Mettersi a nudo

Cantanti e…abiti

La prima serata di Sanremo ha visto debuttare sul palco dell’Ariston numerosi artisti ma ciò che ha catturato maggiormente l’attenzione del pubblico è stato il messaggio che la nota influencer Chiara Ferragni ha voluto lanciare attraverso i suoi abiti. Ha sfoggiato ben quattro abiti firmati Dior, vestiti eccentrici e carichi di significato che, ovviamente, non sono stati esenti da critiche e commenti negativi. Mettersi a nudo, infatti, comporta dei rischi. 

L’abito manifesto

Il primo abito con cui ha sceso le temute scale dell’Ariston è l’”abito manifesto”, un vestito a corolla nero al quale si accompagnava una stola bianca con il ricamo “Pensati libera”. Parole tratte da un’opera di Claire Fontaine, collettivo artistico fondato da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi. Il messaggio è rivolto al pubblico femminile affinché ogni donna si pensi libera, si senta libera di uscire dal ruolo in cui la società cerca di rinchiuderla. 

L’abito disegno

Proprio questo il tema affrontato dall’influencer durante il suo monologo, una lettera per la se stessa bambina, pronunciato con indosso un abito-disegno del suo corpo nudo. 

Riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile. Questo è l’obiettivo dietro questo look. L’idea di un abito che simulasse il corpo nudo di Chiara ci è arrivata immediatamente prendendo ispirazione da una creazione di Maria Grazia Chiuri per Dior della primavera/estate 2018. 

Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe. Questo è il corpo di una donna, quello di Chiara Ferragni che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato. Questo è il corpo di tutte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”.

Queste le parole della Ferragni e del suo team.  

L’abito contro l’odio

Il terzo abito riguarda l’odio e tutte le critiche che l’influencer riceve quotidianamente dagli haters sulle sue pagine social.  Un tessuto bianco sul quale rimangono impresse le parole, le frasi, cariche di disprezzo, di colore nero. Eccone alcune: “Photoshop, il culo vero è flaccido”, “Quant’è secca”, “Disgusting”, “Perché non ti rifai il seno???”, “Ma sei mamma escort?”, “A breve un porno”.

L’abito gabbia

L’ultimo abito sfoggiato nella prima serata di Sanremo è l’abito-gabbia, a cui si lega il messaggio di liberare le nuove generazioni da stereotipi di genere che spesso ingabbiano. Una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle. Nella parte finale della serata Chiara ha tolto la gonna ed è rimasta solo con la tutina dorata.

L’ultima serata

Per la finale di Sanremo 2023 Chiara Ferragni torna sul palco con nuovi outfit, tutti firmati Schiaparelli, maison che porta il nome dell’artista e intellettuale surrealista Elsa Schiaparelli e che dal 2019 è sotto la direzione di Daniel Roseberry.

L’abito scultura

Il corpo sagomato in resina metallizzata dorata e una sottoveste in seta blu, così compare Chiara in cima alle scale a inizio serata. Così sceglie di mettersi a nudo una seconda volta. Il tema riguarda la maternità, la lotta femminile contro il senso di colpa per non voler essere solo una mamma, ma per voler rimanere anche donna.

L’armatura oro scolpita sui seni della donna rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello. Il colore della sottoveste blu è associato alla sacralità della maternità che nutre metaforicamente un bambino d’oro.

L’abito impronta

Tornano il blu e l’oro anche sul secondo abito della serata. Un’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu dell’abito a colonna. Il richiamo è all’opera dell’artista francese

in cui i corpi delle donne venivano liberati dalla loro immobilità di manichino e chiamati a imprimere autonomamente le proprie forme su grandi canvas bianchi da dipingere in blu. 

afferma la Ferragni su Instagram.

La collana utero

Velluto nero, scollo profondo e collana oro per il terzo abito della serata. Il gioiello rappresenta un utero attraverso alcune sezioni anatomiche femminili, un rimando al diritto di aborto sicuro e di procreazione assistita. Queste le sue parole:

Perché ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni sul proprio corpo. 

Il completo manlike

L’ultimo look indossato da Chiara si distingue dai precedenti della serata: non è più una gonna, bensì un completo pantalone giacca in velluto nero spezzato da un corsetto bianco ricamato con un motivo di perle e lurex che va a ricordare la fascia degli addominali. 

una caricatura allo stereotipo sessista di dover mettere in mostra i muscoli per esercitare la propria forza e potere.

Mettersi a nudo è una vittoria

C’è chi ha criticato questo modo di esporsi, chi ha criticato il contesto non adeguato, chi ha definito gli abiti delle semplici autocelebrazioni della stessa donna. Eppure c’è anche chi ha ritenuto giusto, coraggioso, ciò che è stato fatto dalla nota influencer:

Chiara Ferragni ha vinto la sua sfida con il palco di Sanremo: non si è limitata a salire sul palco dell’Ariston e utilizzarlo come un semplice catwalk su cui sfilare con abiti d’Alta moda, lo ha invece utilizzato come cassa di risonanza, come un megafono per lanciare messaggi di libertà per tutte le donne. Messaggi contro il patriarcato, sulla maternità, sul diritto all’aborto e sulla libertà di essere donne senza regole imposte da nessuno. Lo ha fatto con gli abiti e con il mezzo che sa usare meglio, i suoi social. Ha vinto perché si è messa in gioco ed è riuscita a rendere significante la sua partecipazione a Sanremo.

Ed è forse questo il senso in cui interpretare un abito, uno strumento per mettersi a nudo, per rivendicare la propria libertà. È forse questo il senso ultimo della moda. Quello di esprimere sé stessi, di “pensarsi” liberi, di sentirsi umani. 

Fonti 

www.vogue.it

www.gazzetta.it

www.grazia.it

www.fanpage.it

Crediti

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