Oscar 2022: tra film premiati e momenti da (non) ricordare

La 94esima edizione degli Academy Awards si è appena svolta nella notte tra il 27 e il 28 marzo 2022 secondo il fuso orario italiano al Dolby Theatre di Hollywood. Come ogni edizione degli Oscar che si rispetti, anche quest’anno non sono mancate le sorprese e i colpi di scena. Lo stesso discorso vale per le delusioni e l’amaro in bocca di chi avrebbe voluto vedere i propri favoriti trionfare nella notte più importante per il cinema statunitense e internazionale

Presentatrici e momenti salienti

A condurre questa edizione degli Oscar sono state chiamate tre personalità del mondo dello spettacolo: Regina Hall, Wanda Sykes e Amy Schumer, attrici per cinema e serie TV, in veste di presentatrici per una notte. Secondo la ormai consolidata tradizione, dopo il consueto red carpet che anticipa la cerimonia, la manifestazione cinematografica vera e propria ha avuto inizio circa alle due del mattino secondo l’orario italiano.

Come ci si poteva facilmente aspettare, un momento della cerimonia è stato dedicato al conflitto in Ucraina: nonostante alcuni avessero auspicato il contrario, non c’è stato nessun collegamento con il presidente ucraino Zelensky, ma l’Academy ha voluto mostrare il proprio appoggio nei confronti della nazione ucraina invitando il pubblico a un minuto di silenzio. Il supporto è arrivato anche dai singoli partecipanti alla manifestazioni, con diverse personalità che hanno mostrato simbolicamente il proprio interesse alla causa

Lo svolgimento della serata

Per il resto, la 94esima edizione degli Academy Awards si è svolta nella solita atmosfera che la contraddistingue, con i vari presentatori e presentatrici a susseguirsi sul palco per premiare le pellicole maggiormente di successo dell’anno appena passato. Nel corso della manifestazione, vi sono state anche alcune performance live delle canzoni in gara per il premio alla Miglior canzone, tra cui una versione di We don’t talk about Bruno dal film d’animazione Encanto e No Time to Die dall’ultimo James Bond

I premiati

Tra i film che sono riusciti a guadagnarsi almeno una statuetta troviamo I segni del cuore – CODA di Siân Heder che, contro ogni aspettativa rispetto ad altri film in gara che erano ben più quotati, riesce a portare a casa il premio più ambito, quello per il Miglior film.

Per la Miglior regia, viene confermato il pronostico di molti con la premiazione di Jane Campion per Il potere del cane, il film più nominato in questa edizione degli Academy Awards. Per quanto riguarda le performance degli attori e delle attrici, per i ruoli non protagonisti trionfano Ariana DeBose (West Side Story di Steven Spielberg) e Troy Kotsur (I segni del cuore – CODA). Con questa premiazione Troy Kotsur diventa il primo attore non udente a essere premiato agli Oscar. Per i ruoli da protagonista vincono l’attrice Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye e Will Smith per Una famiglia vincente – King Richard.

Colpo di scena

A proposito di Will Smith, non si può non citare il video che sta facendo il giro del mondo: poco prima di essere premiato per la propria performance, l’attore è stato protagonista di una scena le cui conseguenze al momento sono ancora da chiarire. In risposta a una battuta da parte di Chris Rock sul palco del Dolby Theatre e indirizzata a Jada Pinkett Smith, moglie dell’attore, Smith è scattato sul palco aggredendo Chris Rock, per poi scusarsi durante il suo discorso di ringraziamento in seguito alla premiazione. La scena ha suscitato non poche reazioni, con il pubblico diviso tra chi pensa che sia stato uno sketch preparato e non riuscito e chi invece è certo della veridicità di quanto accaduto ed è combattuto sulle ragioni delle due parti. 

Trionfo tecnico

Agli Oscar, una parte dei premi è, come di consueto, dedicata agli addetti ai lavori e all’aspetto tecnico dietro la costruzione di ciascuna pellicola. Per quest’anno, come molti si aspettavano, a trionfare è stato Dune di Denis Villeneuve. Il film non solo ha ottenuto il premio come Miglior colonna sonora a Hans Zimmer, ma ha anche vinto la statuetta per Miglior sonoro a Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett.

Inoltre, ha ottenuto il premio per i Migliori effetti visivi a Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer, la Miglior fotografia a Greig Fraser, il Miglior montaggio a Joe Walker e la Miglior scenografia a Patrice Vermette e Zsuzsanna Sipos, per un totale di sei riconoscimenti. A fare eccezione per l’aspetto tecnico sono i costumi e il trucco e le acconciature, vinti rispettivamente da Crudelia (Jenny Beavan) e Gli occhi di Tammy Faye (Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh).

Spostandoci invece su sceneggiature e canzone originale, per quanto riguarda la categoria della Miglior sceneggiatura originale ha vinto Belfast di Kenneth Branagh, per la non originale ha confermato il suo successo I segni del cuore – CODA.

Animazione, internazionale e documentari

Nelle ultime categorie rimaste, arrivano alcune delle note dolenti per la rappresentanza italiana agli Oscar. Nella categoria Miglior film d’animazione, in cui era candidato Luca di Enrico Casarosa, ha trionfato un altro lavoro Disney, Encanto di Jared Bush, Byron Howard, Yvett Merino e Clark Spencer. La maggiore delusione, un po’ anticipata del già annunciato successo della rappresentanza giapponese con Drive My Car, arriva dalla categoria Miglior film internazionale: l’Italia vede È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino arrivare a un soffio dalla statuetta. 

Infine, per il Miglior documentario vince Summer Of Soul (…Or, When The Revolution Could Not Be Televised) di Ahmir “Questlove” Thompson, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein. Nel reparto cortometraggi, il Miglior cortometraggio del genere documentario è The Queen of Basketball di Ben Proudfoot, per l’animazione The Windshield Wiper di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, per il live action The Long Goodbye di Aneil Karia e Riz Ahmed. 

Anche questa edizione degli Oscar si è conclusa e cala il sipario su uno dei palchi più significativi per il cinema internazionale. Come ogni anno, non sono mancate le piccole polemiche o i momenti che, per un motivo o per un altro, rimarranno negli annali. Di anno in anno, la cerimonia degli Academy Awards, ormai considerata un’istituzione, si contraddistingue per momenti che rimangono nel bene e nel male nella memoria comune, frutto dell’’attesa nell’aria, degli scambi di battute finiti male e di quell’atmosfera hollywoodiana tra estrema formalità e amici al bar.

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