Alitalia, l’aviazione italiana e la nuova Ita Airways

Il 25 maggio 2023 il ministro dell’economia e della finanza dell’attuale governo Meloni, Giancarlo Giorgetti, insieme a Antonino Turucchi, presidente di Ita Airways, ha incontrato il CEO di Deutsche Lufthansa, la compagnia aerea nazionale tedesca, Carsten Sphor, per firmare l’accordo sull’investimento di Lufthansa in Ita Airways con l’obiettivo di rilevarne una quota.

L’accordo segna un decollo verso il futuro dell’aviazione italiana da Alitalia a Ita Airways, passando per la tedesca Lufthansa. Una storia spesso sotto i riflettori del dibattito pubblico, al centro dei temi di molte campagne elettorali che hanno visto per anni Alitalia protagonista fino al 2021, anno in cui è arrivata al capolinea definitivo per lasciare spazio alla nascente Ita Airways, sua erede come compagnia di linea del Bel Paese.

Da Alitalia a Ita Airways

Da una parte Alitalia, dall’altra Ita Airways e nel mezzo settantasette anni di storia delle due compagnie aeree di bandiera italiane e svariati altri enti che ne hanno determinati salvataggi e privatizzazioni.

Entrambe hanno come punto di riferimento Fiumicino, dove si trova la sede e l’hub principale, l’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino, mentre l’aeroporto di Milano Linate rappresenta il secondo punto di decollo, per le attività prevalentemente business. La mission aziendale principale è sempre stata portare l’italianità nel mondo e connettere i cittadini con il resto dei continenti operando voli sia a corto che lungo raggio e istituendo alleanze con altre compagnie per garantire la massima connessione possibile.

Ma cosa ha portato nel 2020 all’emanazione del decreto Cura Italia in cui venne prevista la costituzione di una nuova compagnia che sostituisse definitivamente Alitalia, acquisendone il marchio e prendendo il suo posto dal 15 ottobre 2021, data del primo volo della “nuova” Alitalia? Perché si è deciso di non salvare più la compagnia storica come è spesso accaduto, nonostante sia costata in tutto dodici miliardi di euro ai contribuenti? Quali sono le prospettive future per Ita Airways, questa nuova società aerea che porta in giro gli italiani da due anni ma che per molti resta Alitalia?

Alitalia in pillole

Era l’8 giugno 1946 quando il Ministero della difesa italiano firmava un accordo con British Overseas Airways Corporation per la creazione di una nuova compagnia che operasse in Italia e all’estero. ALII, Aerolinee Italiane Internazionali venne costituita il 16 settembre dello stesso anno con un capitale iniziale di 900 milioni di lire. La sua principale concorrente, Linee Aree Italiane (LAI) venne messa in liquidazione nel 1957 e fu acquisita da quella che in quel momento fu rinominata Alitalia.

Le privatizzazioni

La prima privatizzazione avvenne negli anni ’90 sotto il governo Prodi: lo Stato cedette il 37% della società che venne quotata in Borsa e si creò un’alleanza con KLM. Il piano della compagnia olandese prevedeva il trasferimento dell’hub principale da Roma Fiumicino a Milano Malpensa. Roma però non permise il declino di Fiumicino in favore del capoluogo milanese e nel 2000 si sciolsero quindi i rapporti.

Nel 2006, a seguito di una crisi internazionale di bilanci aerei, il governo, sempre sotto Prodi, decise di cedere un ulteriore 39% della compagnia, perdendone il controllo. La trattativa coinvolse Air France, compagnia di bandiera francese, e KLM, ma si sciolse a seguito delle elezioni del 2008 quando Silvio Berlusconi scelse di preservare l’italianità anche se ciò causò ingenti tagli al personale.

Nel periodo 2009-2014 Alitalia ebbe bisogno di un apporto di capitale pari a 1,5 miliardi e una sottoscrizione di debiti per 1,2 miliardi per non crollare. Nel 2014 entrarono in gioco Poste Italiane, che contribuì con 75 milioni e salvò per l’ennesima volta la società aerea, e Ethiad, il colosso degli Emirati Arabi Uniti, che ne acquisì il 49%. Alitalia comunque non riuscì a riprendersi e arrivò all’ultima crisi iniziata nel 2017 quando Ethiad si dissociò.

Il declino

Una nuova crisi finanziaria rese necessari un nuovo piano industriale, che venne però rifiutato dai dipendenti tramite un referendum aziendale, e una ricapitalizzazione. Il Ministero dello sviluppo economico elargì un prestito di 900 milioni.

Con il decreto-legge Cura Italia, il governo Conti determinò la costituzione di Italia Trasporto Aereo (ITA) che acquistò per 90 milioni di euro il marchio. Alitalia sospese la vendita dei suoi biglietti il 25 agosto 2021.

Ita Airways: la reincarnazione di Alitalia

La nuova compagnia, definita una start-up, decolla per la prima volta nel bel mezzo della pandemia con la metà del personale e un portafoglio ridotto di rotte (cinquantanove rotte che servono quarantaquattro destinazioni) per contenere i costi in un periodo storico delicato e all’inizio dell’attività. La società Italia Trasporto Aereo (ITA) prende il volo all’insegna del Made in Italy e dei suoi quattro pilastri di riferimento: sostenibilità, digitalizzazione, attenzione al cliente e innovazione.

Le ambizioni sono elevate: entro il 2025 le destinazioni servite saranno settantaquattro, le rotte ottantanove e la flotta sarà costituita da centocinque aerei di ultima generazione, che utilizzino carburanti sostenibili, al fine di ridurre l’impatto ambientale e che garantiscano il miglior servizio al cliente tramite la digitalizzazione e personalizzazione dei processi.

Ita Airways festeggia ormai già più di un anno e mezzo di attività, nonostante gli alti e bassi dovuti non solo al COVID-19 e al conflitto russo-ucraino che hanno messo in ginocchio l’intero settore, ma anche a varie trattative  che l’hanno vista protagonista: Lufthansa manifesta i primi interessi nel gennaio 2022, quando insieme a Mcs, ha intenzione di acquistare l’80% della società, lasciando il 20% allo Stato.

Verso il futuro con Lufthansa

Dopo una serie di offerte e proposte vagliate, il destino di Ita Airways è stato sancito alla fine del mese di maggio 2023 quando il Mef, Ministero delle Economie e delle Finanze, ha rilasciato il comunicato numero 84 per ufficializzare la nuova alleanza con il colosso tedesco. Il piano industriale della compagnia prevede una crescita dei ricavi di 2,5 miliardi di euro attesi per quest’anno e 4,5 miliardi previsti entro il 2027. Inoltre, è prevista un’ erogazione di 250 milioni da parte del Mef per l’aumento di capitale di Ita e il rinnovo della flotta che, a fine 2027 arriverà a novantaquattro aeromobili contro i settantuno attuali e a 5.500 dipendenti, i quali, già quest’anno arriveranno a 4.300.

Come rende noto il Mef, la strategia di Ita Airways è di affermarsi come protagonista tra i full service carrier nei tre settori intercontinentale, internazionale e domestico, con un’attenzione particolare al traffico di lungo raggio. Questo riposizionamento strategico permetterà inoltre di alimentare al meglio il traffico dell’hub di Roma Fiumicino, che andrà così a inserirsi con un ruolo centrale nel modello multi-hub del Gruppo Lufthansa.

L’accordo dovrebbe portare a una situazione vantaggiosa per l’Italia perché avere una compagnia di bandiera più forte rafforzerà la concorrenza nel mercato italiano e perché questa compagnia è giovane, con una flotta moderna e con il gruppo Lufthansa l’obiettivo è espandere e rendere più efficiente anche il suo hub a Roma Fiumicino. Con questo ultimo accordo si segna un altro pezzo importante della storia dell’aviazione italiana e come ha detto il ministro Giorgetti:

Oggi si chiude un percorso che ha contraddistinto la storia della compagnia di bandiera nazionale. Con questo governo si scioglie oggi un nodo che da trent’anni condiziona il mercato del trasporto aereo in Italia. Siamo convinti che questa decisione permetterà al mercato aereo di svilupparsi nell’interesse dell’Italia.

Obiettivo aviazione sostenibile

Come detto in precedenza i quattro pilastri su cui si basa la strategia di business di Ita Airways sono: sostenibilità, digitalizzazione, attenzione al cliente e innovazione. Il primo tra questi rappresenta la sfida principale del settore dell’aviazione nell’epoca contemporanea: ridurre l’impatto ambientale causato dagli aerei è necessario per superare le sfide del settore e garantire il passaggio verso un futuro più rispettoso dell’ambiente.

Ita Airways punta ad essere la compagnia più green d’Europa entro il 2025 con il 75% della flotta composta da aerei di ultima generazione. A sottolineare l’impegno in questo obiettivo è stata la pubblicazione del Manifesto della Sostenibilità . La strategia di business combina la crescita aziendale ai valori a lungo termine, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite, attraverso il raggiungimento degli obiettivi Esg (Environmental, Social, Governance) e il contributo al progresso sostenibile dell’aviazione civile.

La compagnia, allineata agli obiettivi internazionali del settore dell’aviazione civile, punta a diventare carbon neutral entro il 2050, prevedendo una riduzione progressiva delle proprie emissioni di carbonio.

Il 3 maggio 2023 Ita Airways sigla un accordo con DB Schenker, divisione dell’operatore ferroviario tedesco Deutsche Bahn che si concentra sulla logistica, per il lancio di “Fly with Saf“, un programma volto a convincere e coinvolgere agenti di spedizioni e shipper ad acquistare e utilizzare carburanti più sostenibili per ridurre sempre più le emissioni di CO2 e rendere il settore dei trasporti sempre più green nel suo insieme.

Un impegno espresso anche nel Manifesto è infatti quello di contribuire con azioni concrete alla decarbonizzazione dell’ambiente. Il Saf è un carburante sostenibile che deriva da materiali di scarto in grado di ridurre le emissioni di CO2 dell’80% perciò il programma Fly with Saf ha l’obiettivo di limitare l’impatto ambientale dei trasporti aerei ma non solo. L’introduzione crescente di carburante sostenibile è quindi essenziale per gli standard operativi di Ita Airways.

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