Il Bene e il Male: Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Lo Strano Caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde è un romanzo dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson, pubblicato nel 1886. I temi principali dell’opera sono lo sdoppiamento della personalità, i pericoli della scienza non etica e l’importanza della reputazione sociale. Inoltre, l’autore si concentra molto sulla tematica riguardante la dicotomia tra Bene e Male. Questa dualità, che da sempre affascina e spaventa, è insita nell’animo umano. Entrambi gli elementi non si escludono a vicenda ma coesistono nello stesso individuo e si adoperano per completarlo.

Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.

Friedrich Nietzsche

Avete presente quella sensazione, mista ad angoscia, di poter, improvvisamente, impazzire? Oppure quei pensieri che ogni tanto ci tormentano, togliendoci ore preziose di sonno? Il terrore di perdere il controllo trasformandoci nella parte di noi che non accettiamo e odiamo? Oppure tutti quei desideri proibiti e impulsi che ogni giorno soffochiamo, spesso inconsciamente, pur di risultare socialmente accettabili?

Stevenson ci mette di fronte a tutto questo, spingendoci a compiere un viaggio all’interno della nostra psiche, permettendoci di rispolverare gli angoli più bui e nefasti della nostra mente. Se siamo luce siamo anche ombra. L’una non può esistere senza l’altra.

Trama

Le vicende che si susseguono nel romanzo sono ambientate nel Diciannovesimo secolo, in epoca Vittoriana, in una Londra scissa in due parti: da un lato la gente rispettabile, per bene e moralmente integra, dall’altra i depravati, le prostitute, i criminali e gli emarginati. Ed è proprio in questo contesto, dove le apparenze sono più importanti di qualsiasi altra cosa, che si sviluppa la storia del Dr Jekyll, il nostro protagonista. La voce dell’opera è data da un suo carissimo amico, l’avvocato Utterson, spettatore involontario di strani eventi, ai quali quest’ultimo cerca di dare, invano, una risposta. Soltanto alla fine dell’opera, grazie a una lettera del Dr Jekyll, l’enigma viene risolto.

Già dalle prime pagine che compongono il romanzo si può avvertire una tensione che diviene sempre più crescente. L’inizio dell’opera è fin da subito avvolta da un torbido mistero che altro non fa che accentuarne il profondo significato. Il racconto di Stevenson assume tratti gotici e quasi soprannaturali.

La storia terrorizza il lettore non per la presenza di creature mostruose o di scene al limite dello splatter, ma perché incarna le nostre fobie più recondite, trasmettendoci la paura della paura stessa.

dottor Jekyll e Mr. Hyde copertina

Riassunto

L’avvocato Utterson passeggia per i vicoli di Londra insieme a suo cugino Enfield. Si imbattono in un seminterrato e a Enfield viene in mente un singolare episodio, che lo lasciò profondamente turbato. Qualche tempo prima da quella porta uscì, frettolosamente, un uomo il cui aspetto era mostruoso. Quell’uomo travolse una bambina, calpestandola, per poi scappare. Enfield lo inseguì e lo fermò, obbligandolo a risarcire i genitori della piccola. Quello che lasciò sconvolto Enfield fu che l’uomo, che dichiarò di chiamarsi Edward Hyde, firmò l’assegno con il nome del Dottor Henry Jekyll, una persona con una reputazione impeccabile e rispettata, amico di lunga data di Utterson e suo cliente. L’assegno, inoltre, risultò valido e in regola.

Il racconto del cugino desta una forte preoccupazione in Utterson e si trasforma in un vero e proprio tormento dopo esser stato contattato dal Dr. Jekyll in persona. Il Dr. Jekyll infatti, fa a Utterson una richiesta alquanto bizzarra: se fosse morto oppure scomparso per più di tre mesi, la sua eredità sarebbe dovuta andare proprio a Edward Hyde. Utterson vuole saperne di più su questa strana faccenda, così decide di fare qualche domanda ai domestici che lavorano per Jekyll. Scopre che Hyde ha libero accesso alla casa e al laboratorio del suo caro amico. L’avvocato, spaventato e ossessionato da questa storia che diventa sempre più inquietante, decide di affrontare una volta per tutte Jekyll, il quale lo rassicura dicendogli che non deve preoccuparsi di nulla.

Dopo un anno, Londra viene sconvolta da un efferato omicidio. La vittima è Sir Danves Carew, un cliente di Utterson. L’avvocato suggerisce alla polizia di recarsi nel laboratorio di Jekyll, dove viene trovata l’arma del delitto, ma di Hyde nessuna traccia. Il padrone di casa dichiara che è da mesi che non ha più sue notizie e per sostenere la sua tesi mostra una lettera scritta e firmata da Hyde, la cui calligrafia risulta somigliante a quella del dottore.

Dopo mesi passati in serenità, il Dr. Jekyll inizia a rintanarsi nel suo laboratorio, uscendo sempre più di rado.

Passano diverse settimane quando il maggiordomo di Jekyll si reca a casa di Utterson per chiedere aiuto: il dottore si è chiuso nel suo laboratorio, da dove provengono urla agghiaccianti, richieste di un farmaco e rumori sinistri. Una volta arrivati nell’abitazione del loro amico, Utterson ed Enfield trovano il corpo del Dr Jekyll riverso sul pavimento, morto suicida, con una lettera in mano destinata a Utterson.

L’ultima lettera del Dr. Jekyll

La lettera occupa il decimo capitolo del libro di Stevenson, narrato in prima persona proprio dal Dr. Jekyll. Al suo interno troviamo una cruda confessione che porterà in modo definitivo a svelare l’arcano e il senso intimo dell’opera.

Jekyll rivela di aver creato in laboratorio un potente farmaco che, una volta ingerito, permette di scindere la propria indole in due parti: quella buona e quella malvagia. Lo scopo ultimo di questa ricerca è quello di separare il Bene dal Male. Al sincero amore per il progresso scientifico ben presto si unisce il desiderio del dottore di liberare le proprie pulsioni inconsce, mantenendo comunque una facciata di rispettabilità. L’esperimento, spiega Jekyll nella sua lettera, è fallito miseramente: con il passare del tempo la parte oscura, Mr. Hyde, ha preso il sopravvento e il dottore non è più riuscito a controllare la metamorfosi, diventando schiavo di se stesso. Rendendosi sempre più conto della pericolosità di Hyde, in concomitanza al fatto che l’antidoto al farmaco aveva smesso di funzionare, il Dr. Jekyll si è trovato di fronte ad una scelta: pagare per i crimini commessi oppure togliersi la vita.

L’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due. E dico due, perché le mie conoscenze non sono giunte oltre. Altri seguiranno, altri porteranno avanti queste ricerche, e non è da escludere che l’uomo, in ultima analisi, possa rivelarsi una mera associazione di soggetti diversi, incongrui e indipendenti.

La lettura de Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr. Hyde ci porta a riflettere sui lati nascosti presenti in ognuno di noi, e, di conseguenza, in chi ci circonda: familiari, partner, amici e conoscenti. Siamo in continua lotta tra Bene e Male, verità e menzogna, superbia e umiltà, passione irrefrenabile e razionalità. Il romanzo ci offre notevoli spunti di riflessione ma senza mai fornire una vera e propria soluzione. Dovremmo cercare a tutti i costi di eliminare le parti più spiacevoli della nostra personalità? E senza loro, esattamente, chi saremmo? Non sarebbe meglio accettarle?

In una stanza con un’ampia finestra, da dove entra luce, è normale che si creino delle ombre. Altrimenti quella luce non sarebbe autentica ma innaturale. Quindi le ombre nient’altro sono che una conseguenza inevitabile della luminosità che si diffonde nell’ambiente. Bene e Male convivono nella stessa persona, sono inscindibili e a volte si mescolano tra di loro rendendo difficile tracciare una linea netta che li separi. L’essere umano deve entrare in contatto sia con la propria lucentezza che con la propria oscurità e scegliere quale delle due parti alimentare. Non esiste nessuna entità superiore che governa la nostra vita, esistono solo le scelte che compiamo ogni giorno.

La trasformazione del Dr. Jekyll

 

Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde secondo la psicologia Junghiana

Secondo le teorie di Jung, Mr. Hyde rappresenta L’Ombra del Dr. Jekyll, la sua parte criminale e violenta. Essendo del tutto inconscia e non integrata con la coscienza, prende il controllo agendo in modo inconsapevole e distruttivo.

L’Archetipo dell’Ombra è collegato a quello della Maschera, infatti è proprio dietro ad essa che nascondiamo agli altri e a noi stessi quei lati che riteniamo incompatibili con la personalità cosciente, con la quale, invece, amiamo identificarci e presentarci agli altri. L’Archetipo della Maschera ci permette di essere socialmente accettati.

Dietro il nostro Io si nascondono impulsi aggressivi, desideri immorali, aspetti fragili e immaturi. Insomma, tutti quei lati che fanno parte di noi ma che disconosciamo poiché in contrasto con quello che pensiamo di essere. Più continuiamo a rigettarli e a negarli e più si manifesteranno con violenza, al di là del nostro controllo, prendendo le redini della nostra vita.

Non avere consapevolezza della propria parte d’Ombra significa soccombere al suo potere senza la possibilità di contenerla. L’Ombra è l’archetipo che rappresenta il lato animalesco e primitivo, ma anche le parti involute o poco realizzate, che se sviluppate, possono portare ad un processo trasformativo dell’individuo, nonché all’accrescimento del suo potenziale creativo.

Risulta necessario accogliere questa dimensione oscura, integrarla e venire a patti con essa. Solo in questo modo può iniziare il processo di individuazione che, secondo Jung, significa diventare quello che si è.

Non c’è luce senza ombre e non c’è pienezza psichica senza imperfezioni. La vita richiede per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza. Senza l’imperfezione non c’è né progresso né crescita.

Carl Gustav Jung


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