Zeitz MOCAA: il nuovo museo d’arte contemporanea africana a Cape Town

Il 22 settembre 2017 è stato aperto a Cape Town un museo per l’arte contemporanea africana: lo Zeitz MOCAA (Museum of Contemporary Art Africa) grazie alla collaborazione tra l’imprenditore tedesco Jochen Zeitz e il Victoria & Alfred Waterfront, ovvero il centro storico del porto della capitale.

In questa area fu terminato nel 1924 un immobile dalle dimensioni colossali e dall’aspetto brutale, il Grain Silo Complex, che cessò la sua attività già nel 1990. È proprio questo l’edificio che il designer Thomas Heatherwick ha utilizzato come “scatola predefinita” da rimodellare al suo interno in modo da ospitare la collezione d’arte contemporanea, ma non solo. Il complesso ospita infatti svariati servizi, tra i quali una biblioteca, un hotel di lusso, l’Istituto della Fotografia e quello del Cinema.

Il nuovo museo di Città del Capo non è dunque un edificio ex novo, ma il risultato di un importante intervento su di un edificio preesistente: da uno squallido blocco di cemento in stato d’abbandono, il designer inglese, ha “tirato fuori” un edificio dall’aspetto lussuoso e moderno, grazie al rigore geometrico che caratterizzava il complesso precedente e alla scelta di sostituire le pareti piene con delle vetrate dalla forma leggermente bombata, che donano leggerezza all’edificio.

Inoltre Heatherwick ha letteralmente scavato i tubi circolari del silo creando una raffinata architettura, che riecheggia vagamente l’interno di una cattedrale gotica.

Il museo propone diversi artisti viventi del continente africano, tra cui Athi-Patra Ruga, Cyrus Kabiru, Jacki Job, Jeremiah Quarshie e Kendell Geers. Ma anche alcuni artisti del continente europeo e americano, tra i quali ad esempio Isaac Julien dall’Inghilterra e Kehinde Wiley dagli Stati Uniti, in quanto rappresentanti della diaspora del popolo africano e della sua arte.

Alcuni hanno visto l’apertura al pubblico di questo museo come un grande traguardo politico e sociale per il Sud Africa, ovvero un riconoscimento pubblico dell’arte e della cultura locale, negate e soppresse durante il periodo dell’apartheid.

Fa però pensare il fatto che l’iniziativa provenga da un ricco imprenditore bianco ed europeo, Jochen Zeitz, ex CEO della PUMA e amante del continente africano, tanto da aver comprato un ranch in Kenya di 50.000 acri. Per diversi motivi quindi, si pensi anche all’inserimento dell’hotel di lusso all’interno dell’edificio, l’iniziativa sembra avere un carattere fortemente economico. Ancora più discutibile la scelta del designer inglese e dell’edificio stesso, che rispecchia ancora una volta il gusto e la cultura occidentale.

Ciò nonostante il museo rimane senza dubbio una meta di notevole interesse, sia per l’originale intervento architettonico, che per la sua ineguagliata collezione d’arte contemporanea africana.



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