I 70 anni di Moncler: funzionalità e streetwear

Moncler non ha bisogno di grandi introduzioni. È noto per la produzione di giacche e abbigliamento per la neve e con gli anni si è saputo evolvere per restare al passo con i tempi. Si può considerare un brand di luxury sportswear, espressione diventata di grande fama nell’ultimo periodo grazie all’ascesa di brand come Off-white, Yeezy, Supreme Palm Angels.

Moncler=streetwear

C’è una data in particolare che sancisce l’ingresso dello streetwear nella moda di lusso, ed è l’anno che vede nascere la collaborazione tra Louis Vuitton e Supreme. Quel giorno 7500 persone a Tokyo, 2000 a Londra e 1500 a Sydney si mettono in fila per acquistare i prodotti della collezione.

La collaborazione tra i due marchi ha da subito un grande successo e sarà proprio questa collaborazione la chiave che porterà al boom dello streetwear di lusso, ovvero la fusione tra “l’abbigliamento da strada”, che si esprime al meglio nei marchi sportivi, e l’alta moda.

Nel 2018 Virgil Abloh diventa direttore creativo di Louis Vuitton. È la prima volta che un designer come Virgil Abloh (direttore creativo di Pyrex Vision e Off-white, pietre miliari dello streetwear) entra direttamente a far parte di un marchio di lusso dalla storia centenaria come Louis Vuitton. Sarà proprio questo momento a sancire ufficialmente l’ingresso dello streetwear nell’alta moda, aprendo le porte alla fusione tra due mondi che prima erano nettamente separati.

Allo stesso modo, Moncler, è capace di inserirsi perfettamente in questo ambito culturale. Nonostante le sue origini come brand specializzato nell’abbigliamento da montagna, è ad oggi uno dei brand simbolo dello luxury streetwear, contando innumerevoli collaborazioni con i più grandi stilisti. Eppure, il brand simbolo della Milano degli anni ’80, ha origine da qualcosa di ben lontano dalla moda di lusso.

Gli inizi tra le Alpi francesi

Moncler nasce nel 1952 in un villaggio della montagna francese, Monestier-de-Clermont, da cui prende il nome. Inizialmente il fulcro del brand era la montagna: produceva, infatti, sacchi a pelo imbottiti, mantelle foderate, tende con struttura telescopica e copertura esterna. Complice la nuovissima moda della vacanza in montagna, Moncler conobbe da subito una certa notorietà.

Essenziali sono stati i primi operai dell’azienda Moncler stessa, hanno indossato proprio loro, sopra le tute da lavoro, i primissimi piumini del marchio. Fondamentale anche Lionel Terray, alpinista che con il brand decise di esplorarne le potenzialità tecniche utilizzando i prodotti Monlcer sulle vette più alte durante le sue escursioni.

Allo stesso modo, l’equipaggiamento Moncler venne utilizzato nel 1954, quando Lino Lacedelli e Achille Compagnoni decisero di tentare una vera impresa scalando per la prima volta il K2. 60 anni dopo l’impresa verrà poi replicata con “K2- 60 years later”, sempre da un team di italiani e sempre con l’aiuto di Moncler. 

I 70 anni di Moncler

Per celebrare i suoi 70 anni, Moncler ha tenuto uno show in Piazza del Duomo a Milano durante la Milano Fashion Week 2022. Lo spettacolo era composto da 1952 talenti, numero che rimanda all’anno di nascita del marchio, che si sono esibiti davanti a un pubblico di quasi 18.000 persone. 700 ballerini, 200 musicisti, 100 coristi e 952 modelli, tutti con indosso un piumino bianco. Lo spettacolo è stato inaugurato dalla prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, Virna Toppi, raggiunta poi dal ballerino Sadeck Waff, seguiti dal magico coro delle voci bianche.

Remo Ruffini, l’amministratore delegato del brand, è stato poi raggiunto in Piazza del Duomo da personaggi del calibro di Alessandra Ambrosio, Salehe Bembury, Blanco, Bianca Brandolini D’Adda, Eric Chou, Cesc Fàbregas, Hiroshi Fujiwara, Future, Matilde Gioli, Anne Hathaway… tutti nomi importanti nel mondo della moda e dello spettacolo, estimatori del brand francese.

Per celebrare l’anniversario, inoltre, il brand protagonista ha proposto un nuovo design commemorativo raffigurante il simbolo dell’infinito che avvolge il logo accompagnato dal numero 70. In più, 7 collaborazioni esclusive firmate da Thom Browne, Hiroshi Fujiwara, Rick Owens, Pierpaolo Piccioli, Francesco Ragazzi, Giambattista Valli, Pharrell Williams.

Il legame con Milano

Il brand ha un legame indissolubile con il capoluogo lombardo, dove ha avuto enorme popolarità negli anni ’80. Si stima che a metà negli anni ’80, al culmine del boom dei paninari, soprannominati così i ragazzi benestanti di Milano caratterizzati dall’ostentazione di indumenti e accessorî costosi e alla moda, Moncler vendesse circa 40.000 pezzi in tutto il mondo, di cui 30.000 solo nell’area di Milano.

A quanto pare, il fenomeno durò ben poco, visto che le giacche non erano idrorepellenti ma erano progettate per la montagna. Così, in caso di pioggia durante un tragitto in vespa, il bomber Moncler poteva arrivare a pesare fino a 10kg in più. Nonostante ciò, i piumini in colorazioni sgargianti diventarono comunque il simbolo della moda di quegli anni. 

A proposito dei così chiamati paninari, Moncler è stato uno dei cardini del loro abbigliamento, dagli anni ’70 agli anni ’80. A differenza delle altre sottoculture, come il goth o il punk, non bastava indossare determinati capi o ascoltare un genere musicale per entrarne a far parte. Essere paninari era uno stile di vita e la moda ne era un simbolo d’appartenenza.

Moncler quindi è non solo parte del movimento luxury streetwear di oggi, ma un vero e proprio precursore, e ha contribuito a creare l’immagine della prima e unica sottocultura giovanile nata in Italia.

Evoluzione di Moncler

Sempre negli anni ’80, Moncler avvia una collaborazione con la stilista Chantal Thomas, che fu la prima a introdurre elementi come colli e bordi in pelliccia, ricami e materiali preziosi tra cui seta e zibellino e a sostituire la cerniera con i bottoni. Insomma, è il primo vero cambiamento del brand che, da strumento funzionale per la montagna, si trasforma in vero e proprio accessorio di moda.

Un’altra grande innovazione viene data da Remo Ruffini nel 2003, Ruffini propone una grande rivisitazione estetica del brand, facendolo diventare un classico del guardaroba contemporaneo. L’obiettivo era di rilanciare il brand, obiettivo pienamente centrato, poiché Moncler, oggi, per antonomasia indica ‘il piumino’, esattamente al pari della Bic, la penna a sfera.

Nel 2018, Moncler lancia il progetto Genius, per dare ancora una volta un nuovo respiro al marchio, grazie alla collaborazione con designer d’eccezione. Pierpaolo Piccioli, Simone Rocha, Francesco Ragazzi di Palm Angels, si sono messi in gioco per interpretare a modo loro le iconiche giacche Moncler. La più recente è stata proprio una collaborazione con Palm Angels che vediamo incarnata nell’indiscreto piumino fluorescente.

Una parola che rappresenti al meglio Moncler? Sicuramente ”evoluzione”. Il marchio dei piumini per eccellenza ha saputo sempre innovarsi, pur mantenendo sempre la qualità per cui è conosciuto in tutto il mondo. 

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