Fuga a Parigi: un weekend di ottobre con gli amici

Parigi è da sempre considerata la città dell’amore, delle coppie, del romanticismo. È vero. La capitale francese ha un’anima sognatrice, dolce e sensibile, ma non solo. Parigi è anche vita notturna, è jogging sulla Senna, è multiculturalismo, è vita universitaria, è ateliers di cucina, disegno e ceramica. Regalando un’immersione, nell’arte, nel divertimento o nello sport, Parigi è la meta perfetta per una fuga autunnale con gli amici.

Venerdì: la fuga da Nizza

I primi giorni di ottobre sul Mediterraneo hanno la capacità di essere infernali. A Nizza, il sole cade sempre prima sullo stesso mare che, fino ad un paio di settimane prima, era costellato di bagnanti. Le temperature, comunque miti, si abbassano e non regalano più quella piacevole sensazione di sabbia calda. Mentre le palme sul lungomare perdono di brillantezza, la nostalgia avanza, insieme alla consapevolezza che l’estate sia finita. Il centro dagli edifici rossi non è più reso vivo dai turisti in costume che, contrattando al mercato, comprano la frutta da portare in spiaggia. In una città sempre più silenziosa, più mite, più malinconica, il venerdì sembra portare un suggerimento: partire. Un weekend in una città dove la gente non dorme mai sembra perfetto. La meta? La capitale.

Durante la pausa pranzo del venerdì, l’ufficio è abbastanza vuoto da permettere l’acquisto del biglietto più economico esistente sul web. Nel tempo necessario a contattare un paio di amici con cui organizzare la fuga, è possibile trovare velocemente un biglietto su Omio, sito di confronto e prenotazione di viaggi online. Il mouse scorre da solo: cerca, continua, prenota, conferma.

L’arrivo a Parigi

La stazione di Nizza è rumorosa e caotica. Sul tabellone che indica le partenze, il treno per Parigi è segnato in orario. Il treno ad alta velocità è in effetti già fermo sui binari, pronto a partire. In mezzo alle grida della folla, la voce metallica annuncia l’imminente partenza al binario tre, a destinazione Paris Gare de Lyon. I vagoni si distaccano dalla banchina, prima lentamente, poi sempre più rapidamente, mentre Nizza scorre veloce fuori dal finestrino. La locomotiva punta verso nord. I paesaggi cambiano e si susseguono tra di loro finché, meno di sei ore dopo, le luci della ville lumière accolgono l’arrivo del treno. La voce metallica parla di nuovo: i passeggeri sono arrivati a Parigi, stazione finale.

Fuori dalla Gare de Lyon, i taxi si accalcano per accompagnare i turisti ai loro alloggi. Si respira già un’aria diversa, più frizzante, più dinamica. Nel rumore del traffico che scorre ai piedi della stazione, il venerdì sera parigino è iniziato. I bar con le loro tipiche terrasses sono pieni di giovani, in gruppi di tre o quattro, che sorseggiano birra bionda o bicchieri di vino rosso. Mentre alcuni quartieri si addormentano presto, primi fra tutti il quindicesimo, sesto, decimo e nono arrondimments, altri sembrano avere appena cominciato. Tra questi spicca il quartiere latino, dove gli universitari si ritrovano e riempiono le strade lastricate davanti a pub, ristoranti da asporto, crêperies e bistrots economici.

Parigi da turisti

Il sabato parigino non inizia prima delle dieci di mattina, quando le boulangeries iniziano ad aprire. Dopo un veloce pain au chocolat o un éclair, la città si sveglia e inizia a muoversi. Un must, soprattutto alla prima visita a Parigi, sono i simboli più turistici della città: la Tour Eiffel, gli Champs Élysées, l’Arco di Trionfo. Mentre la famosa torre regala più soddisfazioni da lontano che vista da vicino, una passeggiata sui Campi Elisi è d’obbligo. Davanti alle boutiques di lusso, simbolo della grande moda francese (e italiana), le foglie iniziano a colorarsi di rosso e uomini e donne carichi di buste entrano e escono dai negozi. Alla fine del lungo viale, l’Arco di Trionfo che, in tutta la sua imponenza regala uno dei migliori punti panoramici della città (si, meglio anche di quello presente sulla cima della Tour Eiffel).

Sempre turistici e imperdibili, i musei della città. I più famosi sono sicuramente il Musée du Louvre, il Musée d’Orsay, il Centre Pompidou e l’Orangerie, molti gratuiti per gli under 26. Mentre i primi due sono enormi edifici ospitanti meravigliose opere d’arte soprattutto classiche, il Centre Pompidou è il museo di arte moderna e contemporanea. Progetto colorato e asimmetrico di Renzo Piano, il Pompidou ospita spesso collezioni temporanee (insieme alla sua collezione permanente). Nell’edificio si trovano anche ateliers pedagogici, sale di lettura, una biblioteca, spazi cinematografici e un centro di ricerca sulla musica. Il vero gioiello dell’arte parigina è però costituito dall’Orangerie, unico museo in cui la visita è consigliata nei giorni di sole. Situato all’interno dei giardini delle Tuileries, l’Orangerie prende vita in un’antica serra di aranci. La luce, che filtra delicata dal lucernario, illumina il più famoso ciclo di dipinti di Claude Monet: le Ninfee. Sulle pareti di due sale adiacenti e ovali (che creano uno strano percorso ad infinito), le enormi tele di Monet costituiscono un unico gioco di colori, forme e sfumature. Le ninfee parlano al visitatore e gli raccontano della passione di Monet per il suo giardino di Giverny.

Parigi da non-turisti

Dopo un sabato sera passato nell’undicesimo arrondissement, prima sul Canal Saint Martin, poi tra le zone di Oberkampf e République, la domenica è tipicamente parigina e inizia con una passeggiata nel quartiere Marais. Costituito da un intrico di strade strette e lastricate, la zona che congiunge il terzo al quarto arrondissement è vivace e artistica. Piccole boutiques di moda si affiancano ai negozi di artigianato. Il tutto è costellato da gallerie d’arte, grandi non più di un paio di stanze. I negozi sono aperti anche la domenica e attirano tanto i turisti quanto i parigini, che si avventurano nel quartiere alla ricerca di capi particolari o di seconda mano. In alternativa (e in assenza di pioggia), la classica mattinata parigina si svolge sulle rive della Senna, presa d’assalto da corridori, gruppi di amici e giovani famiglie.

Una perla da non mancare prima di riprendere il treno si trova nel quinto arrondissement, accanto al Jardin des Plantes, parco zoologico e botanico: la Grande Mosquée de Paris. Poco frequentata dai turisti, la moschea più grande di Francia è facilmente riconoscibile grazie al suo minareto bianco e al suo stile arabeggiante, curiosamente incastrato tra classici palazzi francesi. La moschea si compone di due spazi divisi. La prima zona, sotto al minareto, è quella visitabile. Colorata da motivi geometrici ricorrenti sui toni del verde, la moschea si apre su di un giardino disseminato di piante e fontane. All’interno la luce illumina un porticato bianco, affacciato sulla sala di preghiera, interdetta ai non-credenti. La seconda zona si apre sul lato della moschea ed è costituita dal bar e ristorante. Ancora aperto ad inizio ottobre, il bar della moschea offre uno spazio simpatico e colorato per gustare un buon the alla menta e dolci alla mandorla e al pistacchio. Un dolce finale multiculturale prima di riprendere il treno per Nizza.

 

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