Eros e cinema: da Marilyn Monroe ad oggi

Il cinema erotico è sempre stato un elemento fondamentale delle culture occidentali, nascendo ed evolvendosi progressivamente, creando e abbattendo tabù o false credenze. Sfortunatamente, “evoluzione” non sempre corrisponde a “miglioramento”, anzi: l’eros cinematografico ha subìto in pochi anni una vera e propria caduta di stile su tutti i fronti, annientando lo stile provocatorio e trasformandolo in una realtà esclusivamente carnale.

Sia chiaro che con il termine “eros” non intendiamo il sesso in sé e per sé, ma l’intera sfera fisica ed emotiva collegata ad esso: sguardi, frasi ad effetto, provocazione e l’effettivo atto sessuale.
Se dovessimo citare una figura a dir poco fondamentale di questo genere, parleremmo quasi tutti della bellissima Marilyn Monroe, iconica figura dello spettacolo statunitense, divenuta famosa per le sue strabilianti interpretazioni e soprattutto per gli scandali che circondavano la sua persona, culminati nel discusso caso della sua morte prematura.
L’immagine di Marilyn ha segnato un’epoca – accompagnata dall’emblematica frase “Gli uomini preferiscono le bionde” – apparendo nelle opere di numerosi artisti, tra cui Andy Warhol, affermandosi nel cinema e nel mondo del canto. Negli anni ’50, la Monroe diventa molto popolare specialmente grazie ad una foto di nudo integrale rilasciata su Playboy, destinata a diventare la copertina più popolare della rivista.

A questi periodi di fama in tutto il mondo, si contrappone l’anima più scura dell’attrice: una vita di depressione e dipendenza da farmaci. Nonostante sia stata costantemente circondata da amanti e spasimanti e abbia tentato di costruirsi una vita con il regista Arthur Miller, Marilyn non è mai riuscita a trovare una stabilità psichica e morale. Dopo il caso dei fratelli Kennedy, l’attrice sprofonda infatti in un abisso di sofferenza, che, apparentemente, la porta alla morte. L’episodio viene inizialmente classificato come un suicidio dovuto ad una overdose di barbiturici, ma assume poi i contorni di un omicidio mascherato, forse dagli stessi Kennedy.
La figura di Marilyn Monroe, nel bene e nel male, ha segnato l’epoca del cinema e più generalmente del topic erotico statunitense, lasciando un’ impronta indelebile nelle menti di tutti.

Come abbiamo già affermato in principio di articolo, “evoluzione” non significa per forza “miglioramento”. Se guardiamo al cinema erotico odierno, assistiamo ad una vera e propria separazione: l’eros propriamente detto sta faticosamente tentando di ritagliarsi uno spazio sul grande schermo, senza riuscirci. Lo stile soft degli anni ’50 appare quasi estinto, lasciando spazio ad elementi hardcore quasi grotteschi. Basti pensare che il ciclo “Cinquanta sfumature di grigio” ha ricevuto più critiche che apprezzamenti proprio per questo motivo: il risveglio di una passione morbosa, carnale e quasi anaffettiva, che va ad intaccare la mente dello spettatore, specialmente se più giovane. La componente totalmente fisica di questi show crea quella che potremmo chiamare una sorta di “pornografia per tutti”.
Il limite viene superato quando il cinema tenta di sdoganare la fisicità a tutti i costi ed inevitabilmente si vengono a creare diversi stereotipi. L’uomo perfetto deve per forza essere alto un metro e novanta, avere la tartaruga, i capelli laccati e la barba sfatta. La donna deve avere un seno abbondante, comparire mezza nuda a più riprese, provocare e trasformarsi in un oggetto del desiderio sessuale.

Ecco quindi riemergere l’elemento pornografico, l’assoluta necessità di mostrare immediatamente ciò che farebbe più effetto se tenuto nascosto. Una scena di sesso farebbe sicuramente più effetto lasciando le figure in ombra, senza dover sbandierare la carnalità e regalando l’idea di passione di coppia. Tutto ciò sta andando a perdersi progressivamente.
I goffi tentativi dei registi moderni di cancellare ogni tabù stanno invece cancellando dalle nostre menti l’idea che un rapporto possa essere fatto di sguardi, pensieri, sogni e desideri.


 

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