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Il fiore: la storia di una meraviglia senza tempo

Il fiore ha un’espressione del volto, come gli uomini o gli animali. Alcuni sembrano sorridere; altri hanno un’espressione triste; alcuni sono pensierosi e diffidenti; altri ancora sono semplici, onesti e retti, come il girasole dalla faccia larga e la malvarosa.

Henry Ward Beecher

Il fiore. Immagine poetica per eccellenza: un perfetto connubio tra elemento naturale e oggetto ornamentale. Milioni sono le sue varietà e ancor di più i colori che lo qualificano come tale. Sfumature, luci, ombre e profumi che ne fanno un elemento idilliaco. Da sempre d’ispirazione per filosofi, poeti e artisti, il fiore è una meraviglia senza tempo.

Piccole creature, sempre diverse, che si diffondono sui campi, nei giardini privati e persino ai lati delle strade. La loro forza si sprigiona ogni volta in maniera imprevedibile e sensazionale. Come se volessero a tutti i costi far sentire la loro presenza.
E noi comuni mortali ci stupiamo sempre di fronte a cotanta perfezione.

Il fascino di un fiore sta nelle sue contraddizioni – così delicato nella forma, così forte nel profumo, così piccolo nelle dimensioni, così grande nella bellezza, così breve nella vita, così lungo il suo effetto.

Terri Guillemets

Grazie ai suoi innumerevoli significati, il fiore è stato un modello di riferimento per tanti professionisti. In particolar modo ha avuto un valore inestimabile per gli artisti, i quali hanno saputo conferirgli importanza e solennità. Se pensiamo al fiore in ambito artistico, una delle prime immagini che potrebbe balzarci in mente è quella di un vaso colmo di girasoli.

I Girasoli di Vincent van Gogh sono una serie di dipinti volti a rappresentare l’immagine iconica floreale per eccellenza. I fiori sono disordinati, spesso non proporzionati, a rispecchiare l’animo profondo dell’artista olandese.
Spesso protagonista di nature morte – raffigurazioni pittoriche di oggetti inanimati – il fiore ha però in realtà una forte connotazione vitale. La sua continua trasformazione gli permette di inserirsi in un discorso molto più ampio, dove non per forza la natura è connessa all’immobilità.

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Caravaggio, Canestra di frutta

In questa veste, possiamo ricordare la Canestra di frutta di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Il famosissimo dipinto, risalente alla fine del ‘500, mostra un ingarbuglio di frutta, fiori e piante. Un perfetto equilibrio cromatico e compositivo. Anche in questo caso, nonostante le foglie facciano quasi da ornamento al cesto in vimini, la loro presenza è di fondamentale importanza. Senza, non sarebbe stata la stessa cosa.

Tuttavia il fiore raggiunge la sua massima espressione poetica con il pittore francese Claude Monet, considerato uno dei fondatori dell’Impressionismo. En plein air è la parola magica, letteralmente tradotta “all’aria aperta”. È una nuova concezione che indica un metodo pittorico consistente nel dipingere in spazi aperti, così da cogliere tutte le sfumature che la luce del sole genera su ogni piccolo particolare.

Composizione Ikebana

Questa tecnica ha permesso una diversa osservazione della natura, che, se prima si limitava a pochi timidi sguardi, ora sembra aver trovato la sua rappresentazione prediletta. Il rapporto così instaurato dava vita, ogni volta, a composizioni sensazionali. La serie delle Ninfee di Monet è il perfetto esempio. Si tratta di un ciclo di più di 200 dipinti. Sebbene la ricerca artistica non punti più sul realismo del soggetto prescelto, l’impressione è quella di una forza immateriale che si propaga nello spazio circostante.

Così la simbologia del fiore ha superato ogni confine. E diventa subito chiara la sua influenza nell’arte di un paese oltreoceano, il Giappone. Ikebana è, infatti, un termine giapponese che si riferisce all’arte riguardante i fiori recisi. Quest’arte ha un’origine antichissima. Risale al VII secolo d.C. la scelta da parte dell’ambasciatore Ono no Imoco di ritirarsi sulle colline di Kyoto e di dare origine a questa peculiare forma espressiva, che per secoli attraverserà i paesi di tutto il mondo.

Un elemento imprescindibile è l’armonia, la quale deve accompagnare ogni creazione. La simbologia, poi, rappresenta un altro presupposto. In genere, infatti, una composizione Ikebana è composta da tre steli: il più lungo rappresenta il legame con il cielo, il più corto ricorda il contatto con la terra e uno stelo di grandezza media rappresenta l’uomo, che viaggia continuamente tra cielo e terra.

Le piante raffigurate sono scelte in base al messaggio da voler comunicare: il bambù simboleggia prosperità, i fiori di pesco rappresentano la femminilità più intrinseca. Dunque, il fiore, e con esso la sua simbologia, hanno saputo muoversi nel tempo e nello spazio, dando vita a correnti sempre diverse e inedite.

Come cita un proverbio giapponese: “Il guerriero è un uomo tra gli uomini, il fiore del ciliegio è un fiore tra i fiori.”


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