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La religione anima dell’economia: Weber e la complessità sociale

religioneLa religione e la sua influenza sui gruppi sociali e sulla concezione della realtà è stata oggetto di studio in numerose riflessioni sociologiche; i principali autori che si sono occupati di questo argomento sono stati Émile Durkheim, Karl Marx e Max Weber.

Weber, in particolare, ha concentrato la sua analisi sull’importanza di comprendere la logica interna su cui le diverse religioni si basano. Comprendendo la prospettiva e i punti cardine di diverse confessioni e culti è, infatti, possibile analizzare il comportamento religioso che influenza non solo le azioni individuali, ma anche la costruzione sociale e la struttura economica di diversi popoli e culture.

Il sociologo, infatti, nei suoi testi evidenzia come la religione abbia la capacità di plasmare la visione del mondo e di influenzare le scelte individuali. Questo è possibile attraverso la trasmissione di un sistema valoriale che permette agli individui di interpretare la realtà secondo una distinzione tra giusto e sbagliato. Tale struttura morale permette, in secondo luogo, di giustificare l’organizzazione di una certa struttura sociale secondo uno specifico modello economico.

Il pensiero weberiano

Max Weber, nella sua analisi sulla sociologia delle religioni, si concentra sulla relazione che intercorre tra idee e valori di matrice religiosa e altri elementi che compongono l’esperienza sociale degli individui, soffermandosi particolarmente sui comportamenti e sulla formazione di sistemi di natura economica.

La forte influenza esercitata dalle religioni a livello sociale ed economico dipende dalla possibilità di fornire risposte confortanti a domande esistenziali. Offrendo spiegazioni rassicuranti dotate di significato, le idee religiose plasmano la cultura e la struttura sociale, sulla base di un un processo di razionalizzazione sociale e culturale.

Weber nel suo lavoro si occupa di analizzare sia l’esperienza religiosa individuale, come nel caso del calvinismo, sia la prospettiva storica e culturale delle religioni. Queste ultime vengono considerate come manifestazioni di diverse forme di razionalità sociale organizzate in dottrine eticamente connotate che producono effetti sulla vita collettiva.

Sulla base di questi meccanismi di influenza tra sistema religioso, cultura e società, Weber analizza il legame tra religione e organizzazione economica in diverse culture. Partendo dalla riflessione sul calvinismo e sulla riforma protestante, analizza l’influenza religiosa sullo sviluppo del modello capitalista occidentale. Il calvinismo, infatti, sostiene la possibilità di salvezza attraverso il lavoro e il risparmio, presupposti di grande influenza sul sistema imprenditoriale calvinista.

Religione ed economia

Weber osserva come nelle diverse religioni sia ricorrente il tema universale della sofferenza umana e la possibilità di trovare risposte al problema nella dottrina. Questo è spesso possibile grazie a razionalizzazioni che spiegano e a volte giustificano l’esistenza e la distribuzione diseguale della sofferenza e delle risorse nel mondo. Le diverse chiavi di lettura della realtà offerte dalla religione forniscono delle regole individuali e sociali da poter seguire per comportarsi nel modo “giusto”.

Nel suo libro Letica protestante e lo spirito del capitalismo, Weber analizza il ruolo del calvinismo nella costruzione della società moderna. La riflessione parte dalla definizione dei punti cardine su cui la dottrina si basa. Questi comprendono l’unicità di Dio, la predestinazione divina, la creazione del mondo per la gloria divina, il dovere del lavoro per la gloria di Dio e la visione dei piaceri terreni come peccati.

Nel calvinismo, infatti, il concetto di “beruf”, vocazione, permette di interpretare il guadagno come una prova concreta dell’elezione divina e la conferma della propria salvezza. L’approccio calvinista di coinvolgimento attivo nel lavoro e di modifica della realtà è diventato caratteristico della civiltà occidentale e della sua economia.

Nell’induismo, nel buddismo e nel confucianesimo, invece, la meditazione e l’immobilità costituiscono il massimo valore spirituale. Queste basi culturali e morali hanno portato, secondo Weber, alla adozione di un’etica basata sul rifiuto all’intervento e alla trasformazione della società e della natura. Queste dinamiche, opposte ai meccanismi occidentali capitalisti, sono rispecchiate nell’organizzazione sociale ed economica orientale, caratterizzati invece da un’organizzazione comunistica e orizzontale.

Un ulteriore modello è costituito dal socialismo islamico, che promuove una società priva di povertà e sfruttamento, l’equa distribuzione dei beni e il welfare state. Questa concezione economica e politica si basa su uno dei pilastri dell’Islam, lo zakāt: l’obbligo religioso di purificazione della ricchezza per l’uguaglianza economica e sociale. In questo modello religioso il lavoro è considerato fonte di valore e di sintonia con Dio.

Le ripercussioni storiche della morale religiosa

Il pensiero weberiano è chiaramente osservabile analizzando come nel corso della storia diverse posizioni etiche e morali abbiano influenzato la vita materiale, economica e sociale.

Uno spunto di riflessione si rivolge al mondo cristiano medievale, nel quale l’usura è stata a lungo vietata da concili ecclesiastici e poteri laici. Questa pratica era, infatti, considerata un peccato sulla base di formule bibliche. Lo stesso divieto non veniva però applicato alla morale ebraica, condizione che ha portato alla nascita dello stereotipo dell’ebreo usuraio e del pensiero antisemita. Infatti, intorno al 1400, si sviluppa una relazione diretta tra persecuzioni, discriminazione e isolamento delle persone ebree e il loro ruolo economico nella società. Questi eventi hanno portato all’espulsione definitiva degli ebrei dalle città europee alla fine del XV secolo.

Anche dopo l’allontanamento fisico del popolo ebraico, le loro rappresentazioni nella società medioevale hanno trasmesso lo stereotipo un popolo avido di denaro e senza scrupoli. Tali caratteristiche definivano gli ebrei dannosi economicamente e moralmente corrotti.

Un esempio attuale può essere, invece, rappresentato dal sistema finanziario islamico, nel quale la religione viene concepita come base di qualsiasi tipo di dimensione economica. Questo riflette la visione islamica della vita e del destino delle persone, determinati dalla volontà divina.

La finanza islamica, o Sharia compliant, si basa su diversi principi giuridici, tra cui il divieto di interesse, di incertezza e di speculazione. Affidandosi i fedeli al volere e alle scelte di Dio, i presupposti religiosi islamici risultano in contrasto con le pratiche assicurative convenzionali.

Infatti, secondo i giuristi islamici i contratti assicurativi convenzionali violano i principi della dottrina morale, in quanto presentano intrinsecamente elementi di interesse, incertezza e speculazione. Questa impossibilità di conciliazione tra dottrina morale e pratiche assicurative condiziona notevolmente la vita dei credenti islamici, soprattutto per chi vive in contesti occidentali o occidentalizzati.

Analizzare complessità e differenze culturali attraverso lo sguardo sociologico

Il pensiero di Weber sulla reciproca influenza tra religione e società risulta un utile strumento di analisi di eventi passati e della realtà attuale. L’indagine delle basi etiche e valoriali che guidano l’agire quotidiano mette in luce i meccanismi che orientano la realtà in cui viviamo. Inoltre, tale consapevolezza può contribuire alla diffusione di un atteggiamento meno giudicante verso le differenze culturali, religiose e sociali, più tollerante e comprensivo.

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