Disturbi alimentari

Disturbi alimentari: lo stereotipo legato alla moda

Il corpo è facilmente danneggiabile, facilmente eliminabile. È fatto di acqua e sostanze chimiche, è poco più di una medusa sulla sabbia.

D’improvviso tutto scompare. Il buio inonda le giornate, la quotidianità, la vita, in una melanconia tetra mai conosciuta prima. Un sentimento profondo, al contempo struggente, non tutti ne giungono a conoscenza. Quando la incontri, entra a far parte eternamente dello spirito di un individuo, lo consuma, a volte, fino ad annientarlo. Il melanconico  viene descritto come tipo psicologico triste, introverso e riflessivo. Non comprende i motivi, ogni situazione appare frastornata, caotica: le urla dell’anima diventano la cifra di un’intera esistenza.

I disturbi alimentari sono un brutto male. Empio, brutale, cattivo. Fa male a chi ne soffre, distrugge chi assiste inerme alla devastazione e allo spegnimento di intere e giovani vite. Per una madre, per un padre, rappresenta un dolore acuto, indicibile; si convive con il costante timore di perdere il proprio figlio o figlia, un pensiero che non consente di respirare, pensare, dormire, vivere. Ogni cosa, ogni frammento, ogni secondo è fisso sul nemico: il cibo. A inizio giornata la preoccupazione per chi soffre di un disturbo alimentare si traduce in due domande: “Cosa mangio oggi?” o “Quante calorie posso assumere?”

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Quando questo mostro entra a far parte della propria vita, automaticamente, si inizia a guardare e percepire il mondo con occhi diversi: niente è più inutile o scontato, tutto è rilevante, ogni minimo particolare diventa carico di simbolo e significato. L’alimentazione è l’unica ragione di esistenza, nient’altro conta. L’obiettivo diventa l’autodistruzione, “mi mimetizzo per scomparire lentamente, per proteggermi da questo mondo crudo e cattivo. Un meccanismo complicato da comprendere per coloro che osservano una vita sgretolarsi dall’esterno: lentamente la malattia  consuma corpo, anima e mente. È subdola, agisce senza pietà.

Disturbi alimentari, siti web e il mondo della moda

Una delle ricorrenze comuni è quella di pensare o credere che i disturbi alimentari  ̶  in particolare anoressia e bulimia  ̶  siano esclusivamente legati all’apparire, al bello e al mondo della moda. Questa osservazione è da imputarsi a un occhio superficiale, limitato nella scoperta della profondità e della gravità che caratterizzano queste malattie. Per anni la moda è stata accusata di essere la causa principale dei disturbi alimentari per le ragazze, ma anche per i ragazzi.

In realtà non è sempre stato così: infatti, negli anni ‘70 la colpa veniva imputata alla famiglia, ai genitori; solo più tardi alla moda, in quanto propone, generalmente, dei prototipi di modelle e modelli magri. Questo discorso potrebbe essere soggetto a fraintendimenti, ragion per cui conviene puntualizzare che i disturbi alimentari non comprendono solo l’anoressia e la bulimia, ma anche altre malattie come il binge-eating disorder.

Franca Sozzani, ex direttrice di «Vogue Italia», qualche anno fa è finita nel mirino delle critiche dopo aver lanciato una campagna contro i siti “scandalosi” pro-anoressia. Questi canali trasmettono messaggi negativi e deleteri, rappresentano una delle cause che portano alla distruzione della salute psico-fisica degli individui che ne entrano in contatto. A tal riguardo, è fondamentale riportare alcune parole del discorso sostenuto da Sozzani presso l’Università di Harvard:

L’emergenza sanitaria legata all’anoressia e ai disturbi alimentari non sembra voler calare: alcuni studi di settore, infatti, dipingono un panorama alla meglio stazionario con un’incidenza maggiore sulla popolazione adolescente di sesso femminile (anche se si è notato un incremento di malati nel sesso maschile) nei paesi ad alto tasso di benessere. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, l‘influenza negativa di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza.

L’anoressia e la bulimia però possono anche dipendere dal fatto che l’individuo subisca situazioni particolarmente traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà a essere accettati socialmente e nella propria famiglia. Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti. E qui entra in gioco la moda, le modelle, i giornali di moda e tutto quello che riguarda l’estetica. […]

Le parole di Franca Sozzani sono struggenti e al contempo veritiere. Uno degli aspetti più sconvolgenti è l’esistenza di siti web che promuovono e propagandano i disturbi alimentari dando consigli su come controllare e perdere peso. Troviamo, come già detto in precedenza, i siti pro-ana – Ana inteso come anoressia. Questi canali sono i più efficaci per quanto riguarda la diffusione dei disturbi alimentari: si presentano come una sorta di movimento che ha l’obiettivo ultimo quello di indurre al dimagrimento eccessivo, visto come una forma di scontro o resistenza al mondo adulto. I siti pro-ana e pro-mia (pro bulimia) purtroppo sono moltissimi e la battaglia per combatterli è ancora molto lunga.

https://imparareavolersi.tumblr.com/post/172973389574/sono-costantemente-in-bilico-tra-perdere-il

I motivi per cui giovanissimi ragazzi e ragazze si affidano a questi canali di comunicazione sono numerosi, come ha spiegato l’ex direttrice di «Vogue Italia»; altrettanto frequenti sono le accuse che in passato sono state inflitte alle modelle e supermodelle riguardo alla loro eccessiva magrezza.  Perché è successo questo? Ovviamente generalizzare sarebbe una scelta estremamente semplicistica e non si possono incolpare di essere anoressiche donne o ragazze che vediamo sfilare in passerella. Queste modelle, spesso, longilinee ed esili per costituzione, vengono prese come esempio da seguire da ragazzi e ragazze che hanno già delle questioni irrisolte con il proprio corpo.  In questo caso la moda viene intesa come una delle cause.

Le critiche rivolte alle modelle sono state molte: venivano accusate di proporre un ideale di bellezza irraggiungibile. Uno degli attacchi più duri risale al 1990: la rivista inglese «The Face» decise di pubblicare un servizio fotografico di Corrine Day che ritraeva una ragazzina di quindici anni molto magra. Sono passati circa trent’anni e quella bambina ha segnato la storia della moda: il suo nome è Kate Moss. La modella ha lavorato per tantissimi brand internazionali e al contempo è stata oggetto di molte critiche relative all’eccessiva magrezza, i giornali la colpevolizzarono di incitare le ragazzine all’anoressia. La questione è molto complicata: non si diventa anoressiche o bulimiche perché si vede una modella troppo magra.

I disturbi alimentari hanno significati molto più profondi: riguardano il conflitto con il proprio Io interiore, con l’accettazione del proprio corpo, con le mancanze, il passato e tanto altro.

La bellezza non c’è. Non esiste come evento statico, pietrificato nel tempo e nello spazio. La bellezza è una convenzione che rappresenta un misterioso equilibrio, un fragile, anzi fragilissimo, espresso equilibrio tra l’ansia per quell’ignoto che ci rincorre senza pietà e la speranza di controllarlo e anche di calmarlo certe volte offrendogli dei sacrifici. Se il sacrificio segue i rituali richiesti l’ignoto per qualche istante rinuncia a mordere, anzi forse sorride e si illumina di una luce accecante. Quella luce brevissima e improvvisa è la bellezza.

Oggi assistiamo a molti cambiamenti: in tantissime seguono e prendono in considerazione come prototipo di bellezza le modelle curvy. Alcune di loro, insieme a tante ragazze su Instagram, trasmetto dei messaggi di body positivity: l’obiettivo è quello di comunicare positività a tutte coloro che hanno un corpo che non rientra nei canoni della “normalità” e non per questo sono meno belle di altre.

https://moreculturelesspop.tumblr.com/post/185442289000/ashley-graham-in-harpers-bazaar-magazine-july

I disturbi alimentari sono delle malattie

È necessario iniziare a considerare i disturbi alimentari come quello che effettivamente sono: malattie infide, ipocrite, oscure. Non basta assumere dei farmaci per guarire, ma serve tempo e un’equipe di specialisti quali psicologi, nutrizionisti e psichiatri. Fortunatamente, in tal senso, si stanno effettuando alcuni progressi. Di recente, in Lombardia, è stata approvata la legge regionale per combattere l’anoressia e  la bulimia: sono stati assegnati 1,5 milioni di euro dalla durata di tre anni ed è prevista la creazione di una squadra di professionisti specializzati in queste patologie per sostenere le strutture già presenti sul territorio e crearne delle nuove.

Nessuno si sveglia un giorno e decide di diventare anoressico, bulimico o obeso. Capita! Queste persone hanno tutto il diritto di ricevere cure consone per poter un giorno sperare di vedere la luce alla fine di un lunghissimo male, buio e apparentemente infinito.

La parte più difficile è il conflitto con se stessi. Niente può accadere se non lo si desidera nel profondo, se non si è determinati nel voler a tutti i costi guarire: la soluzione è dentro di noi. A volte basta che i medici pronuncino struggenti parole che mai si vorrebbero sentire: “se continui così morirai, non ce la farai”; altre volte è sufficiente incrociare lo sguardo dei tuoi genitori ormai stanchi, esasperati, per trovare la forza di combattere. Talora questo non basta e, spesso, si perdono giovani vite che, magari, con le giuste cure avrebbero potuto farcela.

Guarire è possibile, grazie all’aiuto di professionisti, al costante lavoro su se stessi e al supporto dei propri cari. I disturbi alimentari sono malattie subdole, poiché, una volta che ti scelgono, si insediano negli angoli dell’anima e, quando guarisci, non ti fanno più del male; non li senti, ma sono lì, ci convivi e simultaneamente riesci a trasformare tutto questo in qualcosa di positivo, magari per aiutare qualcuno che ancora è assorbito in quella sofferenza.

La vera bellezza è la fase di guarigione dove, finalmente, l’equilibrio tra anima, corpo e psiche diventa centrale nella propria vita. Il sentimento che si prova è inspiegabile. Quando si guarisce da questo male e si torna alla vita il passato diventa quasi sconosciuto, sembra quasi di aver vissuto due vite diverse: si rinasce.



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