Cosmo: quando il cantautorale incontra l’elettronica

Cosa pensereste se il vostro professore di storia e filosofia all’improvviso diventasse un fenomeno musicale? È il caso di Cosmo, all’anagrafe Marco Jacopo Bianchi, che ha deciso di abbandonare l’insegnamento per concentrarsi sulla musica. Proveniente da Ivrea (TO), Cosmo crea quel tipo di musica che mischia vari generi, dal cantautorale all’elettronica.

La sua carriera inizia nel 2002 con il gruppo indie rock Drink to Me, successivamente abbandonato per lavorare a un percorso da solista. Nel 2012 inizia con un paio di cover di Battiato, da cui affermerà di aver preso ispirazione, per poi passare alla pubblicazione del suo primo album l’anno successivo.

Disordine

Pubblica Disordine completamente da solo: infatti l’album è stato scritto, prodotto e suonato dallo stesso Cosmo. Con esso ha ottenuto subito un notevole successo, che gli ha permesso nello stesso anno di partecipare al Mi Ami, il famoso festival indie che si svolge ogni anno a Milano. L’album arriva anche come finalista della prestigiosa Targa Tenco per la categoria “opera prima di cantautore”, un buon risultato per un album d’esordio.

Disordine che si nasconde qui sotto
Disordine che devi lasciare intatto
Disordine che imparerai ad amare

L’Ultima Festa

Nel 2016 pubblica il suo secondo album, con il quale sembra quasi di essere tornati agli anni ’80, al periodo in cui regnava la new wave. Con Cosmo sembra quasi di vivere una new wave 2.0 poiché era da tanto che non si vedeva un artista capace di integrare diversi generi. Nonostante lo stile presenti diversi beat, Cosmo racconta indirettamente molto del suo privato: usa i suoi album come una sorta di diario personale, con lo scopo però di far ballare la gente. Rispetto al primo progetto, L’ultima festa sembra più personale perché racconta di come appare la vita dopo i trent’anni. L’abbandono lento di quello stile di vita spensierato e l’avvicinamento a quello stile di vita adulto e pieno di responsabilità. Risulta quasi difficile che temi del genere appaiano in un disco elettropop.

Bevo la notte, grido più forte, rido
Di te
E quando mi dici che non esisto tu
Sparisci con me

Cosmotronic

Gennaio 2018, terzo album. L’album in cui è contenuta Sei la mia città, canzone che ci ha accompagnato un’estate intera. Questo album arriva come un uragano, un’esplosione musicale. Un album che ti fa ballare e saltare fino allo sfinimento. Si passa da Sei la mia città a Turbo passando per Quando ho incontrato te, brano nel cui videoclip sono presenti la moglie e i due figli. Con questo album, oltre ai sold out nei palazzetti, ha organizzato in collaborazione con Puma il Cosmotram il 27 gennaio a Milano, un rave itinerante riservato ai fan di Cosmo. Rispetto agli album precedenti, questo presenta più musica e meno parole. Anche se poche, queste presentano una notevole importanza, come la dedica d’amore per la moglie, contenuta nel brano Quando ho incontrato te. Omaggia anche il gruppo norvegese Röyksopp nel brano Tutto Bene.

Eppure nemmeno lì sotto
Neppure lo schifo d’inverno
Nemmeno l’inferno
Vorrei starti lontano
Te lo dico più piano

Indie o elettropop?

Il bello di Cosmo è che riesce ad accomunare diversi generi. Si sa che nella vita bisogna sempre scegliere, o bianco o nero, tondo o quadrato, per alcuni Cosmo è indie, per altri è elettropop: lui dice di essere al centro. Fin da subito ha collaborato con importanti nomi della scena musicale contemporanea tra cui Colapesce, ma anche con grandi della musica italiana come Luca Carboni. Per noi Millennials Cosmo rappresenta qualcosa di nuovo e innovativo, un artista poliedrico. Per quelli della Generazione X può rappresentare semplicemente una versione moderna di Franco Battiato, visto che lo ricorda molto.

Meglio se continui a dormire non venire quaggiù
Il tuo sonno vale più di un respiro, tieni in vita anche me

Lo stile di Cosmo è atipico. Nonostante la leggerezza dei suoi brani, questi appaiono molto più profondi di quel che sembrano. Il missaggio di diversi generi porta a qualcosa di rischioso, può funzionare come può non funzionare. In questo caso si è corso il rischio e i risultati sono stati ottimi.

Cosmo travolge tutti, il suo scopo è quello di far ballare, nessuno escluso. Di certo nei live la scenografia aiuta, dato che viene sempre affidata ad artisti di un certo calibro, ogni minimo particolare viene studiato nel dettaglio. Tutti devono avere chiaro l’intento di Cosmo, ovvero che dove c’è lui c’è una festa che sta per cominciare e che se non avete voglia di ballare e saltare, fareste meglio a restare a casa.

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