“Cinico Tv”: in the Multiverse of Sadness

Pubblico in visibilio, sale cinematografiche colme, lanci di pop corn, fiumi di lacrime; uno spettacolo ormai divenuto consuetudine da quando il riccone Antonio Stark ha indossato il guanto da forno multicolore e ha, pare, salvato il mondo schioccando le dita. Urla festanti per lui e per i suoi super amiconi, per i nuovi scenari apertisi con la fase 4 (ma quante ce ne sono?), per tutti gli Spider-Man (ma quanti ce ne sono?) e naturalmente per il Dottor Strano, responsabile di aver fatto confusione con gli universi (che strano eh). Ma sono davvero questi gli eroi di cui il nostro amatissimo pianeta necessita? Orbene sì dice il signor Feige. Baggianate rispondiamo noi. E nel bel mezzo di viziati miliardari, presuntuose divinità e omoni verdi, la nostra mente corre a periodi di vero “eroismo” ed originalità, al 7 aprile 1992, quando tre decenni or sono il duo palermitano Ciprí e Maresco decise di dare libero sfogo alla propria lucida follia con la prima puntata di Cinico Tv (da qualche settimana è disponibile la prima stagione su Raiplay).

Sicilia: la patria cinica

Una Sicilia desolata, un mondo reale (ma anche no) e un manipolo di prodi sfigati al confine tra non sense e satira sferzante. Nessun soldo buttato per finzioni scenografiche o inutili esplosioni, bensì un multiverso della tristezza all’interno del quale i personaggi si muovono come varianti impazzite di loro stessi; una degna risposta al presente grigio e senza idee del giocattolone Marvel, i cui pochi argomenti nulla possono di fronte all’impegno socio-politico di una televisione avanti anni luce (sempre che questa non salti).

Una televisione fatta di pazzi, di fuori di testa, di testimoni assurdi di un altrettanto assurdo contesto. Un esperimento, quello di Ciprí e Maresco che qualche giorno fa Repubblica ha definito “pillole in bianco e nero, pillole al cianuro in realtà quanto tenerissime nel fondo, con una fauna di presunti attori periferici” (non sono professionisti, sono presi dalla strada). Individui che hanno lasciato un segno, uomini che del proprio schifo hanno fatto un marchio distintivo, menti geniali, ma troppo modeste per dimostrarlo.

Gli Avengers di ieri

Ma chi sono gli Avengers di ieri, i vendicatori troppo pigri per vendicare alcunché? Nossignore, nessun elenco. Che non si pensi che una banale lista della spesa possa riassumere l’epica delle loro gesta, di questi pavidi con la stoffa da campioni, ma senza la stoffa per abiti nuovi. Limitiamoci all’ardire di fare qualche nome, pescando dal miserabile mazzo di scarti che niun confronto teme, tantomeno con i cosiddetti paladini d’oltreoceano tanto decantati dalla plebaglia.

Sarà forse un degno idolo il belloccio dalla muscolatura pronunciata che si fregia del titolo di Capitano d’America? Giammai. E di certo nulla potrebbe contro Francesco Tirone (o Francesca?) e le sue mirabolanti capacità: non solo scopritore dell nulla dell’aldilà, bensì, all’occorrenza Mafiaman, l’anti-eroe per eccellenza, mai domo di fronte alla giustizia, il simbolo che l’Italia merita e di cui i bisognosi non hanno certo bisogno.
Così come ispirano tenerezza i fanciulli emozionati di fronte al trio di uomini ragno, specialmente quando il nostro bel paese può vantare la mediocrità dei signori Giordano (ma quanti ce ne sono?).

L’uno, Carlo, protagonista di squallidi esperimenti e macabre avventure, nonché fine barzellettiere con molto da dire e troppo poco tempo per dirlo. L’altro, Pietro, ex richiedente elemosina nelle chiese e trasformista alla Arturo Bracchetti: Tarzan di Palermo, Rifiutoman, gobbo, microbo, escremento, proiettile, uccello di stupratore, topo di fogna, e chi più ne ha più ne metta. Mesto emblema del multiverso cinico, votato al fallimento e a una rassegnata consapevolezza dello stesso.

Gli “eroi” che meritiamo

Sebbene gli Stati Uniti continuino a millantare d’essere la vera dimora dei super, sappiamo dunque di poterci fieramente fare vanto di una pletora d’esseri ignobili. Esseri umani come noi, solo molto più schifosi, che ogni giorno osservano il mondo crollare e divenire peggiore.

Fu una registrazione in presa diretta quotidiana di quello che stava succedendo in quegli anni: noi abbiamo rappresentato per la prima volta Cosa nostra al di là di quello che facevano sociologi e giornalisti. Quando ci fu la strage di Capaci il signor Giordano si trasformò in una bomba che aspettava “loro”. Io chiedevo: “Loro chi?”. “Loro!”

E mentre il pubblico applaude, lancia pop corn e versa lacrime per Iron Man & Co., Mafiaman e Rifiutoman agiscono nel silenzio e nell’indifferenza generale. Perché sono ineluttabili.

E noi…siamo veramente pietosi.

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