Blink-182: together One more time…

Sono passati ben undici anni da quando è uscito l’ultimo album dei blink-182 nella formazione storica, ma dal 20 ottobre Mark Hoppus, Tom DeLonge e Travis Barker sono ufficialmente tornati per regalarci quella buona dose di pop punk di cui non sapevamo di aver bisogno.

Dopo sette anni di assenza, l’anno scorso la band ha pubblicato un video che annunciava il ritorno di DeLonge nella band, un nuovo singolo – Edging – e una tournée mondiale. Quasi un anno dopo, il 18 settembre 2023, viene rivelato il titolo del nuovo album, One more time…, e fissata la data di uscita al 20 ottobre. Ad anticiparlo, i singoli One more time… e More than you know, usciti il 21 settembre, seguiti da Dance with me il 5 ottobre. Il 13 ottobre è il turno di Fell in love e il 18 quello di You don’t know what you’ve got, ultimi singoli prima della pubblicazione dell’album.

La seconda reunion

Al primo scioglimento del trio nel 2005 segue una reunion nel 2009, poco dopo l’incidente aereo subito da Travis Barker, salvatosi miracolosamente seppur in condizioni gravi a causa delle ustioni riportate. I rapporti con Tom DeLonge si sono ricuciti e la band, tornata ufficialmente insieme, produce l’album Neighborhoods nel 2011 e l’EP Dogs eating dogs nel 2012.

Tre anni dopo, DeLonge lascia nuovamente la band, ma Hoppus e Barker decidono di continuare senza di lui. Entra quindi a far parte del gruppo Matt Skiba, loro amico di vecchia data e frontman degli Alkaline Trio. La nuova formazione funziona e l’album California del 2016 arriva al primo posto della classifica Billboard. Successivamente, nel 2019, esce il primo album in studio con l’etichetta discografica Columbia, dal titolo Nine, e nell’estate 2020 pubblicano il singolo Quarantine, incentrato sulla pandemia da Covid-19.

Nel 2021 Hoppus scopre di avere un tumore e deve quindi sottoporsi a chemioterapia, guarendo poi completamente a settembre dello stesso anno. La diagnosi del bassista fa sì che lui, Barker e DeLonge si incontrino per superare le vecchie controversie e riunirsi ancora una volta.

Tra ostacoli del passato e progetti per il futuro

La prima buona notizia è che One more time… non è un disco realizzato solamente per essere portato in tour, come accade spesso, purtroppo, a molte band storiche. La seconda buona notizia è che si tratta di un’opera compiuta, con un piede nel passato e l’altro rivolto al futuro.

L’album suona inconfondibilmente blink sin dalle prime note: i tre musicisti hanno deciso di attingere a piene mani tra le loro sonorità tradizionali, le stesse che li hanno resi celebri tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila. Per la generazione dei millennials, quella che mentre si districava tra le turbolenze dell’adolescenza è cresciuta con i loro maggiori successi, è un vero e proprio tuffo nostalgico nel passato.

Mark, Travis e Tom ci portano in un viaggio che dura 17 tracce, lungo il quale ci rendono partecipi delle proprie emozioni e condividono alcune tappe del proprio percorso non sempre semplice. Un album fotografico di momenti faticosi e tormentati, nei quali hanno dovuto fare i conti con la morte, ma hanno lottato, superato le avversità e ritrovato il senso di un’amicizia profonda.

Anthem part 3 e Dance with me

Fin dal primo brano, One more time… ci porta indietro nel tempo: Anthem part 3 fa subito leva sulla nostalgia, presentandosi come sequel di Anthem da Enema of the state e di Anthem part two da Take off your pants and jacket. La traccia parte subito al massimo, scatenando l’ascoltatore dalla prima nota con chitarre ruggenti. La voce roca di Tom crea il connubio perfetto con la batteria fumante di Travis e la chitarra infuocata di Mark.

La seconda traccia del disco ci porta una versione inedita della band. Con un video omaggio ai Ramones, Dance with me presenta infatti un inconsueto sound pop-punk ballabile, che la rende una canzone nata per diventare una hit.

Fell in Love e Terrified

Fell in love ha invece una matrice pop sporcata dalla batteria, che la rende un pezzo orecchiabile e di facile approccio. Con la collaborazione di Robert Smith dei Cure, suona come una versione pop punk di Friday I’m in love, divenendo un giusto sodalizio tra quello che è stato e quello che può essere da adesso in poi.

Uno dei brani più potenti dell’album è sicuramente Terrified, il quale, pur avendo tracce di autotune ed effetti sonori, ci riporta nuovamente al tipico sound della band californiana, con un bridge con il basso in palm muting e un tocco elettronico.

One more time

La title-track è una ballad struggente, una profonda introspezione e riflessione sui veri valori dell’amicizia e sulla vita: la chitarra acustica con uno strumming lento ma deciso, la batteria marziale che fa da sfondo insieme a un rinforzo di pianoforte, Mark e Tom (e sul finale, a sorpresa, anche Travis) che cantano dei bei tempi andati con i loro inconfondibili timbri.

Ecco i tre componenti fondamentali per riportare il racconto di quanto avvenuto negli ultimi anni, dall’incidente di Barker alla malattia di Hoppus, dalle incomprensioni ai riavvicinamenti con DeLonge. Sono proprio queste esperienze drammatiche ad aver riunito i tre amici:

I wish they told us

It shouldn’t take a sickness

Or airplanes falling out the sky

Do I have to die to hear you miss me?

Do I have to die to hear you say goodbye?

I don’t want to act like there’s tomorrow

I don’t want to wait to do this one more time

One more time

Una canzone malinconica in pieno stile I miss you (citata all’interno del brano) e Always che, arricchita da un videoclip con fotogrammi presenti e passati, occupa già un posto speciale nel cuore dei fan della band.

More than you know e Turn this off!

L’atmosfera cambia con More than you know che, iniziando in sordina, sembra partire sulla falsariga del brano precedente, ma poco dopo esplode con la classica deflagrazione d’impatto alla blink-182. La batteria di Barker fa da padrone con precisi riempimenti di batteria, una ritmica mutevole strepitosa e una cassa in evidenza. Una vera bomba punk che tocca uno dei punti più alti dell’intero disco.

La brevissima Turn this off! rievoca immediatamente Happy holidays, you bastards: pur essendo più breve di quest’ultima, spara hardcore punk per solamente ventiquattro secondi e ha un messaggio molto chiaro verso il perbenismo dilagante.

When we were young e Edging

L’album prosegue con When we were young, forse il brano che più di tutti rimanda al sound passato della band, facendo da spartiacque del disco. La grancassa che prima imita il battito cardiaco e poi pesta come suo solito, l’arpeggio della chitarra elettrica e l’entrata potente del basso: ecco la magia di questo brano, un vero masterpiece.

Edging, rilasciato un anno fa al momento dell’annuncio del ritorno dei blink-182 alla formazione originaria, è il brano più conosciuto dell’album e quello che segna la nuova unione dei tre amici.

You don’t know what you’ve got e Blink wave

Con un giro armonico e passaggi sugli splash della batteria che ricordano la celeberrima Adam’s song, You don’t know what you’ve got è un esperimento insolito, nel quale il focus principale è la voce, che domina il brano. Con un testo molto toccante, Hoppus racconta la battaglia contro il cancro:

Long weeks of impending doom

Stuck in life’s waiting room

Always so close to goodbye

Pushed so far over the line

No new light under the moon

Stuck in life’s waiting room

È quindi il turno di Blink wave, un pezzo che sembra venire direttamente dagli anni ’80, passando per gli anni ’90 pasticciandosi di punk ed esplorando l’elettronica e i synth prima di arrivare a noi. Cominciando con un giro di basso che rievoca Disintegration dei Cure, strizza poi l’occhio alla nuova ondata indie e ha tutto il potenziale necessario per diventare una vera hit.

Bad news, Hurt (interlude) e Turpentine

Il disco prosegue sulle note di Bad news, la quale, con un ritmo accelerato e un sound più “cattivo” e grintoso, tratta della serenità ritrovata nel chiudere una relazione tossica, stanchi delle nottate in bianco, alle discussioni e a chiedersi se si tornerà mai come si era una volta.

Passando per la breve Hurt (interlude), che ripropone riferimenti agli stati d’animo del disco Blink-182 del 2003, si arriva a Turpentine, nella quale lampante è l’influenza del side-project +44 di Barker e Hoppus. Un inizio calmo che scoppia nel ritornello, con parti aperte e brillanti, soprattutto grazie alle tastiere di Kevin Bivona (dei Transplants e The Interrupters) e DeLonge, che alleggerisce i toni con il suo umorismo ricco di rime forzate.

Fuck face, Other side e Childhood

Proprio come in Turn this off!, la frenesia è la protagonista di Fuck Face, prima di giungere a Other side. Si tratta di un tributo a Robert “Noise” Ortiz, backliner di Mark Hoppus, morto nel 2022. L’amico, devastato dalla perdita, decide di regalargli questo bellissimo pezzo: “non sarà più lo stesso palco, ma ci rivedremo dall’altra parte”.

Così come Other side, anche Childhood ha uno sguardo rivolto al passato, con un approccio più maturo e autoriflessivo acquisito dall’inevitabile crescita. Elementi elettronici contaminano tutto il brano, creando una fusione tra mondi musicali diversi: è il riflesso di Mark, Tom e Travis, i quali, ormai adulti, vorrebbero semplicemente tornare indietro di qualche anno e scappare da un mondo che dimentica di sognare.

They’re finally back!

Melodie pop punk con un retrogusto agrodolce, arpeggi e schitarrate qua e là, scoppiettanti passaggi di batteria, scambi vocali colmi di emozioni, una profonda presenza del tema della mortalità, un pizzico di cazzeggio e il gioco è fatto: l’album in pieno stile blink, di quelli che si facevano una volta.

A dir poco imprevedibile questo ritorno della band: sono ormai grandi e quindi trattano temi più maturi, tra malattia e depressione, tra incidenti e allontanamenti. Hanno sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire guardare la morte dritta negli occhi e ne sono usciti con qualche cicatrice, ma non manca mai la voglia di guardare avanti e ripartire con progetti futuri.

Con questo album, ancora una volta, ci hanno regalato la cena di classe che tanto stavamo aspettando.

 

 

 

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