“L’altra metà” di cui siamo alla continua ricerca

L’altra metà, il nuovo film targato Netflix disponibile dal 1° maggio, non descrive una semplice storiella d’amore nata nei corridoi della scuola superiore. Il film inizia spiegando la teoria della mela di Platone. Inizialmente l’uomo era un individuo perfetto, dotato di quattro mani, quattro gambe e due teste, finché Zeus, invidioso della loro perfezione, li separò. È così che le due metà sono condannata alla perenne ricerca della loro metà sulla terra.

Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione.

Timida e molto più intelligente della media, Ellie Chu è una studentessa il più delle volte isolata dai suoi coetanei e frequenta l’ultimo anni di liceo nella piccola cittadina di Sqahamish. Il padre, immigrato cinese, dopo la morte della moglie è caduto in depressione ed Ellie, per aiutarlo e per pagare le bollette, fa mille lavori incluso farsi pagare per scrivere qualche saggio ai suoi compagni. Proprio per queste sue abilità di scrittura, Paul Junsky, l’atleta della scuola, le chiede di scrivere una lettera d’amore per Aster Flores al posto suo. Una sorta di Cirano de Bergerac moderno. Ellie accetta l’incarico, ma non è un compito facile in quanto lei stessa è segretamente innamorata di Aster. La corrispondenza tra i due (più uno) diventa sempre più fitta e intensa, intervallata dalle uscite in persona. 

Una trama che sicuramente non brilla per originalità, ma la sceneggiatura e la fotografia la rendono autentica. Inoltre molti cliché vengono abbattuti: sebbene la protagonista sia una ragazza timida e non particolarmente carina, la bella della situazione è anche simpatica, spesso incompresa dai suoi coetanei. Senza dimenticare il protagonista maschile conosciuto come l’atleta della scuola ma soprattutto il fessacchiotto della situazione. L’amore viene declinato nella sua forma sentimentale, come una fase da superare per la propria formazione e maturazione, un modo per accettare se stessi.

Scritto e diretto dalla regista Alice Wu, finisce per essere un viaggio di riflessione. I tre ragazzi formeranno un triangolo d’amicizia e amore, un dialogo su cosa pensano siano l’amore e le relazioni, Dio e il futuro. Ma l’amore non è l’unico argomento che nel film si vuole trattare. L’elaborazione del lutto che il padre deve ancora affrontare, cosa che negli anni ha avuto grosse ripercussioni sulla personalità di Ellie. Poi, ancora, la religione; la famiglia di Aster è molto religiosa mentre Ellie è atea, le disparità sociali e i pregiudizi dei coetanei per sfociare nel desiderio di diventare se stessi e distinguersi, proprio come Paul.

Se Ellie può vantare una profonda intelligenza, deve fare i conti con il dover pensare al padre, costretto a fare il capostazione, Aster è una ragazza dolcissima e totalmente diversa dalle sue amiche, tanto popolare quanto insicura della direzione da prendere nella vita come in campo sentimentale, e Paul incarna l’amore adolescenziale, quello un po’ superficiale. Il tutto, in una piccola provincia americana in cui l’amore viene banalizzato a una mera attrazione per l’altra persona, anzi è semplicemente una caratteristica comune al giorno d’oggi.

Love it’s not finding your perfect half. It’s the trying and reaching and failing. Love is being willing to ruin your good painting for the chance of a great one.

Un film consigliato a chi ha voglia di riflettere con maturità sulle diverse forme d’amore e su come riconoscerlo. L’altra metà, nel suo seguire una trama sentita e risentita, sa distinguersi dosando i vari argomenti, senza eccessi o ridondanze di alcun tipo. Non un capolavoro, ma una boccata d’aria fresca. Forse il finale risulta essere un po’ frettoloso, non segue l’evoluzione della storia ma si catapulta lo spettatore nel periodo post diploma, quando Ellie parte per il college. Eppure, veder crescere questi tre personaggi, non solo socialmente ma individualmente è il pezzo forte del film che pochi altri riescono a dimostrare e offrire.

Forse l’altra metà della mela non la troveremo mai, o forse nemmeno esiste. L’importante è scegliere in cosa credere e provarci. Questo vuol dire che sarà necessario insistere con tutte le proprie forze. 

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