Stato dell'Ucraina

I simboli della resistenza ucraina

Per l’intero svolgimento del conflitto tra Ucraina e Russia infuocate discussioni hanno avuto come oggetto la natura del metodo di comunicazione bellico e l’inevitabile messaggio veicolato dalla simbologia. Gli incontri internazionali del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua strategia di comunicazione suscitano non poca polemica sulla liceità della linea politica. Le controversie sulla simbologia diventano lo specchio del panorama dell’opinione pubblica circa la guerra, fino ad esacerbare il dibattito globale sui simboli della resistenza ucraina. Innumerevoli i simboli che hanno segnato la politica globale che ha scandito ogni singolo periodo storico. L’utilizzo della simbologia nel corso della storia politica si è tradotto nella convinzione che i simboli rappresentino allettamenti destinati agli ingenui o strumenti nelle mani delle élite politiche per manipolare le masse. Malgrado sarebbe complicato immaginare una politica scevra di simbolismo.

La polemica verte principalmente sull’abbigliamento del presidente ucraino che avrebbe indossato più volte nel corso degli svariati incontri internazionali simboli dal significato ambiguo. Amplificazione e polarizzazione hanno esacerbato l’attenzione sul tema contribuendo all’ inizio ad un acceso dibattito sulla presunta natura apologeta nazista del presidente dell’Ucraina e della dirigenza interna al paese.

Simboli come mezzi di comunicazione

Dall’incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, alla recente visita a Roma con il Papa, Meloni, Tajani e Mattarella. Secondo molti, tra cui il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, il simbolo incriminato rappresenterebbe il tridente con la spada bizantina, simbolo dei nazifascisti dell’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) durante la seconda guerra mondiale e dei nazifascisti di Pravyj Sektor, partito politico paramilitare di estrema destra.

L’Ucraina contempla nel suo tessuto storico una forte presenza di frange nazionaliste radicali minoritarie. Correnti che ottennero massima forza durante la seconda guerra mondiale. Col tempo alcune si sciolsero, altre rimasero latenti e si intensificarono solo sulla scia dell’indipendenza ucraina raggiunta nel 1991. Gli estremisti videro nell’Euromaidan nel 2014 un’opportunità per rinsaldare sentimenti ultra-nazionalisti all’interno del paese. Frange neo-naziste si sono conservate dal conflitto nel Donbass del 2014 fino allo scoppio dell’attuale guerra. La natura suprematista del Battaglione Azov irregimentato nell’esercito regolare statale è un esempio lampante di una commistione controversa.

Rispettivamente: simbolo delle Forze terresti ucraine, dell'Organizzazione dei Nazionalisti ucraini, simbolo sfoggiato da Zelensky, simbolo su moneta di epoca di Vladimiro il Grande, simbolo del partito Pravyj Sektor
In alto da sinistra: simbolo delle Forze terresti ucraine, Organizzazione Nazionalisti ucraini In basso da sinistra: moneta risalente al I sec. d.C. (Vladimiro il Grande), emblema del partito di estrema destra Pravyj Sektor.

In antitesi la versione a sostegno di un’interpretazione più liberale differisce dal simbolo incriminato come neonazista attraverso piccoli dettagli. Il logo raffigurerebbe una delle versioni del tridente bizantino ucraino come simbolo ascrivibile all’emblema delle Forze terresti dell’Ucraina. Simbolo la cui storia affonderebbe le radici nell’epoca di Vladimiro il Grande (900 d.C. ca) ai tempi del Rus di Kiev.

La principale discordanza è da imputare alla fisionomia delle linee contornanti la spada centrale. L’emblema storico dello stato ucraino e la sua legittima associazione agli storici simboli neonazisti conferiscono ambiguità alla vicenda. Nell’era di polarizzazione social condanna e assoluzione sono sentenze che chiunque può decretare con facilità e approssimazione.

Indice di corruzione

Dai dati del ONG Transparency International emerge il quadro di un paese dall’ elevata corruzione, uno tra i più colpiti. Le accuse sono seguite alla catena di dimissioni dei più altri livelli nell’esecutivo all’inizio del 2023. L’organizzazione classifica tramite l’indice di percezione della corruzione (CPI) i paesi in base ai loro livelli percepiti di corruzione nel settore pubblico. La scala va da 0 (altamente corrotto) a 100 (altamente pulito): l’Ucraina ha registrato un punteggio di 33/100 nel 2022.

L’attacco all’Ucraina ha causato nuove sfide politiche, economiche e di sicurezza in tutta Europa. Si è dimostrato essere una minaccia per i progressi alla protezione dello stato di diritto all’interno dell’istituzione democratica e per la lotta contro la corruzione. Dal 2013 l’Ucraina ha registrato una crescita nella classifica europea, guadagnando 13 punti per cui ha adottato importanti misure contro l’abuso di potere sistemico migliorando la supervisione interna. L’élite e più in generale la popolazione ucraina hanno comunque dimostrato grande coesione nei confronti del governo, lasciando da parte uno storico dissenso.

Ma i rischi legati alla corruzione non sono stati completamente estirpati. L’avvento della guerra ha difatti rallentato i processi di riforma e il rafforzamento delle istituzioni. È emerso dalla ricerca che le principali cause sono imputabili all’interferenza di oligarchi e da altri interessi acquisiti. I timori e le preoccupazioni coesistono soprattutto nell’attuale contesto bellico.

 

Parlamento europeo

Tra Politica interna e ingresso nell’UE

Nel marzo 2022 Zelensky ha comunicato la sospensione dell’attività di undici partiti di sinistra, direttamente o indirettamente legati alla Russia. Sospensione che terminerà simultaneamente alla vigente legge marziale. La decisione fu presa per livellare le divisioni all’interno della società e per evitare che i partiti in questione contribuissero ad avvicinare l’elettorato agli interessi russi. Il provvedimento si è però tradotto in una fragile percezione democratica del paese. Il destino dell’Ucraina in prospettiva europea rimane un’importante nodo imbrigliato dagli ultimi avvenimenti.

In seguito all’approvazione da parte degli Stati membri dell’UE dello status di candidato all’accesso dell’Ucraina, le criticità identificate erano confluite in sette punti che Kiev avrebbe dovuto conseguire per i negoziati di adesione. Secondo la vicepremier Olga Stefanishynam l’Ucraina, malgrado le condizioni imposte dalla guerra, avrebbe lavorato operosamente al soddisfacimento dei requisiti europei. La modifica delle modalità di nomina dei giudici costituzionali, la nuova nomina al procuratore capo dell’ufficio anticorruzione, sarebbero alcune delle misure previste per accaparrarsi l’agognato posto tra gli Stati membri dell’UE.

Rilevante il disegno di legge che ha portato all’intensificazione della regolamentazione dei media con estensione alla sfera d’informazione stampata. Prevede un regolatore statale deputato alla radiodiffusione che avrà la responsabilità di multare i media, revocare le licenze e bloccare temporaneamente i media online senza la necessità di un ordine del tribunale. In più avrà la possibilità di comunicare con i giganti della ricerca online per l’eventuale rimozione di contenuti che violino la legge. I legislatori comunicano trattarsi di una misura disperata volta al soddisfacimento dei requisiti europei. Non lontano dalle misure prese da Orbàn di centralizzazione della gestione del servizio di informazione, dei media e dalla carta stampata e non dissimile dalla lottizzazione della televisione statale italiana.

 

CREDITI

Copertina

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