Monet nella strada verso il successo

Nato per essere leader

Claude-Oscar Monet nasce a Parigi nel 1840 e rappresenta il maggiore esponente del movimento impressionista.

Il pittore trascorre l’infanzia a Le Havre e da adolescente mostra un grande interesse per la caricatura.

Sarà l’incontro con il pittore normanno Eugène Boudin a spingerlo a cambiare prospettiva.

Monet riconoscerà il debito verso quello che sarà il suo primo maestro: è proprio Boudin infatti a sfidare la tradizione pittorica spostando il cavalletto dal classico studio chiuso all’aria aperta.

L’inizio della carriera

Monet inizia così un periodo di fecondo tirocinio che lo porterà a sperimentare fino al 1865, data in cui esporrà per la prima volta al Salon, presso il Louvre.

La Foce della Senna a Honfleur e La punta della Héve con la bassa marea sono accolte abbastanza bene dalla critica.

Questo insperato successo spinge il pittore a sottoporre due nuovi quadri alla giuria l’anno seguente: La foresta di Fointainebleau e Camille in abito verde, ritratto quest’ultimo della sua futura moglie, Camille Doncieux.

Anche queste opere vengono apprezzate, soprattutto la seconda, di cui tesse gli elogi Émile Zola:

Confesso che il dipinto che ha catturato più a lungo la mia attenzione è Camille in abito verde di Monet. Ecco una tela viva e piena di energia […] Davvero, qui c’è qualcuno che ha del temperamento.

La manifestazione di stima da parte di Zola aiuterà molto Monet nel suo percorso, anche se il suo progetto più ambizioso al tempo rimarrà Colazione sull’erba, rivisitazione dell’omonima opera di Manet di due anni prima.

L’opera viene tuttavia profondamente criticata da Gustave Courbet, che la considera a metà tra le tendenze pittoriche di Manet e il realismo vivido di Courbet stesso, senza rappresentare pienamente nessuno dei due.

L’esposizione da Nadar

Nel 1873 il pittore pensa a un’esposizione collettiva e indipendente da tenersi in un atelier ogni due anni.

Dopo varie discussioni, i locali scelti per la mostra sono quelli del fotografo Nadar, che ospiteranno oltre 165 opere.

La critica si scatena e il pubblico accorre poco numeroso.

Per risanare la situazione gli artisti organizzano una vendita di alcune opere presso l’Hôtel Drouot, ma l’annuncio fattone da un critico, Albert Wolff, è presagio del fallimento:

L’impressione che danno gli impressionisti è quella di un gatto che passeggia sulla tastiera di un pianoforte, o di una scimmia che si è impossessata di una scatola di colori.

Definendo l’impressionismo

Il termine impressionisti deriva dal titolo di un articolo dispregiativo del critico Louis Leroy, che prende spunto dal dipinto Impressione, sole nascente di Monet, esposto nel 1874.

Monet realizza il dipinto osservando il porto di Le Havre da una finestra, in modo da cogliere il risveglio della moderna città all’alba.

La reazione del critico è in un certo senso comprensibile perché il dipinto di Monet infrange molte convezioni artistiche dell’epoca.

La tecnica utilizzata è in realtà il risultato del desiderio degli impressionisti di catturare il momento rappresentando dal vivo o en plein air ciò che vedono, con l’aspetto di uno schizzo realizzato attraverso pennellate libere e discontinue.

Per tutta risposta i giovani pittori decidono da quel momento di adottare il nome di impressionisti, con cui entrano nella storia dell’arte influenzando profondamente le successive correnti artistiche di fine secolo e di primo Novecento.

Poco a poco, seppur faticosamente, l’ideale difeso da Monet, Pissarro, Degas e Renoir trova infatti dei sostenitori.

Édouard Manet muore il 30 aprile 1883 e simbolicamente è questa la data da prendere come riferimento per lo scioglimento del gruppo.

Immersione nella natura

Nel 1883 Monet compie un viaggio con Renoir in Costa Azzurra e viene sedotto dalla bellezza dei luoghi mediterranei tanto da ritornare l’anno successivo, questa volta da solo.

Successivamente compie un viaggio a Bordighera, che lo conduce a rinnovare la sua tavolozza e a prendere in considerazione colori più vivi e brillanti.

Per descrivere l’accuratezza dei suoi paesaggi interviene il critico Joris-Karl Huysmans:

Come è vero il pulviscolo delle sue onde sbattute da un colpo di sole, come scorrono i suoi fiumi, screziati dai formicolanti colori delle cose che vi si riflettono, come nelle sue tele il piccolo soffio freddo dell’acqua sale nel fogliame e passa sulle punte dell’erba!

Il 1889 è un altro anno importante per Monet. Condivide con lo scultore Auguste Rodin una stanza della galleria Georges Petit, che raccoglie per la prima volta tutta la sua produzione dal 1864 in poi.

Da questo momento in poi Monet è finalmente libero dopo decenni di lotte e privazioni anche se resta chiara in lui, e sarà così fino alla fine dei suoi giorni, la consapevolezza di rappresentare un’estetica fino ad allora sconosciuta.

La battaglia impressionista può dirsi ufficialmente conclusa.

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