Elon Musk e il turismo spaziale: i primi test di Starship

Nel 2021 è stato scelto dal «Time» come uomo dell’anno ed è considerato da «Forbes» l’uomo più ricco del mondo con il suo patrimonio di 270 miliardi nel 2021, grazie al quale è riuscito a superare anche Jeff Bezos, padre di Amazon.

Elon Musk si è reso noto per essere il fondatore di Tesla per poi diventare il proprietario di Twitter e il pioniere di ambiziosi progetti futuristici. Tra questi si ricordano la creazione di tunnel per treni elettrici ad alta velocità in grado di collegare New York e Washington in ventinove minuti e lo sviluppo di impianti cerebrali per aiutare il recupero di persone che hanno subito danni neuronali e spinali.

Ma il sogno proibito con cui Musk farebbe la storia è la conquista dello spazio, non solo per gli astronauti ma per tutti, rendendo lo spazio una destinazione turistica. Sembra fantascienza ma potrebbe davvero diventare reale un giorno, forse non così lontano.

Che cos’è Starship di SpaceX?

Tra tutti i progetti, forse il più grandioso e rivoluzionario riguarda il turismo spaziale che renderebbe accessibile lo spazio, la Luna e permetterebbe addirittura la colonizzazione di Marte. Il progetto ha cominciato lentamente a prendere vita con la fondazione di SpaceX, azienda aerospaziale statunitense, e la costruzione della navicella Starship, i cui primi test, anche se fallimentari, possono essere considerati piccoli successi sulla strada della conquista spaziale.

La Space Exploration Technology Corporation, più comunemente nota come SpaceX è una delle poche imprese private a fornire servizi di trasporto spaziale con l’obiettivo di ridurre i costi di lancio, riutilizzare vettori e razzi e favorire il turismo spaziale e la colonizzazione di Marte. Fondata nel 2002 da Elon Musk, in quattro anni ha beneficiato di circa 100 milioni di dollari di investimenti, per lo più in ricerca e sviluppo. Nel 2006 inizia la collaborazione con la NASA, l’ente spaziale statunitense, per la creazione di razzi per il trasporto di merci nello spazio. Da questa alleanza nasce la navicella Dragon, la prima ad aver mai raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale e ad aver realizzato due giri intorno alla Terra, atterrando nell’Oceano Pacifico.

Per la prima volta è stato effettuato un giro intorno all’orbita terrestre con successivo recupero del vettore spaziale, un progresso fondamentale per i piani di Elon Musk. I razzi devono essere recuperati e riutilizzati per abbattere i costi operativi e garantire il maggior numeri di lanci, favorendo lo sviluppo del turismo spaziale. Per rendere lo spazio accessibile a tutti, infatti, il mezzo di trasporto non può essere sostituito ogni volta perchè il costo sarebbe insostenibile e i lanci troppo sporadici. Realizzare viaggi turistici nello spazio è possibile solo i razzi vengono utilizzati quasi come se fossero aerei.

Starship: il razzo più grande della storia

Questo punto è la chiave del progetto di SpaceX, come si evince anche dal sito ufficiale, nella cui pagina iniziale si scrive:

La navicella spaziale Starship e il razzo Super Heavy di SpaceX – indicati collettivamente come Starship – rappresentano un sistema di trasporto completamente riutilizzabile progettato per trasportare sia l’equipaggio che il carico in orbita terrestre, sulla Luna, su Marte e oltre. Starship sarà il veicolo di lancio più potente al mondo mai sviluppato, in grado di trasportare fino a 150 tonnellate metriche completamente riutilizzabili e 250 tonnellate metriche spendibili.

Starship rappresenta quindi il mezzo attraverso cui il turismo spaziale potrebbe effettivamente diventare realtà, alto circa 120 metri, come un grattacielo di quaranta piani, è il razzo più grande mai costruito prima. Nello specifico lo stadio inferiore, Super Heavy, è altro circa settanta metri mentre lo stadio superiore, Ship è alto cinquanta. Il diametro è di nove metri e la struttura è in acciaio. La sua propulsione è garantita da trentatré motori nel primo stadio, chiamati Raptor, a metano liquido e ossigeno liquido e sei motori nel secondo stadio.

Starship è anche stata scelta come navicella della missione Artemis III che porterà gli astronauti della NASA sulla Luna per una settimana nel 2025. L’azienda SpaceX di Musk ha vinto il bando indetto dalla NASA per questa missione, battendo, tra le altre, Blue Origin di proprietà di Jeff Bezos, fondatore di Amazon.

I primi test (falliti) di Starship

A Boca Chica, in Texas, dove si trova Starbase, base di lancio di SpaceX, il 18 aprile 2023 è stato programmato il primo test ufficiale per il lancio di Starship. Il test parziale prevede l’utilizzo di due unità che sono state provate diverse volte ma che effettivamente non hanno mai volato: la navicella Starship e il razzo Super Heavy. Essendo il primo test orbitale la società ha deciso di non recuperare i due stadi che compongono la navicella, i quali sarebbero ammarati nel Golfo del Messico e nell’Oceano Pacifico. Questo perchè il test è focalizzato sulla verifica del sistema di decollo e non tanto sull’atterraggio che è un passaggio successivo del progetto che porta al turismo spaziale.

Alle 14:40, ora italiana, del 18 aprile il conto alla rovescia era iniziato ma poco dopo, alle 15:14, è stato annunciato dalla società che il lancio sarebbe stato rinviato a causa di un problema di pressurizzazione di Starship. Elon Musk ha spiegato poi su Twitter che una delle valvole di pressurizzazione era congelata e che un nuovo tentativo di lancio si sarebbe potuto effettuare minimo quarantotto ore dopo.

Il successo nonostante il fallimento

Il secondo tentativo è stato effettivamente svolto dopo due giorni esatti, il 20 aprile 2023. Nel piano teorico dopo tre minuti dal decollo, la navicella avrebbe dovuto separarsi dal primo stadio (Super Heavy), che sarebbe ricaduto in modo controllato nel Golfo del Messico. Nel frattempo Starship avrebbe proseguito la sua corsa nello spazio sorvolando l’Oceano Atlantico, l’Africa e l’Australia per poi ricadere al largo delle Hawaii, raggiungendo un’altitudine maggiore di 100 km e forse anche superando i 200 km.

Se nella teoria il piano era ben delineato, nella pratica il test si è realizzato in maniera differente: dopo quattro minuti, prima ancora della separazione tra primo e secondo stadio, si è verificata un’esplosione e il test è inevitabilmente fallito e terminato. La nave Starship non si è separata dal lanciatore e non tutti i motori di Super Heavy si sono correttamente attivati. L’esplosione in volo è stata voluta dalla società per motivi di sicurezza.: la mancata separazione tra la navicella e il lanciatore la rendeva altamente instabile. Dopo il decollo la navicella ha cominciato a ruotare in maniera disordinata e i tecnici hanno deciso di distruggerla per evitare un ritorno sulla Terra non controllato.

Prima di effettuare il lancio, il team di SpaceX aveva specificato su Twitter che: “In un test come questo, il successo deriva da ciò che impariamo, e il test di oggi ci aiuterà a migliorare l’affidabilità di Starship mentre SpaceX cerca di rendere la vita multi-planetaria”. Anche Elon Musk, dopo che il test è terminato, si è congratulato con il suo staff. Ha definito il primo lancio per verificare il sistema di decollo un successo, dal quale hanno imparato molto e che servirà come punto di partenza per il prossimo tentativo che avverrà tra qualche mese.

Lo scopo è quello di definire versioni sempre più definitive del vettore fino a quando avverrà il primo lancio di successo. Secondo gli esperti del settore, questo lancio segnerà l’inizio di una nuova era: ci sarà un “pre-Starship” e un “post-Starship” nell’evoluzione tecnica e tecnologica umana.

 

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