La Gerusalemme Liberata di Tasso: tra epica e amore

Il poema è senz’altro il genere letterario di più grande prestigio. Lo stile, il contenuto e l’abilità metrica che tendono all’eccezionalità, rendono il poema un unicum letterario. I grandi capolavori, dall’Iliade all’Odissea, dall’Eneide all’Orlando Furioso, sono pilastri fondamentali della storia letteraria. Non a caso, sono tuttora oggetto di studio e di grande ammirazione. D’altronde, con l’obiettivo di immortalare eventi unici e leggendari, i poemi rappresentano tappe fondamentali della storia umana. Un poema che inquadra perfettamente un’intera epoca è La Gerusalemme Liberata, il capolavoro di Tasso. L’opera di Tasso dipinge la seconda metà del XVI secolo, periodo di transizione tra due mondi, dal Rinascimento all’età della Controriforma. Un’epoca di crisi, di cambiamenti sociali e culturali, di contraddizioni a livello ideologico, che si riflettono nel mondo tassiano. Un mondo destinato a segnare un’epoca, tanto da prendere posto d’onore nel patrimonio letterario e nell’immaginario collettivo. 

La tortuosa creazione del poema

Un’opera unica e complessa come il poema, necessita di un’elaborazione studiata e puntigliosa. La Gerusalemme Liberata è l’opera di una vita. Tasso inizia a lavorarci già in giovane età ponendo le basi delle proprie idee, per poi, però, interromperne temporaneamente l’attività. Il periodo di composizione giovanile, viene poi ripreso quando Tasso viene assunto come poeta di corte a Ferrara, al servizio del cardinale Luigi d’Este. La corte estense influenza l’opera, tanto da divenire un’opera encomiastica. Di fatto, Tasso decide di dedicare l’opera al signore di Ferrara, Alfonso II d’Este. 

Tuttavia l’opera per l’autore non era ancora pronta, tant’è che subisce varie modifiche e revisioni. Questa fase caratterizzata dall’incertezza e dall’insoddisfazione, porta Tasso a convocare la commissione romana: un comitato redazionale composto da esponenti letterari e intellettuali dell’epoca. Il fine della commissione romana era quello della revisionare e giudicare l’opera, segnalando quali parti Tasso dovesse modificare e quali addirittura eliminare. La fase della revisione non va a buon fine a causa della lontananza di vedute tra le parti. Il poeta di fatto non accetta di modificare elementi essenziali del poema, come l’amore e la magia, anche se ritenuti inappropriati dalla commissione. Questo porta alla decisione di Tasso di sciogliere la commissione.

Tasso continua personalmente la revisione, stroncata però dalla comparsa dei disturbi mentali. Questi, degenerati nella follia, impedirono le facoltà mentali del poeta, tant’è che venne rinchiuso nel manicomio di Sant’Anna. Così l’opera non venne mai terminata definitivamente dal poeta, ma pubblicata in versioni ibride da parte di vari editori, tagliando o aggiungendo sezioni di testo. 

Il fine religioso

L’obiettivo primario dell’opera è celebrare la religione cristiana. Esplicativa è la scelta di Tasso della prima crociata come argomento del poema. Inoltre, è determinante l’influenza del contesto culturale, ovvero quello della Controriforma. La Chiesa tenta di rieducare la coscienza del popolo secondo i principi e valori della religione, controllando e orientando la cultura. L’intransigenza della Chiesa fu molto attiva nella letteratura, che era il principale mezzo di diffusione di idee, censurando opere non in linea col pensiero cristiano.

Tuttavia, nonostante il tentativo e la volontà di Tasso di rientrare nei canoni indicati dalla Chiesa, il poeta introduce elementi innovativi. Questi sono il tema amoroso e magico. Sebbene siano elementi condannati dalla Chiesa, Tasso li giustifica in quanto ritiene che il loro impiego rientri nella dimensione religiosa. Di fatto, Tasso teorizza il meraviglioso cristiano, ossia la presenza di elementi fantastici credibili e giustificabili dalla visione religiosa, come i miracoli. Anche il tema amoroso rimane in linea con il pensiero cristiano. Nell’ideologia tassiana, l’amore è un elemento degenerante, che svia l’uomo dalla giusta via. L’uomo perde le proprie facoltà mentali tant’è ossessionato dal proprio desiderio amoroso, finendo per smarrirsi e allontanarsi dalla missione principale, ossia la conquista di Gerusalemme. 

Dunque, l’intenzione di Tasso è quella di celebrare i principi e i valori della religione cristiana. La conquista di Gerusalemme ha una forte valenza religiosa, in quanto consiste nella tappa finale del percorso di redenzione dei crociati. I soldati di Dio, infatti, prima di riuscire ad entrare nella città, devono dimostrare di essersi privati dei propri vizi, divenendo milites christi, cavalieri della fede. Per questo, la presenza di ostacoli come l’amore sono fondamentali per far risaltare l’ascesa dei crociati alla perfezione morale. 

Il grande scontro tra bene e male

Il fulcro della narrazione e dell’ideologia tassiana consiste nell’opposizione tra bene e male. Concretamente il conflitto si sviluppa su tre piani paralleli: l’ultraterreno, tra Dio e Satana: il terreno, tra crociati e musulmani; e l’interiore, tra ragione e tentazione. Come poema religioso, il bene non può che essere rappresentato da Dio, che sceglie i crociati per portare avanti la missione cristiana: la liberazione del Santo Sepolcro. Per questo il male viene impersonificato dagli infedeli, il popolo musulmano che occupa Gerusalemme. 

Il male pone numerosi ostacoli all’avanzata dei crociati, orchestrati dalla forze demoniache. Satana in persona incita i demoni ribelli ad opporsi alla missione crociata, cercando compiere azioni volte a disgregare l’unitarietà cristiana. Di fatto, i demoni cercano di allontanare i crociati dalla loro missione. I soldati cristiani vengono condotti così all’erranza, allontanati dalla battaglia per mezzo dell’inganno. Nella strategia maligna gioca un ruolo importante la seduzione, facendo leva sull’emotività, i desideri repressi, dei crociati. La principale seduttrice è la maga Armida che attraverso la sua meravigliosa bellezza attrae numerosi crociati, allontanandoli dal campo per imprigionarli lontano.

Il principale eroe crociato a essere incline a forti passioni è Rinaldo. Nonostante le sue virtù cavalleresche e la notevole abilità militare, Rinaldo è dominato dalla passione. Questa sua debolezza lo conduce a rimanere imprigionato da Armida, la quale però si innamora del bel giovane. Armida lo incanta e lo porta lontano da occhi indiscreti per vivere isolati il loro amore. Nel castello di Armida, Rinaldo perde ogni suo tratto distintivo, divenendo un effeminato infatuato dalle bellezze materiali. Grazie al salvataggio dei suoi compagni, Rinaldo si libera e torna in battaglia. Il suo apporto è fondamentale per la vittoria crociata, dato che Rinaldo rappresenta la forza necessaria che, assieme alla guida del capitano Goffredo, costituisce i presupposti per la vittoria. 

Bifrontismo tassiano: un mondo di contraddizioni

La Gerusalemme Liberata è un’opera piena di contraddizioni. Già dal fatto che Tasso non arrivò mai a pubblicare un’edizione definitiva della sua opera, si mostra l’instabilità del poema. Ma la contraddizione più evidente riguarda l’approccio che Tasso dimostra nella narrazione. Tasso dichiara apertamente la sua volontà di comporre un’opera con un’ideologia e strutturazione lineare e ben definita. Da una parte Dio e crociati, per l’esaltazione della religione cristiana, dall’altra Satana e musulmani, per la condanna dell’anticristiano. Tuttavia, a opera finita, si evince come la divisione fra questi due mondi non sia così netta. Di fatto se la condanna degli elementi maligni viene esplicitata, durante la narrazione non è semplice notarla. Ci sono infatti numerosi passi in cui quegli elementi che dovrebbero rientrare nel male, sono descritti in modo tale da risultare affascinanti

Le principali contraddizioni ruotano attorno all’amore. Un amore sì condannato, in quanto forza degenerativa, ma dalla cui descrizione traspare una sottile esaltazione. Inoltre gli episodi amorosi vengono accentuati da Tasso attraverso un cambio di stile, che da epico diventa lirico-amoroso, ripreso dalla tradizione lirica, in particolare da Petrarca. L’esempio più emblematico è l’episodio del giardino di Armida. Attraverso la magia, la natura del giardino viene resa al massimo dello splendore e della bellezza. E qui avviene una vera e propria esaltazione dell’amore, assieme all’invito al carpe diem, a sfruttare le bellezze della vita prima che queste svaniscano.

Diverse scene sono impostate sull’ambiguità della loro interpretazione, tra il tema militare e guerresco. Di fatto quelli che possono sembrare semplici scontri militari, alludono alla passione amorosa. Si definisce così l’amore guerresco, un amore dominante che tormenta per il desiderio che produce, tanto da creare delle ferite “di guerra”. Il principale amore guerresco è quello tra Clorinda e Tancredi, dato l’amore segreto che il crociato nutre per la guerriera pagana. I loro scontri raggiungono picchi di sensualità, a volte persino di eroticità, come l’ultimo scontro fatale.

FONTI

Torquato Tasso, La Gerusalemme Liberata, BUR Rizzoli, 2009

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