Roma: un termovalorizzatore per risolvere il problema dei rifiuti?

Il sindaco di Roma è molto deciso: vuole provare a risolvere definitivamente il problema dei rifiuti nella Capitale, da anni inondata di immondizia. A pochi mesi dalla sua elezione a primo cittadino, Gualtieri ha proposto inaspettatamente un termovalorizzatore, che permetterebbe anche di “avere tariffe più basse e inquinare di meno”. Su Instagram scrive:

Oggi abbiamo presentato un Piano organico di impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, per avere tariffe più basse e per inquinare di meno. Roma così potrà finalmente mettersi al pari con le grandi capitali europee e le maggiori città italiane.

La proposta in Consiglio

Un’Assemblea straordinaria capitolina si è riunita mercoledì 20 aprile per fornire una soluzione al problema dei rifiuti a Roma. Durante l’incontro, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha annunciato che vuole costruire un termovalorizzatore nella capitale, per risolvere il grande problema della città. Da anni Roma si interfaccia con un numero troppo alto di rifiuti rispetto alla disponibilità degli impianti di smaltimento, troppi pochi. La mancanza di impianti si concretizza in cumuli di immondizia, visibili notte e giorno, soprattutto in periferia. L’annuncio di un termovalorizzatore da parte del sindaco è giunto inaspettato. Il piano regionale per lo smaltimento di rifiuti prevede infatti per Roma la realizzazione di due discariche temporanee: non ha in programma la costruzione di un impianto di termovalorizzazione.

Nei piani di Gualtieri, il termovalorizzatore o, come l’ha definito il sindaco, “l’impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti”, dovrebbe essere costruito a Santa Palomba, circa quaranta chilometri a sud di Roma, in una zona poco popolata. Sarà prodotto sul modello di quello di Bolzano e Copenaghen, da Acea (società energetica), partecipata al 51% dal comune di Roma, e costerà circa 150 milioni di euro. L’obiettivo di Gualtieri è completarlo in meno di quattro anni, prima del prossimo Giubileo, previsto nel 2025. Il Giubileo (un’ indulgenza plenaria solenne elargita dal Papa ai fedeli cattolici che si recano a Roma) è un momento importante della Chiesa di Roma che richiama molti fedeli nella Capitale, con un conseguente aumento della produzione di rifiuti in una città che non riesce quotidianamente a gestirli.

Lo smaltimento di tutti i rifiuti

Nell’ottica di Gualtieri, il termovalorizzatore permetterà di smaltire tutti i rifiuti della città e, così, di risolvere il problema. Un termovalorizzatore è un inceneritore in cui il calore che si sviluppa durante la combustione dei rifiuti viene recuperato per produrre vapore, a sua volta utilizzato per la produzione diretta di energia elettrica o come vettore di calore.

L’impianto proposto dal sindaco sarà di 600 mila tonnellate e permetterà di chiudere altri impianti, come quello di Rocca Cencia (un TMB, cioè trattamento meccanico biologico). Oggi Roma produce 5 mila tonnellate di rifiuti al giorno. Questi vengono trattati nei TMB che separano la frazione umida (i rifiuti organici) da quella secca (metalli, carta, plastiche, vetro). Roma continua però ad avere due grandi problemi. Da una parte la città è dotata di solo tre impianti TMB, che non sufficienti a trattare tutti i rifiuti prodotti dalla cittadinanza. Dall’altra parte, questi impianti compattano i rifiuti ma non li smaltiscono.

Per il vero e proprio smaltimento dei rifiuti, i TMB dipendono quindi da una discarica o da un termovalorizzatore, non presenti a Roma, che risolve il problema mandando (e pagando) i propri rifiuti a impianti e discariche fuori dal territorio comunale. La realizzazione di questo impianto, secondo Gualtieri, risolverebbe il problema dei rifiuti: “Il termovalorizzatore ci permetterà di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche.

Riduzione dell’inquinamento e dei costi

Per Gualtieri, il termovalorizzatore non permetterà soltanto di smaltire tutti i rifiuti della città, ma anche di ridurre l’inquinamento ambientale e di diminuire i costi. Al momento, a Roma circa 1.200 tonnellate di scarti prodotti dai TMB vanno ogni giorno in discarica. “Il nuovo impianto” ha detto il sindaco “e l’insieme del nostro piano determineranno una riduzione delle emissioni di ben il 44%, con un -15% per le emissioni su attività di trasporto, -18% sull’impiantistica e -99% sulle emissioni da discarica“.

Accanto ai benefici ambientali, il termovalorizzatore presenterebbe anche benefici economici: “Il nuovo impianto dovrà coprire il fabbisogno energetico per 150 mila famiglie e risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno. Potremo, così, ridurre la Tari (tassa sui rifiuti, ndr) del 20%“. Alle critiche dell’opposizione, Gualtieri ha risposto che questa rappresenta la migliore soluzione per la capitale:

Purtroppo è facile fare riferimenti a tecnologie affascinanti ma che non rappresentanto alternative solide e coerenti. La conclusione a cui siamo arrivati è quella più solida. Si tratta di un piano avanzato. Il resto è propaganda.

Le ragioni del NO

La decisione sembra aver trovato il favore della cittadinanza. Come dimostra un sondaggio Izi (agenzia di ricerca statistica con focus su Roma), condotto su 1024 romani, l’84,4% si schiera con Gualtieri. La proposta ha invece riscontrato una forte opposizione in chi è più sensibile al tema del riciclo. Europa Verde (partito ambientalista italiano) ha detto che “si tratta di una valutazione sbagliata perché va contro le stesse direttive europee che ci dicono che bisogna prima di tutto recuperare la materia prima“. Anche Legambiente (associazione ambientalista italiana) critica il progetto del primo cittadino. Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell’associazione, dice:

Gualtieri parte dalla domanda sbagliata, ovvero “come chiudere il ciclo dei rifiuti?”, per arrivare alla risposta sbagliata. Lo smaltimento è solo l’ultimo passaggio del ciclo dei rifiuti, e la verità è che a Roma questo ciclo non è mai iniziato

Per Minutolo la domanda giusta da porsi sarebbe, invece, come diminuire i rifiuti?”. Per lui la risposta è semplice ed è quella indicata dall’Unione Europea nel fondo NextGeneration Eu (fondo dal valore di 750 miliardi di euro con il fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di Covid-19): raccolta differenziata porta a porta. La soluzione risiede in quelle che il direttore scientifico indica come le “famose 4R di riduzione, riuso, riciclo, recupero“. Minutolo critica anche i numeri dati da Gualtieri, che considera il termovalorizzatore come una soluzione per la riduzione dell’inquinamento: le cifre non terrebbero conto della CO2 emessa dall’inceneritore, che produrrà energia, ma brucerà anche spazzatura di pessima qualità, inquinando.

 

 

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