La pittura esperienziale di Corinna Brandl

Vita, opere, mostre

Corinna Brandl nasce a Berlino nel 1951. Dopo aver vissuto per circa dieci anni in Inghilterra, nel 1976 consegue la laurea presso l’Università di Monaco di Baviera in Psicologia, con una specializzazione in Psicoterapia. Per un breve periodo Brandl esercita la professione in Canada, a Vancouver, fino al 1985, anno in cui torna in Europa dove tutt’ora vive e lavora. Il suo approccio all’arte arriva recentemente e in maniera poliedrica. Disegni, pitture, sculture, installazioni e performance sono i mezzi che Brandl utilizza per esprimersi in maniera personale ed esperienziale. Nonostante la sua giovane carriera artistica, vanta all’attivo un numero considerevole di mostre sia sul piano nazionale che internazionale, dove l’Italia è scelta come prediletta.

Un esempio di questa sua scelta è la mostra bi-personale presso la Galleria Medina di Roma. Infatti, dal 29 aprile al 12 maggio 2022, Corinna Brandl espone i suoi dipinti in dialogo con le sculture di Brigitte Cabell, dove il dato sinestetico è molto presente e fondamentale. La vitalità della materia. Le pitture di Corinna Brandl e le sculture di pietra di Brigitte Cabell si presenta come una Gesamkunstwerk moderna e senza pretese. Pittura e scultura insieme come metodo di lavoro, indagine e realizzazione delle loro opere, raggiunte però con medium artistici differenti. Le forti essenze tonali e figurative della Brandl richiamano la sensualità e l’archeticipità delle sculture della Cabell, per realizzare quell’incontro totale tra le arti tanto ricercato da Wagner e dagli artisti avanguardisti del Novecento.

Le pitture di Corinna Brandl

Corinna Brandl, Summerwind, 2013

Le opere in mostra della Brandl spaziano dal figurativo all’apparente astratto. Con un percorso artistico iniziato nei primi anni Dieci, Brandl indaga la forza vitale e materica che la vita degli uomini può esprimere. La sua vita professionale influisce nella concezione del quadro come luogo espressivo ed esperienziale, dove è possibile trovare sentimenti e racconti di vita. Infatti, i suoi dipinti figurativi mostrano uomini e donne in dialogo, raffigurando una narrazione intima, tra l’anima e l’essere umano. Nei dipinti di questo tipo troviamo anche l’uomo nella sua solitudine in dialogo con se stesso e travolto dal desiderio di trasformazione tra visibile e invisibile, tra interno ed esterno, tra psiche e corpo.

Per quanto riguarda invece i quadri di vocazione astratta, assistiamo a una vera e propria esplosione di vita e materia. Tocchi di colore spesso e leggero definiscono superfici cromatiche calde, dove Brandl racconta la gioia di vivere e i suoi benefici. A volte, invece, questa vitalità si distende e si espande in grandi campi cromatici ben accordati che richiamano l’osservatore a rilassarsi e ad abbandonarsi al quadro. L’esperienza lavorativa, ma anche storia dell’arte. Infatti, se nei dipinti antropici troviamo lontane reminiscenze simboliste e Fauves, nei lavori più astratti si può citare l’esempio della Color Field Painting americana oppure la pastosità e la monumentalità delle figure di Mario Sironi.

Ma senza scomodare eccessivamente i grandi della storia dell’arte, Brandl si esprime con personalità e delicatezza. La sua è una pittura novecentesca, entropica e soggettiva, dove ogni dipinto racconta una storia completa e finita. Utilizza olio e acrilico combinati con sapienza, in alcuni casi, alla natura, che fa il suo corso. Come nel caso di Guardandoci, che è stato lasciato sotto la pioggia per poi essere completato in continuità con l’intervento atmosferico.

I dipinti figurativi tra il biblico e il mitologico

Corinna Brandl, La mela di Eva, 2021.

Dal mitologico al biblico, passando per il quotidiano: questi sono i soggetti della Brandl. Se Le mele di Afrodite racconta il mito in maniera pedissequa, La mela di Eva e Maria Magdalena invece si presentano come un omaggio dinamico alla storia della cristianità. Infatti, il dipinto mitologico è realizzato in maniera statica e geometrica per voler rappresentare una certa arcaicità monumentale mentre i dipinti a soggetto biblico si presentano più dinamici.  Eva si dissolve in una danza antica e passionale su di uno sfondo verde acqua che suggerisce tranquillità. Il tutto è reso più dinamico dal dolce volteggiare di volatili, che la circondano fino a suggerirne la monumentalità. Brandl decongestiona poi la narrazione, spostando la mela, oggetto del peccato, in basso.

Questa, realizzata con leggeri tocchi di colore, è il vero soggetto del dipinto. Irraggiungibile all’apparenza, la mela è il simbolo del destino degli uomini terrestri, i quali molto spesso dimenticano il loro passato.

Corinna Brandl, Maria Magdalena, 2018.

Fede e storia dell’arte si intrecciano invece per Maria Magdalena. Il soggetto è ispirato alle raffigurazioni della Maddalena di Caravaggio, ma è interpretato in maniera personale. Appoggiata su di un cuscino rosso cinabro, Maddalena è assorta nei suoi pensieri. Il volto definito da una folta chioma bionda è raffigurato senza tratti fisionomici ma esprime comunque sentimento ed emozione. Qui risiede la capacità narrativa della Brandl. Maddalena non sta raccontando una storia e non è anche raffigurata in maniera canonica, bensì contemporanea. Una storia interna, che si svolge nel dipinto e che lei sta vivendo nello stesso momento in cui noi osserviamo il quadro. Sarà il fruitore a dare un tratto deciso al suo volto che per il momento è attraversato dal ricordo sfocato dei suoi pensieri. Un dipinto entropico ed esperienziale, che caratterizza tutta l’attività pittorica dell’artista tedesca.

Il quotidiano

Corinna Brandl, Guardandoci, 2019.

Le storie quotidiane invase dai colori esplosivi della Brandl. Guardandoci, è un dipinto delicato e intimo che esprime la purezza dell’amore. Un uomo e una donna si osservano intensamente, sfiorandosi le labbra, creandosi il loro spazio vitale. Brandl, con un corretto gioco di variazioni cromatiche, restituisce la forza di questo amore reso eterno sulla tela. Le mani di lei accompagnano la vita di lui, in un viaggio da condividere insieme, dove l’unica cosa sicura è la fiducia reciproca espressa nei volti dei due amanti.

La potenza espressiva e sinestetica si trova in due dipinti a carattere musicale: Ariel e All That Jazz.

Corinna Brandl, All That Jazz, 2020.

Ariel, protagonista dei versi di Shakespeare, suona dolcemente il suo flauto, accompagnata dall’aria che la circonda, producendo note intime ed emotive. Restituisce ciò che la natura, ispirandola, le offre, creando un vortice continuo fatto di melodie psichiche e per questo personali. Se Ariel è in rapporto con il mondo esterno, il suonatore di All That Jazz è in rapporto con la sua anima. Lo strumento musicale come mezzo per esternare i propri demoni e i propri sentimenti in maniera del tutto personale. Le note jazz sono l’estensione dei moti della psiche, che Brandl guida sulla tela con colori caldi e vivi. E di nuovo, la sua esperienza decennale di psicoterapeuta viene in aiuto, ed è utilizzata per realizzare dipinti dalla forte carica emotiva e per questo esperienziale.

La musica come cura dell’animo umano, che trova ordine solo nel caos apparente delle note e delle melodie che esse producono. Musica, anima e vita su tela attraverso la materia, che plasma la nostra esistenza.

La potenza espressiva dei dipinti a vocazione astratta

Corinna Brandl,. Giverny 3, 2015.

Colore, luce e automatismo psichico: questi i componenti dell’astrazione della Brandl. Di nuovo la storia dell’arte, quindi, con i surrealisti presi ad esempio per esprimere le tortuosità dell’animo umano. Ma non solo. Brandl esegue un omaggio sintetico al maestro della percezione in Giverny 3, dove movimento e materia si uniscono in un unico afflato. Tutti noi abbiamo in mente il giardino giapponese di Monet, dove sono nati molti dei suoi capolavori; qui lo troviamo in tutta la sua esplosione. Lunghe e brevi pennellate definiscono un turbinio di fiori colorati, che convergono in un centro dove tutte le cromie si sfaldano e si dissolvono. Un giardino interiore su tela, guidato sapientemente dalle mani di Brandl.

Dalla Francia all’Italia, precisamente Palermo. Corinna Brandl, specializzata anche in letteratura italiana, ha un ottimo rapporto con il nostro paese. Nella serie Palermo, Brandl cattura tutta la vitalità del capoluogo siciliano, con grandi pennellate cromatiche e materiche. Gialli, rossi, verdi e bruni sono lo strumento per raccontare il calore che si percepisce camminando nelle vie della città. Un grande intreccio cromatico quindi, che si apre alla realtà del fruitore come esperienza del vissuto quotidiano.

Storie dell’arte, storie di vita

Corinna Brandl spazia dalla psiche alla materia, dalla realtà fisica alla realtà trascendentale. Molti maestri e movimenti possono essere rintracciati nella sua opera, ma lei mantiene sempre una personalità artistica. Se nei dipinti figurativi Brandl racconta, nei dipinti astratti lei seleziona le emozioni e le trasmette. Grandi campi cromatici incontrano gli strati delle emotività umane entrambi guidati dalla regia dell’artista.

I suoi sono quadri esperienziali, vivi ed emotivi, che si presentano nella loro purezza e semplicità. Sono storie narrate e vissute, pensate e divulgate che trovano nella materia presente il loro punto di approdo. Una Gesamkunstwerk moderna, quindi, che considerata la storia dell’arte in tutta la sua essenza.


Credits

Tutte le immagini sono a cura del redattore

 

 

 

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