“Tales from the Loop” e tutte le sue forme

Tales from the Loop è una serie tv disponibile su Amazon Prime Video e prende spunto dalle illustrazioni di Simon Stålenhag. Il suo creatore, Nathaniel Halpern, prende ispirazione per creare una storia fantascientifica. E non è tutto, quello che viene fuori è un’avventura a tratti inquietante e a tratti malinconica, che scava a fondo nei personaggi. 

Stålenhag ha riunito le sue tavole digitali in una raccolta, in Italia intitolata Loop, rese quasi realtà attraverso questa serie tv ambientata in una cittadina dell’Ohio. I vari abitanti entrano in contatto con degli strani eventi paranormali che nascono dal sottosuolo. La serie tv non racconta un’unica storia ma diverse, tutte le vite che incontriamo in ogni episodio vengono approfondite in maniera diversa e nessuno viene escluso.Esistono altre dimensioni oltre la nostra? È possibile scambiarsi i corpi solo per un giorno? Cosa succederebbe se incontrassi la “me” del passato? Un Loop infinito, appunto.

Ecco, la serie tv risponde a queste ed altre domande. Lo spettatore e i personaggi saranno messi di fronte alle proprie paure e ai propri desideri. Ogni episodio racconta gli strani eventi legati al Centro di Fisica Sperimentale, che dagli abitanti viene chiamato Loop. Il Loop è stato fondato da Russ Willard con lo scopo di scoprire e analizzare i misteri dell’universo. Rendere possibile l’impossibile. Lo spettatore viene catapultato in un’ambientazione fantascientifica degli anni ’80, o almeno sembrano. Il tempo non ha alcuna rilevanza, potrebbe essere il passato come potrebbe essere il futuro, ci troviamo in mezzo a una tecnologia così avanzata da stupire. Gli abitanti non hanno alcuna paura di vivere in mezzo ai robot. Il rischio di sfiorare la surrealista è tanto, eppure siamo molto lontani.

Avventure al limite del credibile, ma non così impossibili. Simile al lavoro messo in atto da diverse serie tv firmate Netflix. A cominciare da Black Mirror, la serie tv che ha messo in evidenzia il confine tra l’uomo e la macchina, tra morale ed etico. Per passare da Dark, di cui mantiene i toni inquietanti e sospesi, quell’intreccio infinito in cui sono i personaggi a condurre il gioco e che neanche la scienza può risolvere. Terminando con Stranger Things, con i suoi eventi paranormali provocati da esperimenti scientifici, con il suo Sottosopra e la sua fantascienza.

Ci sono i ragazzini, senza le biciclette, ci sono gli adolescenti ma soprattutto gli adulti. Generazioni seguite dalla nascita fino alla vecchiaia, permettendo al pubblico di analizzare l’interiorità dei vari personaggi. Non scopriremo mai cosa causa questi strani avvenimenti, tuttavia accadono perciò l’unica certezza è che sono possibili. Molte cose rimangono in sospeso, senza una risposta. Tutto svanisce tra le sfumature della narrazione che non cerca di risolvere le domande del pubblico ma di mostrare l’uomo, la vita e l’universo.

Nonostante il ritmo lento, Tales from the Loop è una serie che si lascia guardare, otto episodi appassionanti. Il regista riesce a far entrare lo spettatore nello stesso modo dei personaggi, regalando un’atmosfera di totale sospensione. Tempo, fiato, ambiente. Nulla importa. Ci si trova davanti a immagini che parlano da sole. La natura interrotta dalla presenza dei robot o di queste costruzioni immense e mozzafiato. Così vasta e silenziosa, così forte e prorompente. Un gran titolo per Amazon Prime che non può passare inosservato, tuttavia il suo essere così simile ad altre serie di grande risonanza può essere un punto a suo sfavore. 

Molte serie tv prendono ispirazione da libri o altri film, in questo caso partire semplicemente da delle illustrazioni digitali deve essere stata una vera sfida per Nathaniel Halpern. Tuttavia, resterebbe una grande serie tv soltanto se si fermasse alla prima stagione, a volte non è necessario forzare altre stagioni. Tales from the Loop è una serie imperdibile, dedicata e consigliata al pubblico difficile che ne ha abbastanza di film adolescenziali ma vorrebbe dedicare un attimo della sua vita a riflettere sulla casualità del tutto, sulla vastità del mistero che ci circonda. Ognuno lo farà a modo suo, lasciandosi guidare dall’impressionismo digitale di Stålenhag.

Forme che hanno dell’incredibile ma non dell’impossibile. Si entra in punta di piedi, in mezzo a situazioni alquanto bizzarre, ma restare folgorati è davvero poco.

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