Massimo Pericolo

Massimo Pericolo: solo un fenomeno del momento?

Massimo Pericolo, all’anagrafe Alessandro Vanetti, è nato nel 1992 e potrebbe rispecchiare l’immagine super inflazionata del rapper tossico e maschilista. Vane – così chiamato dagli amici – ha avuto una vita difficile, cresciuto tra varie città d’Italia senza un soldo, con la madre spesso disoccupata e il padre assente.
Dopo aver lasciato la scuola e aver cambiato vari lavori inizia a spacciare, finendo in carcere nel 2014, dove resterà per quattro mesi per poi scontare il resto della pena ai domiciliari nella sua casa a Brebbia, nel varesotto. È questo il periodo in cui comincia a scrivere assiduamente per dare sfogo al suo dolore, ma anche per raccontare la periferia e tutto ciò che ha vissuto in questo ambiente. Fino a qui tutto normale, abbiamo sentito questa storia tante volte nel mondo del rap (principalmente americano).

7 miliardi: il primo singolo

All’inizio del 2019 esce il singolo 7 miliardi che suscita curiosità – e anche un po’ di scalpore – nella scena musicale. Un brano estremamente fresco, feroce, che racconta la sua voglia di rivalsa sociale: “Io se non sfondo ho fallito”.

Il testo è un vero e proprio sfogo, “voglio sette miliardi, fotte un cazzo degli altri”, che si chiude quasi ossimoricamente con la frase “voglio solo una vita decente”, frase che suona come una disperata richiesta di aiuto.
Il video è altrettanto crudo: all’inizio viene mostrato Massimo che brucia la tessera elettorale al grido di “non voto che tanto non serve”. Si vede poi l’ambiente di provincia degradato, con la droga che sembra essere onnipresente. Grazie a 7 miliardi ha iniziato a raccogliere consensi e a mettere d’accordo proprio tutti: dalla vecchia alla nuova scuola – i primi a sostenerlo sono stati proprio Marracash e Tedua –, dal pubblico che ama il rap a chi di rap non si è mai interessato.

Scialla Semper: il primo disco

Massimo Pericolo Scialla Semper
Cover di Scialla Semper (2019)

Nell’aprile scorso è uscito il suo primo disco, Scialla Semper, nome che deriva dall’operazione antidroga che ha portato al suo arresto cinque anni fa. Il disco conta 8 tracce (7 Miliardi, Ansia, Cocco, Sabbie d’oro, Scialla Semper, Soldati, Ramen Girl e Amici), dove l’artista vanta delle produzioni importanti targate Crookers e Nic Sarno. Nel disco collabora con Ugo Borghetti nel brano Ansia e con Generic Animal che canta il ritornello di Sabbie d’oro. Massimo Pericolo è diventato così il fenomeno del momento.

Subito dopo l’album, l’artista ha collaborato con Ketama126 all’uscita del singolo SCACCIACANI, che conta più di dieci milioni di ascolti su Spotify. Il rapper è inoltre presente nel Machete Mixtape Volume 4 con il brano Star Wars, featuring Fabri Fibra, un progetto curato da Salmo e che ha scalato rapidamente le classifiche. Oltre alle nuove uscite, lasciano ben sperare i suoi vecchi brani, che sono in realtà poco più che demo. Tra questi troviamo Cella senza cesso, Miss o Totoro, che mostrano non solo la voglia di gridare, ma anche la necessità di raccontarsi per esorcizzare la propria sofferenza, come se per Vane scrivere fosse una vera e propria terapia.

L’emodrill di Massimo Pericolo

Quello che distingue Massimo Pericolo dal resto della scena rap però è la sua scrittura: fredda, senza tanti fronzoli, autentica, tagliente e cruda. L’artista si definisce emodrill, genere che in Italia non è molto conosciuto, ma che ha come esponente il già citato Ugo Borghetti. Il rapper dall’altra parte non racconta solo vicende di droga e lotta contro le forze dell’ordine, ma fa trasparire un’eterna insicurezza, raccontando la sua battaglia contro la depressione e la paura di non trovare un posto nel mondo.
Se 7 miliardi è un pugno, Amici (altra traccia di Scialla Semper) è una carezza di ringraziamento alle persone che gli sono vicine da anni e che “si sbattono un sacco a distrarlo”. Se Vane è arrogante nei testi e nei live, davanti alle telecamere appare un ragazzo estremamente umile, con lo sguardo basso che sfugge l’obiettivo.

Un artista quindi diviso tra la violenza della voglia di rivalsa e la profonda introspezione che riesce a piacere – forse inaspettatamente – a un’enorme porzione di pubblico e che fa pensare che non sia solo la rivelazione del momento, ma che abbia tutte le carte in regola per diventare, e rimanere, uno dei “big” della scena italiana.

FONTI

Rockit.it

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