Un’altra grande impresa si aggiunge alla lista dei successi dell’alpinista bergamasco Simone Moro.
Ma quali sono alcune delle più grandi imprese che hanno visto protagonista il bergamasco Simone Moro?
- il Nanga Parbat, altrimenti detto “il mangiauomini”. E’ il 2016 quando l’alpinista, all’età di 49 anni, scala 8126 metri in invernale, una vicenda straordinaria compiuta in 10 ore, ad una temperatura di -40°C. Un’impresa alla quale, Simone aveva dovuto rinunciare due volte per le difficili condizioni meterologiche e la paura di non farcela, paura che gli ha salvato la vita.
- Il Nanga Parbat, però, non è tra i soli ottomila ad essere conquistati in invernale, bensì, al suo fianco, si aggiungono lo Shisha Pangma (8027), il Makalu (8463) e il Gasher-brum (8035).
- Tra tutte queste conquiste, il K2, però, rimane solo un sogno. Rinunciare a questo nuovo possibile ed unico successo è l’elevato rischio, affiancato da una promessa fatta alla moglie per un negativo presagio.
- Tra le imprese di Moro, non ci sono solo vette raggiunte, ma bensì anche salvataggi, in particolare quella a Tom Moores:
“Non sopportavo l’idea di lasciare morire una persona senza nemmeno fare un tentativo, anche inutile, di salvargli la vita. Allora ho detto a Denis di tenermi d’occhio che sarei andato a cercare di recuperarlo. Quando l’ho raggiunto ho capito subito che salvarlo sarebbe stato una brutta faccenda. Era in un posto pericolosissimo per le valanghe, senza guanti, senza pila e cosa ancor più grave senza ramponi. Mi ha detto di andarmene e di lasciarlo li a morire. In dialetto bergamasco gli ho risposto che con tutta la fatica che avevo fatto per arrivare fino a lì, me lo sarei portato via anche in groppa. E così ho fatto. Era senza ramponi e messo male, per cui non c’era a altra alternativa che caricarselo in spalla e trascinarlo. Senza ossigeno l’ho riportato alla mia tenda, salendo per circa duecento metri di dislivello prima di rientrare alla mia tenda per evitare un tratto troppo pericoloso per le valanghe. È stato uno sforzo tremendo”
Quanto dovremo aspettare per un’altra incredibile e straordinaria impresa dell’alpinista?