Quella volta che Giulio Cesare vinse una battaglia con una zampogna

di Federico Lucrezi

Gesù, Giuseppe, Maria. Poi i pastori, le pecore, i Magi e l’angelo.

E il presepe è pronto.

Poi ci sono tutti gli altri personaggi di contorno, un fornaio, poi la donna che lava i panni al pozzo e poi lui. Il suonatore di zampogna.

Lo zampognaro nel presepe non manca mai.

 

E proprio al periodo di Natale si associa il suono molto caratteristico della zampogna, protagonista di molte culture dell’Italia centrale e meridionale, che ben si adatta alle melodie e all’atmosfera di questo periodo dell’anno.

Il suo fascino indiscutibile ha portato alla comparsa di numerose e leggende attorno a questo antico strumento. In particolare, c’è una storia molto antica che vede protagonista nientemeno che Giulio Cesare, in quel periodo impegnato nella conquista delle terre britanniche.

La battaglia prosegue da giorni senza che i romani, notevolmente più addestrati ed equipaggiati degli autoctoni avversari, riescano a vincere la strenua resistenza dei Britanni.

Tra tutti i soldati romani che stanno conducendo la dura campagna c’è Turno, un giovane suonatore di zampogna. Una mattina all’alba, terminato il turno di guardia, Turno decide di andarsi a nascondere dove nessuno può sentire, per riprendersi dalle fatiche della notte e suonare qualche minuto la zampogna. Si infila dunque in una delle stalle, lontana dagli alloggi dei soldati e attacca le prime note.

Turno però ha fatto i conti senza i cavalli, che terrorizzati dal suono della zampogna si imbizzarriscono e scappano dalla stalla. Il trambusto è tale che gli stallieri accorrono in un attimo.

Ripristinata la calma e riportati i cavalli nella stalla, Turno viene scortato al cospetto di Cesare. Tutti si aspettano una severa sanzione per il giovane soldato, ma è proprio in quel momento che arriva l’illuminazione.

Cesare ordina la costruzione di decine di zampogne, che in poco tempo sono pronte. L’abilità di Turno è nota tra le fila dell’esercito romano, tanto che molti compagni d’armi si sono avvicinati allo strumento e sono in grado di suonarlo.

La strategia è messa in atto. I Britanni attaccano attraversando a cavallo la valle che li separa dall’esercito romano, ignari che nei boschi ai bordi della valle decine di zampognari attendono solo il via per iniziare il loro concerto. È un attimo. Il suono delle zampogne riempie la valle scatenando il panico tra le cavalcature britanniche che in un attimo fuggono terrorizzate in tutte le direzioni.

E la battaglia è presto vinta.

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