L’estradizione del narcotrafficante più ricercato della Colombia

La notizia dell’estradizione negli Stati Uniti di Otoniel, il narcotrafficante più ricercato della Colombia, ha portato dei veri e propri conflitti armati nel Paese come segno di protesta.

Chi è il narcotrafficante più ricercato della Colombia?

È conosciuto con lo pseudonimo di “Otoniel“, il suo vero nome è Dario Antonio Úsuga, è stato l’uomo più ricercato della Colombia, fino al suo arresto avvenuto a ottobre 2021. Otoniel iniziò a commettere crimini già quando era ancora molto giovane, fino a diventare quello che è stato definito come il degno erede di Pablo Escobar. 

Otoniel è stato il narcotrafficante più temuto degli ultimi decenni: ha ucciso politici, leader sociali e militari. Secondo le accuse, quando aveva appena sedici anni si unì ai ranghi della guerriglia dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) fino al 1991. Poco tempo dopo creò il suo gruppo criminale “Bernardo Franco”, fino a quando è entrato a far parte delle Forze Unite di Autodifesa della Colombia (AUC).

Sotto il governo di Álvaro Uribe Vélez nel 2007 venne creata l’organizzazione criminale “Los Urabeños”, nome scelto per la presenza della banda a Ovest del Paese, nelle regioni di Urabá, di Antioquia e di Chocò .

Inizialmente, il capo di questa organizzazione fu il fratello di Otoniel: Juan De Dios Úsuga anche conosciuto come Giovanni, che la denominò come “Clan del Golfo”. Juan morì a Chocò nel 2012, anno in cui Otoniel prese il comando dell’organizzazione come leader ufficiale del cartello del Clan del Golfo.

Il clan del Golfo

Il Clan del Golfo ha il controllo sulla metà della droga che viene esportata dalla Colombia ed è considerata l’organizzazione criminale più potente del Paese. Il ministro della difesa Diego Molano ha affermato che questa organizzazione esportava tonnellate di cocaina sia in Europa che negli Stati Uniti. Inoltre controllava il microtraffico della parte orientale e nordoccidentale del Paese.

Il cartello è composto da più di 1800 ex membri di organizzazioni terroristiche abituati a utilizzare l’intimidazione e la violenza per controllare il traffico di stupefacenti. Il controllo da parte dei membri dura tutto il processo, dalla creazione della cocaina fino all’invio tramite piste di atterraggio clandestine.

Gli ordini di cattura

Sul capo di Otoniel pendono ben 128 mandati di arresto. Le accuse sono molteplici: omicidio, associazione a delinquere, traffico di droga, detenzione illegale di armi, terrorismo. Al momento ha sei condanne in vigore con l’accusa di omicidio aggravato, reclutamento di minori e sparizione forzata con una pena tra i quaranta e i cinquanta anni di reclusione.

Otoniel, fin dal momento dell’arresto, si è dichiarato innocente. Tuttavia, una volta arrestato, il Presidente colombiano Ivan Duque Marquez ha affermato: “Questo bandito era un assassino di leader sociali, un reclutatore di minori, uno stupratore di ragazzi, ragazze e adolescenti. Era noto nella regione per aver cercato ragazze di 12, 13 o 14 anni e intimidiva le famiglie e le estorceva  per avere la verginità delle sue figlie“.

Anche negli Stati Uniti Otoniel ha dei reati che gravano sulle sue spalle e anche due mandati di arresto ai fini dell’estradizione, entrambi per traffico illecito di stupefacenti, uno in Florida e uno a New York.

Nel 2009 la Colombia ha offerto tre miliardi di pesos colombiani (quasi 800mila dollari) per chiunque avesse avuto informazioni su dove si trovasse il bandito. Il distretto di New York invece ha offerto cinque milioni di ricompensa per chi avesse contribuito ad informare le autorità della sua posizione o di qualche informazione che avesse portato al suo arresto.

La cattura di Otoniel rappresenta la fine del narcotraffico?

Il presidente Duque, al momento della cattura di Otoniel ha affermato che l’operazione Osiride, ovvero quella che ha messo in manette il capo del narcotraffico colombiano, rappresenterebbe la fine del Clan del Golfo.

L’arresto è giunto proprio nel mezzo di una grande crisi della sicurezza all’interno del Paese, in cui si è riscontrato un aumento degli omicidi e degli omicidi di leader politici e sociali. In realtà però non si può parlare della fine del Clan del Golfo perché si tratta di una struttura criminale decentralizzata e quindi con capi facilmente sostituibili. Si tratta di molto di più di un gruppo di criminali, di vere e proprie organizzazioni paramilitari e partner che collaborano con il  gruppo dirigente dell’organizzazione.

La fonte principale di rendita del Clan è appunto il traffico di droga internazionale dove collaborano con altri due cartelli: quello di Sinaloa e quello di Jalisco Nueva Generacion, senza considerare gli introiti che derivano dall’estorsione.

Nell’ottobre del 2018 il Clan del Golfo è stato inserito dall’allora procuratore generale degli Stati Uniti, Jeff Sessions, nell’elenco delle più pericolose organizzazioni criminali che rappresentano una minaccia per l’America. Nella lista compaiono i nomi degli Hezbollah del Libano, del Ms-13 e i già citati cartelli di Jalisco Nueva Generation e Sinaloa.

L’estradizione

L’estradizione può essere definita come una cooperazione tra gli Stati a livello giudiziario. Consiste infatti nella consegna di un individuo ad un altro Stato affinché venga punito con le leggi in vigore nello Stato richiedente, in questo caso gli Stati Uniti.

L’estradizione di un narcotrafficante solitamente genera scompiglio nei clan, che non vogliono assolutamente questa cooperazioni tra i Paesi per punire i loro membri. Questo accade perché solitamente se un narcotrafficante come per esempio Otoniel viene arrestato e condannato a scontare la pena in Colombia potrebbe facilmente corrompere i funzionari per evitare di scontare la pena.

Le motivazioni sono molte in realtà, tra cui anche quella che negli Stati Uniti le pene per i narcotrafficanti siano più severe e meno discutibili.

Otoniel in Florida

Dopo anni di ricerche, Ùsuga è stato catturato in un’area vicino a Panama, lo scorso anno, dalle autorità colombiane durante l’operazione Osiride. Dopo la cattura è stato sottoposto a rigide misure di sicurezza presso il dipartimento di intelligence della polizia.

Lo scorso 7 aprile la Corte Suprema della giustizia colombiana ne ha approvato l’estradizione nel distretto meridionale della Florida. Nonostante un primo tentativo di fermare l’estradizione affinché rimanesse in Colombia a essere giudicato per i suoi crimini, Otoniel è stato ufficialmente consegnato agli agenti della DEA all’aeroporto militare di Bogotà.

In tutta risposta alla notizia dell’estradizione di Ùsuga, il Clan del Golfo ha dichiarato uno sciopero armato, causando blocchi in strade e negozi in varie parti del Paese e incendi in cui sono rimasti coinvolti mezzi pubblici e privati al fine di intimidire la popolazione e spingerla a schierarsi con loro per porre pressione sul governo.

La risposta politica

Lo sciopero armato potrebbe avere avuto ripercussioni per le elezioni presidenziali: per Ivan Duque del Centro Democratico rappresenterebbe un nuovo fallimento. Il presidente era stato già ampiamente criticato per non essere riuscito a debellare o quantomeno a ridurre la violenza nel Paese.

Come ci si aspettava, infatti, durante il primo turno delle elezioni dello scorso 29 maggio si è concluso con un netto vantaggio di Gustavo Petro, che potrebbe diventare il primo leader di sinistra del Paese.

 

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