Pinguini Tattici Nucleari, episodio 1: il ritorno alle origini

Dentista Croazia: un tuffo nel passato

Oggi a mezzanotte potrete ascoltare Dentista Croazia, un pezzo che racconta la nostra storia, soprattutto gli inizi. Per molti il titolo non avrà significato, ma per i 250mila che sono venuti a sentirci live quest’estate sì. Ne abbiamo parlato sul palco: è il nome del nostro primissimo furgone, che affittavamo per girare l’Italia a suonare dieci anni fa. È l’omaggio a un furgone scassato che avrebbe dovuto portare gli anziani a fare operazioni dentali a basso costo in Croazia e da un giorno all’altro si ritrovò a portare in giro noi. Non lo si può definire singolo: è un gruppo. Non la sentirete in radio, non scalerà nulla e non è fatta per “performare”. È un pezzo di vita racchiuso in una canzone, con cui vi vogliamo ringraziare per tutto. Quanto è bello essere una band!

I Pinguini Tattici Nucleari annunciano così sui social l’uscita del brano, programmata per il 19 agosto, quattro giorni dopo l’ultima data del tour. Il videoclip riprende alcune scene dei quattro episodi di “Vita pinguina”, un mini vlog presente sul canale Youtube della band nel quale vengono mostrate le prime avventure del gruppo. Alla fine di ciascun video troviamo già un primo ringraziamento al furgone: “Grazie a Dentista Croazia, il nostro furgoncino supereroe dalla doppia vita: durante la settimana umile trasporto di anziani che vanno a fare operazioni odontoiatriche in Croazia, durante il weekend prezioso amico e compagno di scorribande dei PTN”.

Il pezzo, uscito l’8 settembre, racconta gli esordi della band e la gavetta affrontata nei primi anni insieme al loro compagno di viaggio: il furgoncino “Dentista Croazia” li ha portati in giro per l’Italia e, anche se il nome insolito era motivo di scherno da parte dei più, ha aiutato Riccardo, Nicola, Lorenzo, Elio, Simone e Matteo a perseverare e a non perdere di vita i propri sogni.

Ma chi sono i Pinguini Tattici Nucleari?

I Pinguini Tattici Nucleari sono un gruppo musicale italiano nato nel 2010 in provincia di Bergamo e attualmente composto da Riccardo Zanotti (voce), Nicola Buttafuoco (chitarra ritmica e cori), Lorenzo Pasini (chitarra solista e cori), Elio Biffi (tastiere, fisarmonica e cori), Simone Pagani (basso e cori) e Matteo Locati (batteria). La band, il cui nome deriva dalla birra scozzese Tactical Nuclear Penguin, pubblica nel 2012 il suo primo EP autoprodotto dal titolo Cartoni animali, contenente cinque brani.

Il primo EP: i conflitti dei Cartoni Animali

Autostima e Giovanni Muciaccia orribilmente mutilato con forbici dalla punta arrotondata

L’EP si apre con una traccia di sette secondi intitolata Autostima, in cui si sente la voce di Riccardo Zanotti incoraggiare i suoi compagni. La band aveva però una formazione diversa da quella che conosciamo oggi: era inizialmente composta dal frontman Zanotti (batteria e voce), Francesco Bernuzzi (voce), Claudio Cuter (chitarra), Cristiano Marchesi (basso) e Lorenzo Pasini (chitarra).

La seconda traccia del disco è Giovanni Muciaccia orribilmente mutilato con forbici dalla punta arrotondata, un brano rock, con evidenti rimandi alla poetica tipica degli Elio E Le Storie Tese, cui si narra il tragico assassinio del conduttore di Art Attack, il popolare programma televisivo in onda dal 1998 al 2005 – e poi dal 2011 al 2014 ma con decisamente meno fortuna – in cui il colpevole sarebbe il suo collega Neil, invidioso della fama del primo.

Il paradiso degli orsi gay e Il volo

Ne Il paradiso degli orsi gay i protagonisti sono l’orso Yoghi e Bubu, i due personaggi immaginari del cartone animato Barney’s Hungry Cousin. Tra i due nasce una storia d’amore, non accettata dal bigotto signor Ranger, il quale li uccide sparando qualche colpo di fucile. Ma Yoghi e Bubu si ritrovano nel paradiso gay, dove sono liberi di essere sé stessi e di amarsi.

L’EP prosegue con Il volo, la storia di un pinguino che vorrebbe imparare a volare: non desidera nient’altro che volare tra le nuvole grigie della città, così un giorno si lancia da un tetto, perché «gli unici che riescono a volare liberi, anche solo per alcuni istanti, sono quelli che si buttano nel vuoto».

La canzone della sula e Scooby Doo Love Song

La protagonista della quinta traccia, La canzone della sula, è appunto la sula, caratteristico uccello marino dalle zampe variopinte che, a differenza del pinguino – protagonista della canzone precedente – sa volare ed effettua tuffi da grande altezza.

L’EP si chiude sulle note di Scooby Doo Love Song, una canzone d’amore metal in lingua inglese dedicata da Scooby Doo alla sua amata, la quale però è innamorata del suo migliore amico Shaggy.

Si chiude così il primo disco dei Pinguini Tattici Nucleari, un mix di vari generi che raccoglie le influenze, soprattutto televisive, della giovane band bergamasca. Traendo spunto dai conflitti presenti in programmi della cultura pop e del mondo animale, i Pinguini analizzano sentimenti complessi quali invidia, odio, depressione, rabbia e delusione d’amore.

Qualcuno di voi si ricorda di Cartoni Animali, il nostro primo LP pubblicato nell’ormai lontano 2012? Pagammo le registrazioni con le mancette delle nostre nonne. […] I CD erano masterizzati in casa e ognuno di loro conteneva una frase personalizzata destinata al compratore. Venduti rigorosamente a offerta libera negli angoli più bui degli oratori delle nostre zone. È paradossale ma tutti noi abbiamo perso la nostra copia, e non sappiamo che fine abbiano fatto i master. Di fatto questo LP è una nave fantasma, nessuno sa se ne esistano ancora esemplari.

Scrive così Riccardo Zanotti in un post del 2019, ricordando la primissima opera della band che ha segnato l’inizio della loro avventura. L’EP è disponibile al seguente link:

https://archive.org/details/CartoniAnimali

Il primo album in studio: Il re è nudo e la bellezza della verità

Il primo album vero e proprio, registrato in studio, della band è Il re è nudo, pubblicato il 22 luglio 2014: le tracce spaziano tra diversi generi musicali, dall’alternative rock alla musica celtica, dallo ska all’art rock, fino ad arrivare al punk rock, in linea con lo storico eclettismo della proposta musicale dei ragazzi di Zanotti. Il gruppo bergamasco cambia formazione: rimangono Riccardo Zanotti, Claudio Cuter, Cristiano Marchesi e Lorenzo Pasini, ma Francesco Bernuzzi lascia la band e arriva un nuovo batterista, Marco Sonzogni.

In vento e Italia Italia

L’album si apre con In vento (intro), più precisamente con la domanda: «E chi, del resto, non ha mai sognato di cambiare il mondo?», e nella traccia successiva, In vento – giocando con la somiglianza alla parola “invento” – il cantante elenca, su una base alternative rock, una serie di soluzioni ai piccoli problemi quotidiani e nuove proposte per migliorare il mondo, impegnandosi fino alla risoluzione di tutte le complicazioni esistenti.

La terza traccia dell’album è Italia Italia, un inno sarcastico in stile ska alla patria della band. Raccontando un mix di stereotipi italiani, dai più celebri ai nuovi e surreali pregiudizi inventati appositamente dalla band: dall’amore per l’arte classica rinnegando quella moderna al non mettere la freccia all’uscita della rotonda, dall’assenza dei controllori al tifo sfegatato per il calcio. Alla fine, però, Zanotti canta un verità tanto banale quanto profonda, descrivendo l’Italia come il posto in cui «chi resta sogna di partire e chi se ne va sogna di farci ritorno».

Test di ingresso di medicina e Jack il melo drammatico

Il disco prosegue con Test di ingresso di medicina, una storia d’amore nata tra i banchi della quinta superiore, sognando di superare l’intramontabile ostacolo del test di ingresso della facoltà di medicina. Dopo la rottura, i due protagonisti continuano a seguire il loro sogno: nessuno dei due supererà il test, ma da quel fallimento condiviso riscatterà la scintilla.

La quinta traccia dell’album è Jack il melo drammatico, che con una melodia celtica accompagna il racconto di un melo in cerca della felicità. Si innamora di una pianticella che vede spuntare dall’altro lato dell’orto, che scopre però essere una pianta di plastica, finta come la felicità che aveva provato, finta come «una dolce e scostumata bugia».

Bagatelle e Ilaria

Bagatelle richiama invece lo stile delle ballate folk irlandesi. La canzone si apre con una citazione alla Melevisione: il sistema numerico del Fantabosco, infatti, inizia con i numeri «uno, bue, re, gatto». È una canzone che parla dell’amore che può sbocciare «di fronte al fuoco del falò», «sopra al gommone traballante», che si nasconde «nelle foto di un turista giapponese» e che talvolta rischia di cedere di fronte alle intemperie, ma che «resiste sotto al peso dell’età e della realtà».

Nella penultima traccia dell’album incontriamo il primo nome femminile, Ilaria: è il riflesso della gioventù di oggi, con «la media del buono» e con «la sigaretta costantemente arpionata fra le dita». È al tempo stesso anche una critica a chi ha la supponenza di mostrare «negli occhi la scintilla di chi ha compreso il mondo come fosse il suo giardino», senza però dimostrare di aver voglia di cambiarlo.

Cancelleria

L’album si chiude con uno dei brani più conosciuti del gruppo dai suoi esordi, Cancelleria, che descrive un’ipotetica società, sinistramente simile all’Italia fascista, seppur surreale. Dopo lo sciopero delle gomme, le matite intraprendono una rivoluzione, per ottenere uguaglianza e libertà. Le biro mobilitano la stampa affinché l’opinione pubblica veda le matite come un pericolo per lo Stato. Ma sia le penne stilografiche – ossia l’élite politica ed economica – sia lo scotch e le graffette – il resto della popolazione – le allontanano. Il Gran Consiglio delle Biro (chiara citazione al Gran Consiglio del Fascismo) ordina alle forze dell’ordine – righelli, pennarelli, forbici e temperini – lo sterminio totale delle matite: le biro hanno vinto e festeggiano, ma poco arrivano i bianchetti.

Il titolo dell’album è una citazione della fiaba “I vestiti nuovi dell’imperatore”: in questo album, così come nella fiaba, la verità viene infatti urlata: la vita non viene edulcorata, ma presentata così com’è, in tutta la sua umana bellezza e fragilità.

 

 

Il secondo album: Diamo un calcio all’aldilà

Il 18 dicembre 2015 esce Diamo un calcio all’aldilà, il secondo album in studio del gruppo bergamasco, il quale cambia nuovamente formazione: rimangono Riccardo Zanotti, Claudio Cuter, Cristiano Marchesi e Lorenzo Pasini, ma Marco Sonzogni lascia la band e arrivano due nuovi membri: Elio Biffi (tastiere, fisarmonica e cori) e Matteo Locati (batteria).

Castagne genge e Django

Il disco inizia con Castagne genge, un brano pop rock che parla di una tipologia di castagne “matte”, non commestibili e usate dai ragazzi per giocare e dagli adulti per tenere lontani i ragni. Zanotti, in un post di Facebook, afferma che questa canzone «è un Ragazzo della Via Gluck andata a finire male, senza il ritorno finale. Soltanto con l’amarezza di chi ama a distanza una terra tanto, tanto bella quanto incommestibile. Come le castagne genge.».

La seconda traccia dell’album è Django, titolo tratto dall’omonimo film western di Corbucci del 1966, a sua volta preso a modello dal successo hollywoodiano capolavoro di Tarantino: l’introduzione è infatti un esplicito rimando alle scene iniziali dei film western. Ma Django e Jasmine, altro personaggio che appare nel brano, sono le personificazioni di due framework per applicazioni web. Il pezzo è in inglese e ricorda le tipiche sonorità di Davide Van De Sfroos.

Il sonno ed il furto e La strategia della tenzone

Il sonno ed il furto (storia di un coinquilino) è appunto la storia di uno stereotipato coinquilino di nome Felipe, un soggetto losco che comprava e vendeva «sostanze filosofali misteriose». Un giorno Felipe decide di rubare la chitarra, la tazza, il cuscino e il paltò del protagonista, il quale conclude il racconto con l’insegnamento involontario del suo coinquilino: «i due unici metodi funzionanti per sopraffare il capitalismo [sono] il sonno ed il furto».

L’album prosegue con La strategia della tenzone, un brano pop in stile cantautorale con leggere sfumature anni ’80. Racconta l’amore non corrisposto di un ragazzo nei confronti di una ragazza «ambigua, diversa e avventizia»: «l’amore è pigro», quindi lui soffre ma resta in disparte, per non cadere in una banale “singolar tenzone”.

 

 

Sudowoodo Rodger

La quarta traccia del disco è Sudowoodo, che prende il nome dall’omonimo Pokémon di tipo Roccia, spesso erroneamente classificato di tipo Erba. La canzone, come esplicitato anche nell’ultimo verso, è un invito metaforico a non giudicare senza conoscere realmente qualcuno, la sua situazione e le difficoltà che sta affrontando.

Nel quinto brano veniamo catapultati nella testa di Rodger, un cagnolino che vive in un appartamento nel mantovano: ci accolgono ricordi sparpagliati qua e là di suoni e rumori, profumi e odori, in un mondo il cui confine è «su per giù dove inizia il divano» e non esistono preoccupazioni e affanni per i mille impegni e le spese da sostenere.

Le Gentil e Me want Marò back

Successivamente troviamo Le Gentil, una canzone che parla di Guillaume Le Gentil, astronomo francese del diciottesimo secolo, noto per le sue sventure: fu dichiarato morto in absentia in patria mentre si trovava in India, perciò i suoi aver furono venduti, perse la cattedra e sua moglie si risposò. Racconta il dolore dell’essere dimenticati da tutti e ritrovarsi in un mondo completamente diverso.

Il disco si chiude con Me want Marò back, un reggae ironico e spietato nei confronti di Matteo Salvini e del suo attaccamento al caso dei due marò e del loro arresto da parte della polizia indiana. Nella canzone si può sentire la voce del segretario della Lega che rivendica il diritto di far tornare in patria i due marò, difendendosi dalle accuse della sinistra circa la strumentalizzazione del caso. Il brano si avvia alla conclusione sottolineando la somiglianza fra i partiti di destra e l’ideologia fascista tutt’oggi presente e viva nella destra italiana.

 

Diamo un calcio all’Aldilà rappresenta il nostro piccolo tentativo di raccontare quello che siamo e che vediamo succedere attorno a noi, il folle caleidoscopio di suggestioni che il mondo colonizzato dalla virtualità continua a lanciarci addosso.” Così i Pinguini Tattici Nucleari descrivono il loro secondo album in studio e il viaggio all’interno di esso, tra mete distanti tra di loro ma accomunate dall’ironia e dall’inadeguatezza. Dal reggae al folk, dal punk al prog, dal jazz alla cartoon music, questo disco è un’insalata di simpatia e sonorità condita con ingredienti dal sapore di temi sociali sempre attuali.

Surreali, ancorati alla cultura pop di cui sono riccamente imbevuti e ironicamente tanto profondi quanto crudi, i lavori giovani della band tracciano chiaramente il percorso che li porterà ad essere sulle prime pagine della musica italiana negli anni a seguire.

 

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