Versace, tra Magna Grecia e mito

Versace non ha bisogno di presentazioni, è tra le case di alta moda più famose al mondo, conosciuta per il suo rilevante impatto sulla cultura pop. Ha vestito le più grandi celebrità sin dagli inizi negli anni ’80, ma non per questo ha dimenticato le sue origini. Versace ha un legame inscindibile con la Calabria, terra di origine di Donatella e Gianni Versace, e con la Magna Grecia, terra che viene costantemente ricordata nei design del brand dagli anni ’80 a oggi. Ecco spiegate le colonne, le figure mitologiche, la stessa Medusa, o la chiave greca, simbolo del labirinto di Minosse.

La storia

La storia di Versace è lunga: veste grandi nomi della storia e contemporaneamente fa la storia. Per capirne il calibro, basti pensare che Gianni Versace si è occupato del “rebrand” di Lady Diana dopo il suo divorzio. E così, ai sontuosi abiti da principessa, dalle maniche a sbuffo e lunghe gonne, Diana lasciò il passo agli abiti più audaci disegnati per lei da Versace, dando al suo affezionato pubblico un’idea di sé ben diversa. Una donna audace, una donna libera dalle strette convenzioni della corona inglese, padrona della sua immagine e femminilità. 

La Magna Grecia

Nonostante il brand sia nato e cresciuto nella città di Milano, i design di Versace prendono da sempre ispirazione dalla mitologia greca e dal territorio della Magna Grecia, che comprendeva il sud Italia, tra cui l’attuale Calabria. Proprio lì, a Reggio Calabria, Gianni Versace inizia a muovere i suoi primi passi. Gianni impara tutto nell’atelier di sua mamma, abile sarta, e si trasferisce poi a Milano a 25 anni per tentare il grande salto nel mondo della moda.

Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. È il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide; dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia

Gianni Versace

La colonizzazione greca avvenuta nelle terre dell’Italia meridionale, portò alla fondazione di città-stato sulla base di quelle elleniche, dedite ad agricoltura, commercio e artigianato. Le colonie non avevano una vera forza bellica, al punto che dovettero assoggettarsi ai Romani attorno al 272 a.C. Le colonie della Magna Grecia hanno lasciato dietro di sé una grande mole di produzioni artistiche, di cui ad oggi è costellato il nostro Sud.

Nonostante le colonie cercassero volutamente di differenziarsi dalla produzione artistica ellenica, è ad oggi difficile decifrare quali degli artefatti ritrovati siano effettivamente di fattura magnogreca e quali siano stati importati. Sicuramente, un grande fiore all’occhiello della Magna Grecia era la produzione di statue sia in terracotta che in bronzo.

Ne sono un esempio rilevante i due bronzi di Riace, ritrovati negli anni ’70 proprio sulla costa di Riace, vicino alla città di origine dei fratelli Versace. Fu il ritrovamento di una testa di Medusa in marmo, nei pressi di Reggio, a influenzare il giovane stilista, che anni dopo decise di utilizzarla come logo della maison.

Chi è Medusa?

Era una gorgone con serpenti al posto dei capelli, pietrificava gli uomini con il suo sguardo. Medusa è di per sé una figura controversa nella mitologia: se da una parte uccide, dall’altra protegge. È simbolo di una figura femminile forte e pericolosa, sicuramente attraente, ma anche fragile. Medusa ha due sorelle. Mentre lei, unica mortale, esercita la sua sovranità sul mare rappresentando la perversione intellettuale, Steno rappresenta quella morale, Euriale, invece, è simbolo di perversione sessuale. Le tre sorelle vivono ai confini del mondo allora conosciuto, hanno ali d’oro e mani di bronzo.

La leggenda narra che Poseidone, dio del mare, fosse stato l’unico a non avere paura di sedurre Medusa, ma le versioni del mito sono tante, quella più diffusa narra che Medusa sia stata uccisa da Perseo e che Atena abbia fatto della sua testa un trofeo di guerra da affiggere al suo scudo. Gianni Versace la scelse come simbolo della sua casa di moda proprio perché era la rappresentazione della donna che voleva vestire e presentare sulle sue passerelle: una donna dalle mille sfaccettature, forte e vulnerabile.

La chiave greca

La chiave greca è un altro simbolo fondamentale in Versace, presente su abiti, borse, accessori e gioielli. Si tratta di un simbolo decorativo applicato su templi, palazzi e ceramiche greche. La chiave greca è anche conosciuta con il nome di “meandro”, una parola che deriva dal fiume Meandro, caratterizzato da un andamento serpeggiante e sinuoso. La parola meandro oggi sta anche a significare “labirinto” proprio per il ritmo di linee geometriche che lo compongono.  Rappresenta l’infinito e l’unità perché la linea non si spezza mai. Dal suo primo utilizzo da parte di Versace nel 1988, è uno degli elementi più utilizzati dal brand. Viene rivisto anche in chiave moderna nel 2021 con l’utilizzo di colori accesi come fucsia, rosso e azzurro.

Versace è il brand, tra i preferiti dalle maggiori celebrità dagli anni ’80 ad oggi, simbolo, come pochi altri, di lusso e famaIn un contesto in cui il patrimonio culturale e archeologico della Calabria viene spesso trascurato, è rincuorante notare come un marchio di questa portata non abbia mai dimenticato le sue origini, traducendo i simboli della propria terra in loghi dal design accattivante.

CREDITS

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.