolgere i giovani nei loro piani politici, soprattutto in questo momento difficile.

Le proposte

La prima proposta era quella di creare un fondo affitti per gli under 35, che fanno sempre più fatica ad andare via di casa e trovarsi un proprio appartamento. Per avere indicatori efficaci, basti pensare che circa il 12,4% dei giovani che lavora, da dati del 2019, risulta a rischio povertà, con stipendi medi che oscillano tra i 900 e i 1100 euro mensili e quindi impossibilitati a pagare affitti intorno ai 600 euro (la media degli affitti nelle grandi città).

La seconda proposta riguardava la necessità di spazi pubblici di aggregazione per i giovani, sia destinati allo studio che al lavoro. Si dovrebbe quindi effettuare tramite un team dedicato, un controllo sugli spazi abbandonati o utilizzabili sul territorio comunale per identificare qualità, quantità e capillarità degli spazi disponibili. A Roma per esempio, grazie ai ragazzi dell’associazione Piccolo America, è stata aperta la prima aula studio in Italia aperta 24 ore su 24, 365 giorni l’anno con connessione ultra veloce, un’iniziativa da non ignorare.

La terza proposta è quella di creare un programma di orientamento al lavoro per supportare i giovani tramite consulenze e contenuti online. Tutto questo si collegherebbe all’eliminazione della disoccupazione e abbandono degli studi per il poco interesse da parte del ragazzi. Occorre quindi, rinforzare e dotare di strumenti efficaci l’orientamento al lavoro, soprattutto in ambito scolastico.

La quarta proposta è quella di permettere l’accesso gratuito per under-18 a sedute psicologiche online. L’argomento “salute mentale” è particolarmente delicato per i giovani italiani, che spesso si trovano a doversi muovere in un mondo in cui avvalersi di supporto o trattamento psichiatrico è ancora visto come un tabù. Dopo il primo lockdown molti giovani hanno visto le loro speranze distruggersi, provocando in loro un grande senso di inadeguatezza. Questo supporto psicologico intende far parte di una prevenzione primaria, per sconfiggere conseguenze distruttive come ansia e depressione.

Queste proposte sono diventate realtà?

A distanza di mesi dalle elezioni amministrative, oggi si potrebbe azzardare una conclusione su ciò che è stato davvero compiuto dai nuovi sindaci.

Per quanto riguarda il fondo affitti, l’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che le risorse sono abbastanza da soddisfare i bisogni di chi ha richiesto il  contributo a fondo perduto per la riduzione del canone di affitto. Il bonus affitti prevede per il locatore un contributo a fondo perduto fino al 50% se è residente o domiciliato in un comune ad alta tensione abitativa.

La creazione di spazi pubblici per i giovani rimane però ancora un’idea che è stata messa in pratica solo da privati, associazioni o assessori alle politiche giovanili. Anche l’orientamento al lavoro è supportato da diverse associazioni, le quali cercano di integrare i loro programmi nell’ambito scolastico. Non si è però sicuramente realizzato ancora un rafforzamento e un approfondimento da parte dei sindaci che sarebbe utile a offrire una mano ai ragazzi che si impegnano ogni giorno per portare questi programmi in tutte le scuole.

Il supporto psicologico in Italia è ancora un tabù, ma alcuni psicoterapeuti si sono mossi per creare consultori per aiutare persone in difficoltà, gratuitamente. Alcuni lavorano in studi privati, mentre altri vengono supportati dal comune. Ovviamente però, è la persona a dover contattare autonomamente lo psicoterapeuta, ma nel caso in cui i genitori non volessero, egli si ritroverebbe impossibilitato a usufruire di questo servizio. Su questo punto si dovrebbe continuare a riflettere, al fine di trovare una soluzione e un compromesso.

L’interesse dei ragazzi

Dunque quanto è importante la politica in tutto questo? Ancora una volta, moltissimo. Proposte di questo genere, se rese concrete,  eleverebbero l’interesse dei giovani e il loro coinvolgimento, contribuendo quindi anche alla ripresa post pandemia. I giovani rappresentano il futuro, ma finché si darà importanza solo al presente, sarà impossibile renderli tanto partecipi quanto felici, per quanto questo possa sembrare banale. Il cambiamento è sempre possibile, in qualsiasi momento storico, e tutelare le nuove generazioni, permettendo loro di realizzare i loro obiettivi, dovrebbe essere una priorità, in ogni circostanza. Permettere ai giovani di lavorare felici, renderebbe anche il Paese felice dei propri investimenti.

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