Ema Stokholma: un percorso ciclico dalla realtà alla realtà

Biografia di un’artista completa

Ema Stokholma, nome d’arte di Morwenn Moguerou, nasce a Romans-sur-Isère nel 1983. Trascorre la sua infanzia e adolescenza tra la Francia e l’Europa, che la scopre giovanissima come modella per le grandi case di moda, come ad esempio Valentino e Versace. Tuttavia, come lei racconta nel suo libro (Per il mio Bene, Premio Bancarella 2021), Moguerou ha vissuto un’infanzia molto difficile, ma che non ha fermato la sua creatività.

In casa non c’erano amore o parole dolci, solo violenza verbale e non, che succedeva tutti i giorni, se non a me a mio fratello. Sono stata vittima di violenze da parte di mia madre, delle volte le cose che mi diceva mi facevano più male della violenza fisica, che comunque subivo. Con le parole ha fatto dei danni che mi sono portata avanti fino a poco fa.

Negli anni 2000 Stokholma si trasferisce definitivamente in Italia, dove avvia una fortunata carriera da DJ. House music, Pop e Funky; i generi che la italo-francese predilige e che ha sperimentato per far ballare milioni di italiani. Tuttavia, la sua forza creativa non si esaurisce nel mondo dei club. Il suo passato da modella e le sue doti da intrattenitrice la portano sul piccolo schermo dove, nel 2013 partecipa a numerosi programmi televisivi sia in Mediaset che in Rai. Quest’ultima, dal 2017, la sceglie come conduttrice radiofonica di Back2Back, programma di successo su Radio2 condotto insieme a Gino Castaldo. Nel 2018, insieme a Castaldo e Andrea Delogu, sua collega oltre che carissima amica, Stokholma conduce Prima Festival, portando freschezza e competenza. Il Festival di Sanremo diventa la sua casa fino all’ultima edizione, questa volta per la radio, dove ha la possibilità di raccogliere le emozioni dei cantanti appena terminata la loro prova.

Un nome, mille possibilità

La musica ha dato alla Moguerou la possibilità di riscattare anni di difficoltà. La libertà espressiva era qualcosa che lei cercava e che nel corso della sua carriera ha trovato e sta costruendo; a partire dalla musica (il nome Stokholma è ispirato alla canzone di Rino Gaetano Stoccolma) che la vede protagonista sia come conduttrice che come cantante. Infatti, gli anni Venti per Stokholma sono iniziati alla grande. Le conduzioni radiofoniche per il Festival di Sanremo e soprattutto il debutto come cantante con Ménage a Trois nel 2021, una canzone leggera sugli stereotipi francesi. Ma non è tutto, perché Stokholma si è cimentata anche come scrittrice, vincendo il prestigioso Premio Bancarella. Un romanzo basato sulla sua difficile infanzia, delicato e per questo motivo molto intimo, che ha rapito tantissimi lettori e che ci ha offerto un lato della sua vita molto importante.

Nonostante sia un personaggio pubblico, Stokholma è molto riservata. Poco si sa della sua vita privata, se non che condivide le sue giornate con Andrea Delogu, anche lei scrittrice e radiofonica. Il suo profilo Instagram non è un luogo dove si mette in bella mostra la sua vita. Stokholma ha creato una galleria della realtà per immagini e per quadri che lei stessa dipinge. Da circa sei anni la poliedrica italo-francese è approdata anche alla pittura; fino alla mostra, nel novembre del 2021, allo Spazio Fontanella di Roma. Sorpresa anche lei da tutto questo pubblico, la mostra è stata un altro successo per la voce di Radio2. Una personalità forte e decisa, con un lato sensibile e creativo, che la rendono piacevole al grande pubblico ma anche agli studiosi e appassionati d’arte che si sono e si stanno interessando al suo lavoro.

P.O.V. dal digitale alla tela

Ema Stokholma, Senza Titolo, 2022, acrilico su tela, cm 130 x 130.

Tutto è nato per gioco e per necessità, senza considerare il risultato. Una pittura libera, quotidiana e soprattutto una ulteriore metafora espressiva. La musica e l’arte sono due strumenti per veicolare il pensiero e del modo di essere di Stokholma, che cerca semplicemente di essere se stessa.

P.O.V. dal digitale alla tela  è il racconto di come oggi viviamo il mondo dei social e di come questi hanno sostituito il nostro linguaggio. Dalla fotografia alla sua trasformazione su tela, con una tecnica molto personale, dove il disegno e il colore sono gli elementi principali. Dai disegni a matita e a penna realizzati di sfuggita, tra un programma e l’altro, fino alle ore di lavoro nella propria casa, il tutto documentato con interessanti video in timelapse, per essere semplicemente sé stessa.

Con la pittura Stokholma ha trovato il suo luogo di pace. La necessità di dipingere, sia ad olio che soprattutto in acrilico, si trasforma in spazio meditativo. I suoi soggetti sono vari e variegati, ma la costruzione è sempre rigorosa e geometrica. Stokholma si è messa nuovamente in gioco, ha cercato di conoscere a fondo le persone e di collegarsi a loro andando oltre la strumentale ricerca dei like. La sua pittura è delicata, arriva alle persone attraverso l’uso di colori tenui e di soggetti quotidiani. Un gradino quindi per misurarsi con il reale, per uscire dalla sterilità dei social e per regalare, soprattutto a sé stessa, la possibilità di trasmettere positività.

Le opere in mostra…

Le opere in mostra rappresentano il dialogo tra la realtà “postata” su Instagram e la realtà dipinta su tela. Così come sul suo profilo Instagram, tutti i dipinti hanno un loro corrispettivo digitale. Numerosi sono i soggetti realizzati dalla Stokholma: dagli scorci di Roma agli interni con soggetto Andrea Delogu, fino all’autoritratto che la mostra in tutta la sua eleganza.

La Roma dipinta dalla Stokholma è una Roma dove l’elemento antropico è persistente e necessario. Gli scorci dei palazzi antichi sono raffigurati in tutta la loro monumentalità, che all’apparenza può sembrare fredda e distaccata. Ma Stokholma va oltre e, con pennellate di acrilico, dà vita e anima a quei palazzi. Il pennello entra tra le fessure delle tapparelle grigie della città e guida l’occhio del fruitore verso ciò che esiste oltre quelle finestre: l’uomo. Le nostre case, durante il periodo della pandemia, sono diventate il nostro luogo totale, dove l’uomo ha lavorato e contemporaneamente vissuto. Stokholma realizza degli spazi intimi e vissuti, dove i freddi ma potenti colori acrilici descrivono un momento di quiete. Le grandi finestre aperte o chiuse sono il portale che spinge l’artista a investigare la realtà celata e, spinta dalla curiosità, la riporta sulla tela in maniera discreta e delicata.

Ema Stokholma, Tromso.

Stokholma è una viaggiatrice e, in queste occasioni, trova il modo di ispirarsi e di dipingere. Come queste case di Tromso, in Norvegia, che placidamente si schierano sotto la calda neve del nord. Un forte rigore geometrico e prospettico guida le ricerche della Stokholma, la quale ci offre uno spaccato quotidiano del suo tempo libero dal lavoro. Un tempo passato in automobile, una utilitaria, della quale lei ne ritrae con puntualità gli interni. Ma non si limita alla fredda descrizione degli optional dell’autovettura, bensì lei riesce a dipingere l’emozione di un viaggio in auto in terre sconosciute, passato tra chiacchere, musica e cibo.

… La mostra delle opere

Ema Stokholma, La femme et la phare, dettaglio.

Nei dipinti non poteva mancare Andrea Delogu, che è presente due volte come soggetto. Stokholma lavora sulla dicotomia spaziale che esiste, e insiste tra interno ed esterno, utilizzando come esperimento la sua carissima amica. Delogu, riconoscibile per la sua capigliatura rossa, è ritratta reclinata sul letto, di spalle e completamente nuda. Il suo sesso è coperto solamente da un lenzuolo, il quale conduce ai dipinti dell’Ottocento Francese, Manet in testa. Ma Stokholma dialoga spontaneamente con la storia dell’arte anche per il secondo dipinto, dove la Delogu è raffigurata in una idilliaca passeggiata in un campo di grano all’ombra di un faro.

La scena sembra tratta da un passo del Giovane Holden di Salinger; Stokholma prende in prestito gli stilemi realizzativi della pittura americana, a partire da Wyeth. Grandi distese color bronzo contrastano con il blu del mare per creare una natura incontaminata dove la sua compagna di avventure viene calata in tutta la sua eleganza.

Stokholma utilizza la pittura per analizzare e indagare il reale, ma anche per studiare se stessa. Come accade nell’autoritratto che fa da copertina a questo articolo, oppure al dipinto di lei alla finestra. Di nuovo la finestra quindi, un elemento architettonico che diventa strumento di indagine della psiche dell’uomo.

Il futuro di Ema Stokholma

Ema Stokholma, Bowery Street, acrilico su tela, cm 80 x 100.

Cantante, conduttrice, scrittrice e qui artista, Stokholma non si ferma e guarda sempre avanti, senza però dimenticarsi del passato. Le sue opere sono soprattutto questo, dove la pittura diventa simbolo del precipitato mentale e storico. Osservando le sue pitture non si può fare a meno di prendere come paragone i dipinti di un grande della storia dell’arte: Edward Hopper. Le sue svuotate periferie e il suo rigore cromatico e strutturale sono stati sicuramente d’ispirazione per Stokholma, essendo lei una attenta osservatrice della realtà. Una realtà mutata dalla rappresentazione digitale ma che lei riesce a portare sul livello umano con i suoi dipinti.

Dipinti dove il lato umano è preminente, dove gli spazi sociali vengono riconquistati e dove lei trova se stessa. Che siano scene di interni o di esterni, Stokholma dà vita a dei personaggi i quali si mostrano sempre nel massimo della loro positività, scavalcando la sterilità di una stanza di albergo e aggiungendo valore umano alla natura incontaminata.

 

 

 

 


 

Credits

Tutte le immagini sono a cura del redattore

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