La teoria del Limbo: da Dante alla Chiesa contemporanea

Interrogarci sul Limbo, significa indagare su un problema presente nel cristianesimo quasi fin dalle sue origini: i bambini morti senza battesimo sono destinati all’Inferno?

Sì, è la risposta, secondo sant’Agostino, che condannava i bambini morti senza battesimo alla dannazione eterna. Ma in epoca medievale, con la scolastica e san Tommaso, prevale un’altra dottrina: questi bambini infatti non avrebbero goduto della visione di Dio, ma almeno di una certa felicità derivante dalla natura.

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È a quest’ultima dottrina teologica che Dante fa riferimento nella costruzione del suo Limbo, che egli descrive come il primo dei nove cerchi dell’Inferno. Esso è collocato prima del luogo in cui Minosse giudica i peccati delle anime indicandogli il luogo di dannazione per loro stabilito, perché le anime che il Limbo ospita non hanno commesso alcun peccato: si tratta infatti, per l’appunto, dei bambini morti senza battesimo e di coloro che non hanno creduto in Cristo venuto o venturo. Tra essi vi è Virgilio, la guida di Dante nelle prime due cantiche, ma anche Omero, Eraclito, Aristotele, Socrate e in generale tutti coloro che in vita agirono rettamente, seguendo le virtù cardinali, ma senza quelle teologali.

Il Limbo, pur essendo parte dell’Inferno, non produce pene corporali: non vi sono infatti lamenti di dolore ma sospiri, e questo perché la punizione delle anime ospiti del Limbo è quella di non poter godere della visione di Dio. Nel Limbo quindi i non credenti, di qualunque religione, si ritroverebbero sì all’Inferno, ma in una situazione ben migliore di quella di coloro che pur essendo cristiani formalmente, non lo sono nel profondo.

Il Limbo nella Chiesa cattolica non è mai stato considerato una verità di fede formalmente e completamente riconosciuta, come ci rivela Joseph Ratzinger già nel 1984: “il limbo non è mai stato una verità definita di fede. Personalmente lascerei cadere quella che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica”.

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Oggi, il Limbo è stato ufficialmente abolito: a stabilirlo è un documento della Commissione teologica internazionale del 2004. La decisione è dovuta anche al fatto che l’esistenza o no del Limbo rappresentava non soltanto una questione teologica astratta, ma una vera urgenza pastorale, infatti il numero di bambini morti senza battesimo era in aumento: in parte perché i genitori non battezzavano più i loro figli, in parte perché il numero di aborti era in aumento.

La Commissione giustifica la sua scelta di abolire il Limbo ponendo l’accento sulla misericordia di Dio, sulla Grazia che è superiore al peccato e sul particolare amore di Dio per i bambini. Evidenziati appaiono inoltre le ragioni che hanno contribuito al mantenimento del Limbo fino a tempi così recenti: con l’esistenza del Limbo, il battesimo, nel suo togliere il peccato originale, risultava una determinante via di salvezza e di conseguenza i genitori erano portati a battezzare i loro figli. Ma i tempi cambiano, e con tanti innocenti non battezzati destinati all’Inferno, si è dovuto ricorrere ai ripari e così la Chiesa cattolica ha voluto fare definitivamente chiarezza sulla questione: “i molti fattori che abbiamo considerato… danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica”.

 

FONTI:

www.lagazzettadelmezzogiorno.it

www.corriere.it

-Dante, Inferno (commento Bosco-Reggio).

 

Images: copertina

 

 

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