La pittura di Alessandro Trani e i suoi paesaggi onirici

Amo il mare e le nature incontaminate. Immagino e dipingo paesaggi senza luogo e tempo, punti di vista verso l’orizzonte, sospesi tra cielo e terra.

Così Alessandro Trani descrive la sua pittura di paesaggio.

Breve biografia

Alessandro Trani si presenta con queste poche parole nel suo catalogo del 2019. Poche parole che, osservando la sua pittura, descrivono molto bene la sua attività creativa.

L’artista romano inizia ad esporre le sue opere della serie I mari di Trani e dal 2015 le pitture a tecnica mista della serie Alfa, Omega e i paradisi primordialiPercorsiPunti di IncontroOrizzonti, le quali si collocano a cavallo tra il figurativo e astrazione.

Le sue esposizioni

Inoltre, di Alessandro Trani sono da segnalare le personali di pittura allo Spoleto International Art Fair 2013, alla Biennale d’Arte nel Veneto in Villa Badoer di Rovigo nel 2015, al Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi nel 2016. Nonché ai progetti “Nessi sensuali” con Fabio Cicuto, nello spazio espositivo romano della Banca San Paolo nel 2017; “La Donna e il Mare” con Fabiana Mian, a Medina Roma nel 2018 e “Orizzontalmente” allo Studio C di Piacenza nel 2018.

Dicono di lui…

Chi osserva per la prima volta i dipinti di Alessandro Trani può incorrere nell’errore di credere che si tratti di rappresentazioni realistiche di paesaggi marini.

Se però riesce ad andare oltre ciò che vede in superficie, si accorgerà che sono paesaggi dell’anima e che la cifra figurativa più profonda è la capacità poetica di cogliere il mondo sommerso che pullula al di là del reale. Ciò che colpisce nelle opere di Trani è la ricerca incessante dell’infinito, che si intravede laddove il cielo e il mare paiono congiungersi in un afflato d’amore.

La straordinaria capacità dell’artista di utilizzare con disarmante naturalezza il colore dà alle sue opere una varietà di livelli di lettura che permettono a qualsiasi fruitore, in base alla sua preparazione e al suo gusto, di intravedere un mondo che si allarga man mano fino a fargli sentire le vertigini di un universo nascosto pulsante di vita.

(Professor Giovanni Casaura)

Dicono di lui, ancora…


C’è in lui un desiderio inesauribile di cogliere il mistero, di immergersi in una natura semplice, ma viva, ora madre benevole, altre volte matrigna fredda e ostile, in cui l’uomo cerca di penetrare per ritrovare se stesso e i valori primordiali di un’umanità errante che ha smarrito la sua natura più vera.

In questa immensità l’uomo non si perde, non naufraga come il pensiero leopardiano, ma vede la sua strada, difficile ma nel contempo affascinante, per ricongiungersi agli “interminati spazi” e ritrovare la pace dell’anima. 

(Professor Giovanni Casaura)

Le sue opere

I paesaggi di Trani sono costruiti per sottili pennellate, che creano l’effetto ottico di un indeterminato confine, rendendo le sue rappresentazioni sempre più colorate e visionarie.

 

La materia di cui è costituita la pace

Attraverso quindi una tecnica pulita e leggera, Trani, originario di Roma e ben a conoscenza del trambusto della città, ci accompagna per mano in un luogo che ha senso solo se viene vissuto nel complesso e fino in fondo dall’osservatore, fino ad arrivare a quella linea di orizzonte che corrisponde alla pace interiore.

Il Caos non abita più qui

I suoi, per parafrasare una citazione di Alberto Arbasino, sono paesaggi senza: luoghi senza caos, privi della confusione che caratterizza la nostra quotidianità. Dove la geografia perde i confini, il mare perde la sua densità e il moto e tutto diventa metafora di un luogo dove la nostra anima e il nostro corpo possono trovare la pace.

Anche la luna con la sua materia aiuta nella metafora che unisce l’anima dell’uomo al suo equivalente fisico. Questa sensazione di pace e di serenità è la magia che ogni osservatore perso nella selvaggia urbanizzazione può ritrovare nella composizione dei suoi dipinti.

Alessandro Trani e la storia dell’arte

La pittura di Alessandro Trani non descrive semplici luoghi fisici, bensì traduce veri e propri stati d’animo. Essi sono una sintesi di questo genere cardine della storia dell’arte che è la pittura di paesaggio. In lui troviamo sia la tecnica degli Impressionisti, che invita a guardare il quadro nella sua totalità, sia la metafora simbolista, dove ogni pennellata è un rimando ad un’altra. Infine c’è quel senso di mistero tipico dei brani di paesaggio che si possono trovare in alcuni dipinti di Giorgione o Tiziano, i quali ti conducono verso un altrove seppur questo ha il suo referente nella realtà.

I suoi paesaggi come luogo dell’anima

Infine, termine questo che non è proprio del vocabolario artistico di Trani, le sue opere hanno anche un qualcosa di sinestetico. Questo legame è possibile percepirlo solo se si vedono dal vivo i suoi dipinti. Tuttavia, se ci si concentra anche qui, è possibile sentire l’odore del mare e il suono delle sue increspature, che descrivono il suo movimento. Inoltre è possibile sentire il movimento del cielo e delle sue nuvole, i quali insieme descrivono orizzonti lontani percepibili solo attraverso gli occhi dell’anima.


Fonti

romart.it

Giammarco Puntelli, Il tempo infinito dell’arte, Editoriale Giorgio Mondadori

Giammarco Puntelli, Commento critico, catalogo della sua esposizione presso Medina Arte Roma

Credits

Tutte le immagini sono a cura del redattore

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