Lolita: come un romanzo ha influenzato la moda

Lolita è un romanzo dello scrittore russo Vladimir Nabokov, pubblicato nel 1955. Racconta una delle storie d’amore più controverse della storia, ma è al contempo una pietra miliare della letteratura mondiale. Lolita racconta la dibattuta storia d’amore tra la dodicenne Dolores Haze (soprannominata Lolita) e Humbert Humbert, un professore europeo trasferitosi negli Stati Uniti.

Una storia, più interpretazioni

Ci sono diverse interpretazioni della storia: c’è chi lo definisce una storia di pedofilia, chi la descrive come un’allegoria dell’amore di Nabokov per gli Stati Uniti, dove si trasferì dalla Russia per realizzarsi. Secondo altre interpretazioni, invece, l’intenzione di Nabokov era semplicemente di raccontare una storia d’amore diversa dal solito.

In ogni caso, il romanzo resta uno dei più appassionanti della letteratura mondiale, capace di avere un forte impatto su altre forme d’arte come il cinema, la musica e anche la moda.

Nel romanzo di Nabokov, Lolita viene descritta come una ragazza pienamente conscia del suo potere seduttivo, nonostante la giovane età. Lolita e il professor Humbert si incontrano per la prima volta durante una visita di quest’ultimo alla madre di Lolita, Charlotte Haze, vedova da ormai qualche anno. Il professore e Charlotte si sposano e Humbert diventa a tutti gli effetti il patrigno di Lolita. Sin dall’inizio Lolita cerca in tutti i modi di sedurre il professore ma lui oppone una certa resistenza, finché in seguito a un incidente, Charlotte perde la vita investita da un’auto.

Ormai orfana di entrambi i genitori, Lolita resta nella custodia di Humbert, suo unico parente. Nonostante la sua iniziale resistenza alle avances di Lolita, il professore finalmente cede. Inizia così la loro strana e segreta storia d’amore. Consapevoli che sarebbe stato impossibile vivere la loro storia clandestinamente nella loro realtà, i due decidono di partire e intraprendono un lungo viaggio in auto.

Un capolavoro che ispira

Nonostante l’argomento molto delicato, la storia viene sviluppata in modo magistrale dall’autore, dando vita ad uno dei più grandi classici della letteratura. Il romanzo ha infatti ispirato due grandi film omonimi: il primo, uscito nel 1967 e diretto da Stanley Kubrick, l’altro del 1997 e diretto da Adrian Lyne. Allo stesso modo, l’impatto di questo capolavoro letterario sulla cultura globale è evidente anche nel mondo della moda giovanile. Le micro-community sui social, infatti, continuano a esserne fortemente ispirate.

Lo stile coquette

Lo stile direttamente ispirato al personaggio di Lolita viene definito coquette.

Il termine coquette è ormai abbastanza in disuso nel linguaggio comune. Resta comunque decisamente vivo su piattaforme social come Tumblr, Pinterest, Twitter, TikTok, dove è ormai una sottocultura a tutti gli effetti. Su questi social, facendo una semplice ricerca del termine, sono innumerevoli i video di giovani creator su come dare vita a questo stile ispirato a Dolores Haze nella vita di tutti i giorni.

Il termine coquette è il femminile del francese coquet. Al maschile indica letteralmente un galletto, un ragazzo vanitoso, un damerino. Al femminile indica, di conseguenza, una ragazza civettuola, che ama avere atteggiamenti flirtanti con gli uomini con lo scopo di sedurli, proprio come Lolita nei confronti di Humbert.

Lo stile coquette è iperfemminile, giocoso e anche bambinesco. Trecce ai capelli, motivi di fragole e ciliegie, materiali come seta, pizzo, raso, maniche a sbuffo e scarpe Mary Jane. La parola d’ordine è, appunto, iperfemminilità. La popolarità di questo stile risiede principalmente nel fatto che sia facilmente incorporabile nella quotidianità con accessori come fermacapelli, bigiotteria o calze, e che sia uno stile divertente e spiritoso ma anche relativamente sobrio.

Arte che produce arte

A tutti gli effetti una sottocultura, lo stile coquette non può non avere tutta una serie di artisti musicali e produzioni cinematografiche che continuano a far vivere questo immagnario seducente e femminile. Nel campo della musica, artiste come Lana del Rey, Melanie Martinez e Taylor Swift sono tra le principali del genere, proprio perché immerso in un’atmosfera romantica e vintage, perfettamente coerente con lo stile, musicale e non solo, delle cantanti.

Inoltre, oltre ovviamente alle riedizioni cinematografiche di Lolita, esistono anche altri film molto apprezzati da chi fa parte di queste community, come American Beauty, Il giardino delle vergini suicide, Ragazze Interrotte. Il filo conduttore è sicuramente una trama in cui delle protagoniste femminili sono alle prese con sfide come salute mentale, rapporto con i familiari, storie d’amore tormentate e controverse.

Il look dalla femminilità irresistibilmente e astutamente ingenua non è una novità ed è da sempre presente in molte case di moda. Comunque sia, l’alta moda e i trend di internet prendono sempre ispirazione l’uno dall’altro. Data la versatilità dello stile coquette, che può essere incarnato in diversi modi a seconda della personalità di chi lo sceglie, non esiste un brand preciso che definisca questa estetica.

Coquette in passerella

Ma, a dir la verità, sono molte le case di moda che propongono più insistentemente questo tipo di look. Impossibile non citare Miu Miu, linea giovane e  femminile di Prada, oppure Heaven by Marc Jacobs. Proprio quest’ultima è una delle preferite tra le community di coquette online per i suoi design giovanili e colorati, che riprendono lo stile coquette in chiave moderna e Y2K.

Lo stile Lolita di Harajuku

Un’altra corrente che va sicuramente menzionata, anche se non direttamente ispirata al romanzo. Attorno agli anni ’90, sulle strade di Harajuku, a Tokyo, inizia a emergere uno stile ispirato all’epoca vittoriana. Il nome di questa sottocultura è proprio Lolita. Gonne vaporose, pizzo, raso, e fiocchi decorativi rimandano alla gioventù e all’infanzia, con un tipo di abbigliamento simile a quello delle bambole vintage.

Potere seduttivo pericoloso

Nonostante la sua giovanissima età, la Lolita creata da Nabokov, e riproposta dalle seguenti reinterpretazioni cinematografiche, è una ragazza conscia del suo potere seduttivo sugli uomini. Lolita è un personaggio che seduce attivamente il professore e fantastica su di lui mentre la madre è ancora in vita.

Il professore, dal canto suo, si innamora di Lolita perché riporta in vita il ricordo della sua gioventù e della storia d’amore mai vissuta con una giovane amante scomparsa prima del tempo. In ogni caso, è importante ricordare che la storia viene narrata esclusivamente dal punto di vista del professore. Mai da quello di Lolita.

Le critiche più recenti mosse contro il romanzo di Nabokov vedono, invece, Lolita come la vittima di un uomo predatore. Sui social si parla spesso di come la romanticizzazione eccessiva di questo romanzo sia dannosa per molte giovani donne che possono vedere nel rapporto tra Lolita e Humbert un esempio da seguire, cadendo vittime di un uomo più adulto. Il professor Humbert, infatti, definisce spesso Lolita come una ninfetta:

che non è umana, ma di ninfa (e cioè demoniaca); e intendo designare queste elette creature con il nome di ninfette.

Più precisamente, con il termine ninfetta si va a indicare proprio una bambina tra i nove e i quattordici anni che ha un “incanto particolare”.  La definizione della parola in questione secondo il dizionario Treccani è:

ninfétta s. f. [dim. di ninfa]. – Ragazzina sessualmente precoce; adolescente che, con i suoi atteggiamenti provocanti, suscita desideri erotici, spec. in uomini maturi. In questo sign. la parola è un calco dell’ingl. nymphet, e si è diffusa col romanzo Lolita (1955, traduz. ital. 1959) di V. Nabokov.

Nymphet, qualcosa di più oscuro

Per questo motivo, una community simile a quella coquette, ma dai tratti più tossici, si definisce proprio nymphet. In questo tipo di community, problematiche come il cyber bullismo e la romanticizzazione delle malattie mentali fanno da padrone. Anche qui la moda riveste un ruolo importante, è simile a quella presentata precedentemente. Purtroppo, i membri di queste comunità mostrano un’attenzione maggiore verso determinati standard di bellezza e di fisicità che non fanno altro che sfociare in disturbi alimentari che, qui, appunto, vengono valorizzati e quasi, tristemente, promossi.

Gran parte dei componenti delle community coquette tendono però a distaccarsi da questo tipo di comportamento, cercando di mantenere vivo un luogo virtuale fatto di accettazione e positività, in cui chiunque può trovare se stesso in modo giocoso e divertente, aldilà dell’aspetto fisico.

FONTI

haenfler.sites.grinnell.edu

www.vam.ac.uk

thelookonline.dcu.ie

www.nylon.com

www.pourfemme.it

cherwell.org

aesthetics.fandom.com

www.criticaletteraria.org

www.treccani.it

CREDITI

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