Ognuno ha un proprio lato oscuro, una parte di sé che tiene nascosta per paura della sua pericolosità. Questo lato contiene tutti i tormenti, i difetti, i rancori, tutto ciò che si odia di se stessi e del mondo. Questo è il sottosuolo di Dostoevskij: il ripostiglio dell’anima dove si annida tutto il caos umano. Nonostante il sottosuolo venga represso, secondo Dostoevskij questo costituisce un elemento fondamentale per la personalità degli individui. Di fatto, per lo scrittore russo, il sotterraneo custodisce tutta l’essenza umana, la parte più sincera della propria natura. Ma la coscienza di questa parte non è gradita dalla ragione che la ripudia e la scaccia lontano. Per questo c’è una tendenza comune a non parlare della parte più intima e profonda dell’animo. Tutti lo evitano. Tutti tranne il protagonista di Memorie dal sottosuolo che decide di confessare la parte nascosta di se stesso, di svelare i propri segreti e tormenti con assoluta sincerità.
L’uomo del sottosuolo
Il libro di Dostoevskij si divide in due parti: la prima parte costituisce il monologo del protagonista che confessa i suoi pensieri più profondi, la seconda narra alcuni episodi della vita passata. Entrambe le parti fanno leva sulle teorie che il protagonista formula in base all’esperienza del suo sottosuolo.
Con il suo monologo, il protagonista esegue una vera e propria autoanalisi interiore. Egli decide di rivelare i suoi moti più intimi con assoluta sincerità. Innanzitutto, il protagonista cerca di definire se stesso. La sua difficoltà a definirsi in modo preciso, rivela il complesso turbamento che si agita dentro al suo animo. Infatti, egli non si identifica in qualche data categoria, sia sociale che morale, in quanto è sempre bloccato nell’incertezza. È proprio tale instabilità alla base della sua esistenza a definire la sua personalità: solo così il protagonista si riconosce. E dalla consapevolezza di questo suo stato, il protagonista fonda i suoi pensieri. Cerca di dimostrare il fondamento della propria condotta riprovevole e, in qualche mondo, renderla accettabile. Infatti, il protagonista sente un profondo sconforto e frustrazione per la sua condizione, ma non riesce a fare a meno di perseverare nella depravazione. Anzi, prova persino piacere.
Il piacere dell’auto sabotaggio è il fulcro del monologo. Secondo il protagonista è una tendenza umana, in quanto nell’irrazionalità risiede il libero arbitrio. Di fatto, essendo la natura dominatrice di ogni cosa esistente con le proprie regole fisse, l’uomo può fuggire dalla predeterminazione attraverso la ricerca di quel che è nocivo. È un modo per allontanarsi dalla rigidità della ragione, in quanto soffocante e incapace di trasmettere forti emozioni. Per questo il protagonista si affida al sottosuolo, luogo dove vengono nutriti tutti i desideri e sentimenti in controtendenza, condannabili dalla morale comune. Ma è in questa folle condotta che risiede la linfa vitale dell’uomo del sottosuolo.
Il proprio volere, libero, personale e autonomo, il proprio capriccio personale, foss’anche il più strambo, la propria fantasia, eccitata talvolta finanche alla follia: ecco appunto qual è quella cosetta sempre tralasciata, e più vantaggiosa di qualsiasi altro vantaggio.
La vita del sottosuolo
Nella seconda parte, il protagonista racconta frangenti della sua vita passata che mostrano la messa in atto dei pensieri che ha formulato nella prima parte. Questa parte è intitolata A proposito della neve bagnata. Il titolo è altamente simbolico: come la neve bagnata perde la sua purezza diventando un liquido sporco, così la condotta del protagonista degenera nell’ossessiva depravazione.
Il protagonista racconta episodi della sua vita che risalgono a una ventina d’anni prima rispetto alla narrazione. In particolare, l’uomo del sottosuolo si sofferma sulla sua condizione lavorativa e sociale. Essendo un impiegato di infimo ordine, è costantemente afflitto da un senso di inferiorità e insoddisfazione che sfoga nella sua condotta. Nel protagonista risulta costante la ricerca di sopraffazione nei confronti degli altri e la volontà di dimostrare la propria superiorità. Questo sentimento di riscatto è alimentato anche dall’atteggiamento altrui: sentendosi schiacciato, vuole a sua volta schiacciare il prossimo. Ogni accenno di indifferenza o provocazione nei suoi confronti viene percepito come un mortale affronto che morbosamente si attacca alla coscienza del protagonista, spingendolo al desiderio di vendetta. Inoltre, ciò è alimentato dalla convinzione della propria intelligenza sopra gli altri, di nobili ideali, tanto da ritenersi migliore degli altri.
La monotonia e l’insoddisfazione della propria quotidianità spingono alla ricerca della depravazione, dove secondo il protagonista risiede la vitalità. Egli porta vari esempi della propria vita in cui ha ricercato l’umiliazione soltanto per cercare di affermare la propria personalità. Secondo un meccanismo perverso di autolesionismo, egli va in cerca di un dolore, una sensazione di avvilimento, in cui però ritrova un piacere che a sua volta spinge a ricominciare il ciclo. Se da una parte soffre per la sua miserevole condizione, dall’altra è lui a volerla, guidato dal suo sottosuolo.
È per l’appunto nella disperazione che si provano i godimenti più brucianti, in special modo quando ti trovi ad avere una consapevolezza particolarmente forte del fatto di trovarti in una situazione senza vie di scampo.
Autodistruzione
Gli episodi della vita che il protagonista riporta rappresentano perfettamente l’indole dell’uomo del sottosuolo. In ogni occasione, è il protagonista a cercare la sfida, il pericolo, sebbene non abbia i mezzi per sostenerli; ma è proprio per questo che agisce, per il gusto dell’autodistruzione.
Per esempio, egli entra in un’osteria soltanto per cercare di finire in una rissa, per il gusto di essere lanciato fuori dalla finestra. Ma riceve un’offesa più grave quando un ufficiale, data la sua statura e posizione sociale, lo sposta senza degnarlo di attenzione. Questo provoca un’indignazione rancorosa che lo porterà a inseguire la vendetta come unico scopo. Un odio nei confronti dell’ufficiale aggravato dalla sua arroganza, dato che mentre passa per la via sposta il protagonista come un insetto. Così questi occupa tutto il suo tempo e spende un gran quantitativo di denaro soltanto per avere l’occasione di dimostrare la propria superiorità, non lasciandolo passare e contrastandolo persino con una spallata. Dopo vari tentativi falliti, ci riesce ed è all’apice della gioia, sebbene l’ufficiale non lo degni di attenzione.
Un’altra figura fondamentale nella vita del protagonista è Zverkov, un ex compagno di scuola divenuto un ufficiale in servizio. Sin dall’infanzia il protagonista ha nutrito un odio profondo nei suoi confronti, data la sua popolarità e l’atteggiamento altezzoso. Dopo aver trascorso una vita senza vedersi, si presenta l’occasione quando il protagonista si autoinvita a una cena che gli amici di Zverkov stanno organizzando in suo onore. Sebbene tutti siano contrari e disprezzino il protagonista, quest’ultimo vuole partecipare alla cena a qualsiasi costo per rivalsa. Di fatto, durante la cena cerca in ogni modo di offendere i presenti, di umiliarli, ma tutto gli si ritorce contro. Non ottenendo quel che tanto desidera, il protagonista soffre un delirio che lo porta alla ricerca esasperata del suo fine. Persino quando la combriccola lo molla per andare al bordello, il protagonista li segue disperato.
L’annientamento di ogni speranza
L’episodio fulcro della vita del protagonista è senz’altro quello con Lisa, la prostituta che egli incontra nel bordello dove cercava Zverkov e i suoi. Non trovandoli, il protagonista sviene per il delirio ormai al culmine. Si risveglia assistito da una giovane prostituta: Lisa. Nonostante la ritrosia della ragazza, il protagonista dialoga cercando di ottenere il suo favore e apprezzamento.
Attraverso un discorso che fa leva sull’emotività, sulla condizione della ragazza e il suo desiderio di riscatto, il protagonista ottiene quel che andava cercando. Intimorendo la ragazza illustrandole il misero futuro che l’attende, il protagonista le dà speranza, le fa nascere il desiderio di cambiamento. Dato l’animo puro e ingenuo, Lisa crede subito alle parole del protagonista, ormai diventato il suo salvatore. In questo modo, il protagonista assume una posizione dominante sulla ragazza, secondo la propria indole abietta. L’intento principale del protagonista era quello di sottometterla e di sfogare la propria frustrazione. Tant’è che se ne va indisturbato dopo aver scombussolato l’animo della povera ragazza, invitandola persino a casa sua.
La visita della ragazza segna il definitivo annichilimento di una possibile redenzione. Lei mantiene la sua parola e visita l’uomo del sottosuolo. Questi, in quanto non presentabile come vorrebbe, arde dall’umiliazione e dalla vergogna e pertanto decide di sfogarsi sulla ragazza. L’uomo del sottosuolo arriva al culmine della sua malignità: cerca di umiliarla profondamente, violentandola e lasciandole persino dei soldi prima che se ne vada. In tal modo, il protagonista conferma l’impossibilità di salvarsi, di cambiare, in quanto la sua personalità è radicata nel tormentoso sottosuolo.
FONTI
Fedor Dostoevkij, Memorie dal sottosuolo, Mondadori, 2016
CREDITI