“Close”, agli Oscar contro le etichette

La notte degli Oscar si è appena conclusa e molti sono i titoli che si sono contesi un posto nella Storia. Non solo le principali pellicole provenienti dal cinema statunitense, ma anche alcune pellicole provenienti dal resto del mondo hanno attirato l’interesse di pubblico e critica. Tra di essi c’è anche Close, film nominato come Miglior film internazionale e scelto come rappresentante del Belgio. Il film, diretto da Lukas Dhont, racconta con estrema delicatezza una storia di amicizia e adolescenza, aprendo uno spiraglio verso temi ancora più complessi.

Superamici

Léo e Rémi (intepretati rispettivamente da Eden Dambrine e Gustav De Waele) sono amici d’infanzia: trascorrono le loro giornate insieme, a correre e saltare nei prati o facendo a gara con le loro biciclette, come molti altri ragazzi della loro età. Il rapporto che li unisce è caratterizzato da un’estrema naturalezza e compatibilità di carattere, che trasforma il loro rapporto in un legame fraterno e profondo. La loro amicizia si sposta tra i momenti di svago e le giornate a scuola con i loro coetanei: è proprio tra le mura della loro classe che Léo e Rémi iniziano però a essere vittime degli sguardi interrogativi dei loro compagni, che si domandano cosa si nasconda dietro il rapporto speciale dei due.

La purezza dell’amicizia tra Léo e Rémi inizia dunque a essere inquinata dalle frasi inquisitorie degli altri ragazzi, che in qualche modo portano i due a reagire bruscamente nei confronti di queste reazioni e della loro amicizia, trasformando inevitabilmente il loro rapporto.

Delicatezza

Se Close dovesse essere riassunto in una parola, probabilmente questa sarebbe ‘delicatezza’: la narrazione dell’evoluzione dell’amicizia tra Léo e Rémi avviene con naturalezza, aiutata anche dall’atmosfera e dall’ambientazione in cui sono costruite diverse scene della pellicola. Appare delicato anche il rapporto tra Léo e Rémi al suo interno, con atteggiamenti tipici di chi riesce a capirsi con un solo sguardo, senza bisogno di tanti discorsi. Queste caratteristiche si contrappongono in maniera netta alle occhiate e alle parole dei coetanei di Léo e Rémi, che appaiono decisamente taglienti e dirette. Questo provoca, di conseguenza, una reazione estrema da parte dei due, vittime dell’opinione e delle idee degli altri a loro insaputa.

Adolescenza

Tutta la narrazione si incastra bene con la descrizione di alcuni scenari tipici dell’adolescenza: Léo e Rémi vengono metaforicamente accerchiati e stretti nella morsa degli sguardi giudicanti dei coetanei, che sanno ben poco del loro rapporto. Tutto ciò diventa però al tempo stesso un’occasione per Léo e Rémi per interrogarsi sulla loro individualità e su come essa possa riuscire a intrecciarsi con il rapporto che i due hanno costruito negli anni, senza intaccare la loro amicizia ma semplicemente trasformandola nel tempo.

Temi conosciuti

A una prima occhiata, Close potrebbe sembrare un film come un altro, desideroso di indagare non solo la sfera dell’amicizia adolescenziale e delle sue evoluzioni, ma anche della crescita e dello sviluppo dell’individuo in relazione alla propria sessualità e alla propria identità. La caratteristica che contraddistingue Close, come già anticipato, è però l’atmosfera delicata in cui si svolge tutto: non è una pellicola che ha la pretesa di diventare un saggio sull’identità sessuale e sul processo di presa di consapevolezza, ma è un film che indaga l’importanza dell’amicizia nelle sue sfumature più infinite, senza necessariamente sentire il bisogno di delimitare un rapporto in una casella ben definita e precisa.

Close è disponibile dallo scorso 4 gennaio, giorno della sua uscita al cinema. Come già anticipato, era tra i film scelti per la candidatura a Miglior film internazionale, accanto ad altri titoli come Niente di nuovo sul fronte occidentale (Germania), Argentina, 1985 (Argentina), Eo (Polonia) e The Quiet Girl (Irlanda).

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