5G: la rete che divide l’opinione generale

Qualche tempo fa da Bruxelles è stata comunicata la decisione del ministro regionale dell’Ambiente di Bruxelles, Céline Fremault, di sospendere le sperimentazioni sul 5G in quanto gli studi fino ad ora condotti non la rassicurano in merito alle conseguenze che questa implementazione tecnologica possa causare alla salute umana. Poco dopo è giunta una notizia che ha fatto sorridere i più: nella bozza del Programma nazionale riforme (Pnr) contenuta nel Def (Documento di economia e finanza) si legge che il governo ha deciso di investire risorse significative per lo sviluppo del 5G e della banda larga in Italia.

Qualcosa effettivamente non torna. Da una parte si fa un passo indietro in quanto installare il 5G significherebbe implementare il numero di antenne in città, necessarie al suo funzionamento (una ogni 100 metri) mettendo seriamente a rischio la salute di migliaia di cittadini a causa dell’altissimo livello di radiofrequenze, alle quali si sarebbe esposti in ogni momento della giornata. Il pericolo è serio, dato che ci sono già dei casi di tumori dovuti all’eccessiva esposizione a queste frequenze. Dotare l’intero pianeta di questa -forse superflua- tecnologia, significherebbe non solo inondare le città di tutto il mondo di queste antenne, probabilmente dannose anche per tutta la fauna, ma comporterebbe anche l’installazione di circa 20000 satelliti nello spazio per permettere all’intero sistema di funzionare.

Non siamo arrivati al limite accettabile? Negli ultimi anni infatti numerosi -si tratta di centinaia- scienziati hanno firmato diverse petizioni contro il governo per avvertire gli stessi dei pericoli irreversibili del 5G, ma nessuno è mai stato ascoltato o preso seriamente in considerazione. Ad oggi non c’è uno studio accettato a livello internazionale che affermi l’effettiva dannosità della nuova rete, ma questo non significa che non siano state fatte ricerche in merito, infatti quelle condotte fino ad ora mostrano come la vicinanza continua a queste antenne e radiazioni provochino l’aumento ti tumori, stress da cellulare, tremori, nausea, insonnia e amnesia. Non dovrebbe già essere sufficiente sapere che esista la reale possibilità di scatenare queste problematiche a far desistere governi e istituzioni dal procedere in questo senso? La nostra società ha così tanto da dover rimediare per gli errori commessi nel passato, sarebbe stupido, incosciente ed azzardato esporre ancora una volta l’intera umanità a danni irreversibili.

Eppure lobby e governi stanno mettendo la testa sotto la sabbia ancora una volta. È troppo appetibile questa opportunità per essere sprecata, molti soldi potrebbero essere investiti e anche guadagnati dopo accordi economici irrispettosi degli standard previsti per il rispetto della salute. L’Italia dunque, proprio mentre una delle città più avanzate in Europa ha detto basta, ha deciso di puntare sul 5G e come lo stesso sindaco Sala ha dichiarato, far diventare Milano la nuova capitale della rete ultra veloce.

La cosa buffa è che coloro i quali finanziano questo progetto saranno comunque esposti ai danni preventivati e saranno, così come tutti gli altri, costretti a correre  ai ripari da una tecnologia che forse l’uomo non è più in grado di domare. L’umanità è arrivata ad un livello il cui la brama di tecnologia ha superato qualsiasi altra aspirazione, è una corsa continua alla ricerca di un qualcosa che non avrà mai fine perché le infinite capacità intellettive dell’uomo saranno sempre in grado di trovare una diversa angolatura dello stesso modello. Ad un certo punto però bisogna dire basta, così come ha fatto la ministra belga, bisogna rendersi conto che tutta questa tecnologia non è davvero necessaria, il livello che abbiamo raggiunto negli anni Duemila è qualcosa che fino a due decenni fa era solo immaginabile nei film di fantascienza.

L’uomo fa funzionare la tecnologia, perché lui l’ha creata, il nostro problema ora è un altro: la tecnologia sta mangiando l’uomo e non siamo più in grado di controllarla. Avere il 5G nelle nostre case, nei nostri uffici, tra le vie della città vuol dire perdere anche l’ultima speranza di proteggere quell’ultima briciola di privacy che ci è rimasta. Avere il 5G significherebbe essere sempre connessi ad una rete in grado di tracciare ogni nostro movimento nel lavoro, nella società o nel privato. Avere il 5G vorrebbe dire, infine, vendersi ancora una volta ad un’economia ed una politica menefreghista.

 

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