Fake News La Tempesta Imperfetta copertina

Fake News: La Tempesta Imperfetta

Fake news. Bufale. Fandonie. Ci sono innumerevoli modi per definire le notizie non veritiere in circolazione. L’importante è non sottovalutarne la portata, cadendo nell’ingenua convinzione di esserne immuni e trascurando il fatto che le nostre convinzioni sono spesso influenzate dalle notizie che arrivano attraverso tutti i media, compresi la televisione e il cinema, la radio e la musica, la carta stampata, Internet e le altre nuove tecnologie digitali impiegate nella comunicazione.

L’importanza di questo tema infatti risiede primariamente nella facilità con cui accediamo tutti in ogni momento alle informazioni in circolazione: basti pensare al fatto che la maggior parte della popolazione mondiale ha a disposizione gli strumenti attraverso cui le riceve. L’altra ragione per cui il problema delle fake news non va sottovalutato è connaturata con i meccanismi cognitivi propri degli esseri umani, come vedremo nel seguito, e come spiegano chiaramente Barbascura X e Luca Perri nel loro ultimo libro pubblicato a ottobre 2022 da DeAgostini: La Tempesta Imperfetta. Viaggio nella Mente di Chi Crede nelle Fake News: NOI.

Fake News La Tempesta Imperfetta copertina

La Tempesta Imperfetta: gli Autori

Barbascura X è un chimico, divulgatore scientifico, performer teatrale, youtuber e scrittore italiano, famoso soprattutto per la rubrica sul Web intitolata Scienza Brutta in cui tratta in modo originale e accessibile a tutti temi scientifici.

Luca Perri è un astrofisico e si occupa di divulgazione tra radio, televisioni, carta stampata, festival e social network. Tra l’altro è autore e conduttore di diverse trasmissioni di Rai Cultura. Insieme a Barbascura X è autore di Infodemic: il Virus Siamo Noi, documentario disponibile per lo streaming online su Amazon Prime Video, dedicato all’infodemia, ossia alla circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che aumentano la confusione generale in diversi campi, specialmente in quelli scientifici.

I temi seri trattati con apparente leggerezza dagli autori sono accompagnati dalle caustiche vignette di SIO, uno dei fumettisti più popolari in Italia grazie al suo canale YouTube, Scottecs, fondato nel 2002, che conta oltre due milioni di iscritti.

Navigando tra fake news, infodemia e bias cognitivi

Gli autori di La Tempesta Imperfetta provano a tracciare una rotta per resistere alle ondate di fake news, pregiudizi culturali e trappole del ragionamento che ci inducono a tirare conclusioni inconsapevoli o prendere decisioni errate. Il libro fornisce ai lettori gli strumenti per sviluppare uno sguardo critico e razionale sul mondo circostante affinché possano da soli tutelarsi dall’infodemia.

La Tempesta Imperfetta esordisce con una spiegazione semplice e riepilogativa dei bias cognitivi a cui Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia – “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica”, si legge nella motivazione del premio –  ha dedicato un’ampia trattazione nel libro Pensieri Lenti e Veloci. Si tratta in sostanza delle piccole scorciatoie che il cervello umano utilizza per soppesare informazioni e fatti per interagire nel modo più semplice e veloce agli stimoli del mondo esterno.

Ma davvero le ricerche di Kahneman sono tanto importanti? E, se sì, perché? Perché il nostro Daniel ha mostrato che l’essere umano può recepire e analizzare le informazioni attraverso due strade, chiamate Sistema 1 e Sistema 2. Il Sistema 2 è quello del ragionamento: lento, faticoso, governato da regole… in una parola, noioso. Meglio ignorarlo. Meno male che c’è il Sistema 1, basato sull’intuizione: veloce, automatico, che non comporta sforzi mentali e associa le notizie alle percezioni sensoriali e alle emozioni. Meraviglioso, il Sistema 1! È per questo che lo usiamo di continuo. Cascando con entusiasmo in centinaia di bufale.

Vi siete mai chiesti da dove derivano le vostre convinzioni?

Con uno stile leggero e piacevole Barbascura X e Luca Perri, sempre con il supporto di fonti e dati attendibili, raccontano le motivazioni, gli interessi e gli schemi piscologici che si ripetono dietro alla diffusione delle fake news. La Tempesta Imperfetta fornisce al lettore informazioni e spunti di riflessione importanti, partendo dall’analisi di casi storici eclatanti che vanno dall’atterraggio sulla luna, al terrapiattismo, agli OGM, passando per i vaccini, l’inquinamento da Co2, fino ad approdare ai temi ambientali.

Gli autori dimostrano che le piccole convinzioni che ciascuno di noi ogni giorno maneggia senza essere davvero consapevole sono frutto di influenze esterne sbagliate e indotte da soggetti portatori di interessi prevalentemente economici. Un esempio su tutti:

Abbiamo un problema con il concetto di “naturale”, indotto ovviamente da anni di bufale e una buona dose di marketing. Basti pensare che negli Stati Uniti è comune trovare etichette alimentari che riportano la scritta chemical free, ovvero “privo di sostanze chimiche” … Scusa, in che senso? Che mi stai vendendo, il vuoto cosmico? No, perché manco il vuoto cosmico è privo di “sostanze chimiche”, signora mia.

 

L’irresistibile fascino delle Riviste Scientifiche

La Tempesta Imperfetta insegna a diffidare delle fonti non attendibili e chiarisce, tra l’altro, la differenza essenziale tra le diverse riviste scientifiche divise tra quelle che pubblicano le ricerche solo dopo un’accurata revisione tra pari – le cosiddetta peer review – e le riviste invece “predatorie” – i predatory journals – che pubblicano informazioni non verificate, possibilmente ad alto impatto emotivo, per soli fini economici.

Un predatory journal ha l’unico scopo di fare soldi. Il gioco è semplice: fondate una rivista con un nome pomposo e altisonante, fateci un sito figo e dall’aspetto professionale, preparate un finto bando che inviti a pubblicare sulla vostra rivista una qualsiasi ricerca (ma letteralmente QUALSIASI), spammatelo a garganella alle caselle elettroniche degli scienziati di tutto il mondo e una volta ricevuto un articolo (poco importa se è a firma di un ingenuo ricercatore o di un varato ciarlatano) lo pubblicate senza neanche ricontrollarlo. Ovviamente dietro compenso economico.

Tra i casi eclatanti di fake news nate da pubblicazioni fatte su predatory journals spicca quello dello studio sulla supposta connessione tra vaccini e autismo. Nonostante questa connessione sia stata smentita da numerosi e ripetuti studi successivi e che il suo stesso autore, Andrew Wakefield, abbia ammesso di non aver verificato tutti i dati pubblicati, questa fake news è stata la causa del grave assenteismo vaccinale della fine degli anni Novanta che ha portato in Gran Bretagna alla diffusione di epidemie del tutto evitabili.

Tra news e fake news: come fare a orientarsi?

Leggendo questo libro nasce spontanea nel lettore una domanda su come concretamente ogni giorno si possa evitare di credere alle fake news. Barbascura X e Luca Perri, a proposito delle riviste scientifiche, consigliano di cercare su Google le liste dei predatory journals prima di credere ai dati contenuti nelle pubblicazioni scientifiche ed elogiano l’impegno profuso dai professionisti della verifica di notizie, i cosiddetti debunker.

La Tempesta Imperfetta ci fornisce lo spunto per riflettere sull’importanza di ricercare gli strumenti per maturare una consapevolezza sul tema delle fake news e per orientarsi nella giungla delle informazioni. A tal proposito possiamo consultare i canali dei debunker italiani più attivi, tenere a mente le indicazioni generali fornite ad esempio dal Parlamento Europeo sull’atteggiamento da mantenere nei confronti delle informazioni e dedicare la massima attenzione all’educazione civica digitale.

Debunker italiani

Quella del debunking viene definita nel Vocabolario Treccani come “Opera di demistificazione e confutazione di notizie o affermazioni false o antiscientifiche, spesso frutto di credenze, ipotesi, convinzioni, teorie ricevute e trasmesse in modo acritico”. Desolante notare come nella stessa definizione data dal Vocabolario Treccani si legga a proposito delle informazioni sul Web, che la tecnica del debunking usata allo scopo di destrutturare le bufale si riveli “molto più complicata della loro messa in circuito”.

Debunker è definito un professionista o un’organizzazione che si occupa sistematicamente di smentire notizie false, non verificate, manipolate ad arte, dando conto pubblicamente sia degli strumenti e dei processi utilizzati per farlo, sia dei risultati ottenuti. Tra i canali più seguiti in Italia, troviamo quelli di Paolo Attivissimo, “Il Disinformatico”, quello di Michelangelo Coltelli “Bufale Un Tanto Al Chilo” e quello di David Puente, “Davidpuente.it”.

Uno strumento pratico: NewsGuard

Uno strumento utile a individuare fake news e fonti poco attendibili è NewsGuard che è sia un’applicazione per smartphone, sia un’estensione per i browser di navigazione su Internet. Una volta installata, NewsGuard fornisce relativamente al sito di informazione consultato un bollino di colore diverso e un commento a seconda del grado di affidabilità. Il suo funzionamento è basato sul lavoro costante di giornalisti e analisti che leggono articoli, verificano le fonti e ogni altro elemento utile a stabilire l’attendibilità della notizia, ad esempio, chi sono i donatori e da dove provengono i fondi per sovvenzionare chi pubblica le notizie. La trasparenza e la correttezza dell’attività di NewsGuard sono rivolte sia ai lettori che ai siti di informazione analizzati: questi ultimi infatti vengono contattati prima della pubblicazione della loro pagella.

Il vademecum generale del Parlamento Europeo

Il Parlamento europeo ha stilato una lista di consigli semplici ma efficaci su come riconoscere all’istante le fake news e non esserne vittime inconsapevoli. Il vademecum semplice a forma di bussola guida i lettori alla ricerca di notizie false consigliando di:

  • controllare i contenuti e domandarsi se i fatti sono riportati in maniera accurata;
  • controllare l’organismo che ha creato la notizia: qual è la fonte e se l’URL sembra attendibile;
  • controllare l’autore, se è una persona reale. Ad esempio, un giornalista rispettato ha sempre un archivio di articoli online;
  • controllare se l’autore utilizza fonti affidabili e se ad esempio gli esperti citati sono dei veri specialisti nella materia;
  • controllare le immagini, ad esempio se sono state usate in modo pretenzioso o decontestualizzato;
  • riflettere prima di condividere una notizia che potrebbe rappresentare una distorsione di eventi reali o non essere attuale o potrebbe essere frutto di satira. Il titolo potrebbe essere stato scelto apposta per suscitare emozioni forti nel lettore. E si deve tenere conto del fatto che se un evento è successo per davvero anche altri media affidabili ne parlerebbero.

Il vademecum del Parlamento Europeo consiglia infine di mettere sempre in discussione il proprio modo di vagliare le informazioni: se una storia sembra troppo bella o divertente potrebbe non essere vera. E propone infine di segnalare attraverso i canali istituzionali le fake news.

Fake news vademecum Parlamento Europeo

Importanza dell’educazione civica digitale contro le fake news

Le nuove generazioni e gli over 65 in particolare sembrano essere più vulnerabili alle conseguenze delle fake news. La tendenza generale è quella di prestare maggiore attenzione a chi ha condiviso una certa notizia, piuttosto che verificarne la fonte – Se l’ha tetto tizio, non può che essere vero. In altre parole, se a diffondere la notizia è un personaggio noto, la notizia viene considerata come attendibile.

Inoltre, molti contenuti vengono diffusi solo per il titolo sensazionalistico, per l’immagine di copertina o perché generano emozioni – Sono indignato!

Talvolta si finisce per dare credito a una fake news solo perché conferma un nostro pregiudizio, oppure perché si attiva qualcuno dei meccanismi biologici di comprensione della realtà  –  i bias cognitivi  – di cui parlano Barbascura X e Luca Perri nel loro libro.

Il rischio di un atteggiamento superficiale nei confronti delle notizie false è quello di contribuire alla causa di quelli che hanno interesse a che le fake news si diffondano per fini commerciali o politici, ad esempio. E un pubblico incapace di discernere tra informazioni attendibili e non attendibili è chiaramente soggetto a manipolazioni. Per questo è necessaria un’educazione civica digitale, tanto per le nuove generazioni, quanto in generale per gli utenti dei media, di tutte le fasce di età.

Ritornando a La Tempesta Imperfetta possiamo usare le parole di Barbascura X e Luca Perri per ricordare sempre a noi stessi che siamo indotti a credere alle fake news per via dei meccanismi irrazionali tipici del pensiero umano e che

La nostra unica chance di rimanere a galla è smettere di subire passivamente le notizie e cominciare a identificarci come parte integrante dell’ecosistema dell’informazione.


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