Un piano per uccidere Hitler

Lipsia, settembre 1943. Il continuo andamento negativo della guerra tedesca su entrambi i fronti aveva ormai messo in chiara luce le divergenze tra la Wehrmacht (le forze armate) e i membri del partito nazista. Alcuni ufficiali dell’Esercito, sempre più convinti che Hitler avrebbe portato la Germania alla distruzione totale, iniziarono segretamente a ideare un grande quanto semplice colpo di stato, che avrebbe visto l’eliminazione del Führer e l’inizio di un negoziato di pace con gli Alleati.

Protagonista indiscusso di quest’operazione fu il colonnello Claus Schenck von Stauffenberg, veterano dell’Afrika Korps ferito gravemente durante l’occupazione tedesca della Tunisia. Il piano fu ideato durante un primo incontro segreto con i cospiratori Henning von Tresckow e Ludwig Beck, e sembrava finalmente la volta buona per portare a termine il progetto, reso difficoltoso dalle precauzioni che lo stesso Hitler aveva preso dopo l’inizio della controffensiva sovietica. L’idea consisteva nell’utilizzo dell’operazione Valchiria, manovra miliare da attivare nel caso di un colpo di stato. Essa prevedeva un allarme generale che avrebbe mobilitato tutte le forze tedesche della cosiddetta Riserva, un esercito stanziato in patria. Per la riuscita dell’operazione era comunque necessaria l’eliminazione fisica di Hitler, di cui si sarebbe occupato il colonnello Stauffenberg durante la sua visita alla “Tana del lupo”, rifugio nascosto nei boschi della Prussia orientale in cui il Führer incontrava i suoi luogotenenti e pianificava le mosse sui campi di battaglia. A quel punto Stauffenberg avrebbe potuto prendere possesso della “riserva”, diventando a tutti gli effetti il nuovo comandante delle forze tedesche dentro e fuori la Germania.

Il 20 luglio 1944, Stauffenberg si recò con il suo aiutante Werner von Haeften alla ”Tana del lupo”’, portando con sé due borse contenenti diversi chili di esplosivo attivabile da un detonatore ad acido. L’incontro con lo Stato Maggiore avrebbe dovuto tenersi in un bunker sotterraneo, in cui l’esplosione sarebbe stata amplificata, ma non fu così: il caldo spinse gli organizzatori dell’incontro a spostarsi nella sala conferenze, rendendo ancora più difficoltoso per gli attentatori riuscire a preparare adeguatamente gli esplosivi. Inoltre, si ipotizza che la valigetta contenente il C4 sia stata involontariamente spinta dietro la gamba del tavolo della sala riunioni, aumentando la distanza da Hitler. Alle 12.42 avvenne finalmente la deflagrazione, uccidendo quattro ufficiali e ferendone venti.

Stauffenberg e Haeften tornarono con successo a Berlino, e diedero inizio all’operazione Valchiria. Inoltrarono l’ordine secondo cui Adolf Hitler era stato ucciso dalle SS che stavano cercando di prendere il potere; la Riserva fu quindi mobilitata e  incaricata di arrestare tutti i membri della Gestapo e delle SS in Germania.
Sfortunatamente però, Hitler era sopravvissuto. Dalla ”Tana del Lupo” iniziavano a giungere notizie sempre più discordanti al riguardo, che annullavano di fatto ogni possibilità all’operazione Valchiria di concludersi correttamente.
Per quanto Stauffenberg e il suo gruppo tentassero di mantenere il controllo, lentamente tutti i prigionieri furono liberati e la Riserva tornò in mano al partito, decretando di fatto il fallimento totale dell’operazione.
Con un blitz al Bendlerblock (o quartier generale) da parte delle forze fedeli a Hitler, Stauffenberg e tutti i principali congiurati furono catturati vivi e fucilati poco dopo nel cortile dello stesso edificio.
In seguito, la Gestapo avviò un’indagine per stanare e punire tutti le persone coinvolte. Gli arresti furono circa cinquemila, con conseguente esecuzione o deportazione nei lager.
Lo stesso Rommel fu accusato di cospirazione e costretto al suicidio, come molti altri su cui si avevano appena dei sospetti di aver partecipato all’attentato.

In memoria di Stauffenberg e dei cospiratori, nel dopoguerra fu innalzato un monumento in loro onore sulla omonima Stauffenberg Strasse di Berlino.


Fonti

Wikipedia

Crediti

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