moda etica

Moda che aiuta: la moda etica al Fashion Hub di Milano

La nostra città della moda ha dato il meglio di sé nella Milano Fashion Week dal 22 al 28 febbraio 2022. Ha ospitato le più grandi case di moda italiane che hanno dato voce alle menti più geniali di stilisti provenienti da tutto il mondo. Per citarne qualcuno abbiamo Versace, Armani, Missoni, Fendi, Dolce&Gabbana, Gucci e tanti altri altrettanto in vista.

Ma Milano ha fatto brillare anche stelle nuove, con tanto potenziale. Si tratta di designers emergenti che hanno progettato delle collezioni con l’obiettivo di contribuire a combattere determinate situazioni sociali che oramai è impossibile trascurare. E non solo. Un’altra motivazione che ha spinto questi giovani stilisti a dedicarsi a queste importanti questioni è stata la volontà di sensibilizzare il pubblico. Solo rendendo la gente consapevole delle reali problematiche del mondo è possibile affrontarle.

In uno spazio del Fashion Hub dedicato a loro, il pubblico ha ammirato le creazioni realizzate per tre iniziative ben precise. Designers for the planet, Budapest Select e Designers for Ethical Fashion.

DESIGNERS FOR THE PLANET

Progetto dedicato ai brand emergenti del Made in Italy che hanno fatto della sostenibilità il loro punto di forza. Fra questi troviamo:

BENNU

Lo loro missione è recuperare dal passato per proteggere il futuro. Gli stilisti di BENNU per la loro collezione hanno recuperato gli abiti dai deadstock e dagli armadi vintage per ridurre la produzione spesso inutile di nuovi abiti e quindi l’inquinamento che ne deriva. Il brand si propone sul lato opposto del fast fashion che non solo appiattisce la nostra personalità poiché siamo portati a indossare qualcosa che hanno tutti, ma, fattore principale, produce danni ambientali notevoli.

Altro punto fondamentale è l’attenzione rivolta ai diritti dei lavoratori. La produzione dei capi BENNU è affidata a piccoli laboratori sartoriali. Questo garantisce la massima qualità degli abiti e anche diritti e salari equi a tutti coloro che collaborano a questo ammirevole progetto.

ACIDALATTE

Il nuovo brand che nasce grazie alla collaborazione di Eva Fiorucci e Carolina Ferrari. Sono abiti eco-friendly e fatti a mano. Le due ideatrici hanno voluto ricreare su stoffa il magico mondo sulle nuvole su cui un po’ anche loro stesse ammettono di vivere. Partendo da abiti di seconda mano, hanno creato un perfetto mix di innovazione e sensibilità, invitando così a vivere la vita con leggerezza e con anima bambina.

Infatti, la collezione è animata da colori, piccoli peluche, stampe che ricordano i disegni dei bambini, ricami e quanto più di fantasioso e sognante possa esserci.

DASSÙYAMOROSO

Nulla di più moderno e attuale. DassùYAmoroso è il nuovo brand genderless fondato da Stefano Dassù e Pasquale Amoroso che, tramite la loro collezione, vogliono portare avanti un ideale di inclusione, di libertà senza alcun tipo di barriera o pregiudizio.

Il loro marchio si era già fatto notare due anni fa: era stato selezionato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e da Vogue Italia nel settembre del 2020 per partecipare al Fashion Hub Market e finalmente oggi ci comunica la sua visione inclusiva.

Una moda d’impatto e incisiva in cui vediamo jeans abbinato a pelle, vinile e applicazioni che richiamano la cultura giapponese ma anche quella punk-rock e non solo. Gli abiti DassùYAmoroso trasmettono con forza un messaggio che cavalca l’onda della contemporaneità, quello dell’unicità, racchiuso molto bene nello slogan: “Feeling alien in a human body“.

VERNISSE

Eugenia Penta e Francesca Filipo hanno ridato vita a tessuti preziosi e accessori di archivio per vestire un tipo di donna elegante e contemporaneo. Il profumo mediterraneo che riporta le due designer alla loro infanzia fa da ispirazione per il marchio Vernisse. Ecco che troviamo stampe animalier miste a stampe fiorate e giustapposizioni di tessuti diversi.

RAREE SHOW

Un altro marchio di moda sostenibile è Raree Show. Proprio come attraverso un peep box, ovvero un dispositivo illusorio creato per intrattenere i bambini che consente loro di immaginare un mondo diverso guardando attraverso un piccolo foro, il brand invita il suo pubblico a vivere con quell’innocenza e quella spensieratezza tipica dei bambini.

Fondamentali in questa linea sono i concetti seasonless e genderless, coerenti all’obiettivo della collezione che sembra quasi appartenere a una dimensione fanciullesca e fantastica. I designers però riescono a rimanere anche con i piedi per terra e lo si vede bene dai molti riferimenti ai danni ambientali che pian piano distruggono il pianeta e alle lotte per salvarlo.

BUDAPEST SELECT

È interessantissima la partnership nata tra Hungarian Fashion & Design Agency (HFDA) e Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) per aiutare i designers ungheresi a immettersi nel mondo del mercato internazionale. Ora, infatti, i designer che hanno partecipato a questa collaborazione, hanno una base di esportazione più ampia e hanno occupato un’ottima posizione anche sui mercati esteri.

Determinante però è stata sicuramente la Milano Fashion Week che ha ancora di più allargato gli orizzonti dei marchi ungheresi.

ABODI

Un marchio che è stato particolarmente apprezzato da celebrità di un certo spessore. Gwen Stefani, Katy Perry, Cate Blanchett, Lady Gaga e molte altre hanno decisamente approvato ABODI. Dicono che si possa definire sofisticato e classico con un tocco di futurismo barocco. Anche qui è ben presente un gioco di contaminazione, specialmente tra le origini transilvane della designer e l’arte classica.

Un bellissimo UNISUS, un ibrido tra un Pegaso e un unicorno, è l’icona del marchio. Bellezza, potenza, magia, soprannaturalità. L’unisus rappresenta anche qualcosa estremamente desiderabile ma difficile da ottenere e abile nel comunicare. Con questa figura la collezione si immerge in un mondo mitologico e neoclassico che può portarti a essere chiunque tu voglia.

CUKOVY

Moda e praticità. I piumini di alta qualità imbottiti di piuma d’oca sono il focus del marchio. Tutti realizzati a Budapest, andando a favorire l’artigianato ungherese e piccole aziende locali.

Bellissime giacche lunghe, coprispalle di diverse forme, la buona qualità del piumino CUKOVY si nota in ogni capo, anche nelle imbottiture che a mo’ di calza rivestono piede e gamba, arrivando fino a metà polpaccio. Flora Popradi, il capo dell’azienda, ha saputo unire bene le due culture che le hanno fatto da genitore, quella ungherese paterna e quella nicaraguese materna, in una commistione di contrasti e colori diversi che raccontano la sua storia.

ELYSIAN

Tutto ciò che fai è l’estensione della tua bellezza. Questa è la filosofia del brand Elysian che propone lavori di alta sartoria, artigianato, tessuti fluidi, stampe digitali autoprogettate, plissettature a mano e sovrapposizioni trasparenti.

Boglárka Bódis ha puntato su una femminilità moderna e uno stile comfort chic ideando abiti per una donna piena di vita, di gioia e capace di sorprendersi. Elysian propone abiti anche per spose che vogliono essere uniche. Come dice la designer, non esiste una linea Elyisian Bridal, ogni abito è diverso dall’altro perché si adatta perfettamente a ciò che la sposa desidera essere in quel giorno tanto speciale.

KATA SZEGEDI

Un marchio sempre ungherese che crea capi per una donna cosmopolita, sicura di sé e orgogliosa della propria immagine, in grado di esprimere la sua originalità nella vita di tutti i giorni. L’amore per i contrasti si riflette in ogni singolo capo.

Nelle collezioni KATA SZEGEDI si uniscono silhouette diverse, trame differenti, colori variegati che creano uno stile moderno, alla portata di chi sa osare senza esagerare. L’ispirazione principale del marchio è l’arte contemporanea, ben intrecciata alla cultura giovanile e allo stile di vita urbano. Il tutto valorizzato dall’uso di tessuti sviluppati su misura.

I modelli KATA SZEGEDI sono innovativi, giovani, in un certo senso trasgressivi ma anche molto in linea con quelli che sono i gusti dei giovani di oggi.

NINI

NINI è nato nel 2015, creato da Nini Molnar. Con la raffinatezza e l’attenzione ai dettagli poste nella produzione dei capi, questo marchio riesce totalmente nell’obiettivo della designer: trasmettere l’energia e la positività che adotta come filosofia di vita. Quella di Nina Molnar è senz’altro una vita piena di esperienze e sapori diversi grazie ai mille viaggi che le hanno permesso di sperimentare e di trovare un qualcosa che ritroviamo anche nelle sue creazioni. Il mix di tessuti e colori e stampe che danno vita alla sua linea è infatti il riflesso del mix di culture che ha conosciuto da vicino.

THE FOUR

Annett e Marci hanno creato delle linee e dei tagli puliti che rendono gli abiti semplici e alla portata di tutti. Interessante come siano stati capaci di conciliare questa proprietà del loro marchio con un’altra, quella di comunicare messaggi forti, quella di sollevare problematiche sociali non più trascurabili.

Secondo i due designers un messaggio di base a ogni lavoro artistico è essenziale se non obbligatorio. Ogni oggetto intorno a noi ci influenza, esercita un certo impatto, diventa veicolo di un messaggio. Il messaggio di forza, self-confidence e sicurezza è quello a cui punta l’azienda di moda THEFOUR.

ZSIGMOND

Dora è cresciuta nella vera cultura ungherese che da sempre l’ha appassionata e per la quale crescendo ha iniziato a nutrire un profondo rispetto. Questo è il motivo per cui tramite la sua linea vuole preservare una cultura così ricca, secolare, in una realtà trasformata e veloce come quella in cui viviamo oggi.

Una ragazza giovanissima che ha scelto di dialogare con il passato tenendo i piedi ben saldi nel presente. Le sue creazioni sono sostenibili e sembrano adeguarsi perfettamente al gusto dei suoi coetanei, pur essendo immersi in un profumo antico e tutto ungherese. Il motto del marchio è: “Inhale the past, exhale the future”.

DESIGNERS FOR ETHICAL FASHION

Un’altra nobile iniziativa quella a cui hanno aderito i designers che seguono: SEP JORDANARA LUMIERE e Cartiera. Questi marchi sono nati con l’obiettivo di supportare persone che si trovano ad affrontare situazioni difficili come le donne vittime di violenza, migranti e rifugiati. Parlare di questa sfilata è solo uno dei tanti modi che permettono a noi, lontani da queste realtà, di avvicinarci a dei mondi in cui nulla è scontato.

SEP JORDAN

SEP Jordan è brand che nasce grazie alla collaborazione tra i coniugi Roberta Ventura e Stefano D’Ambrosio. Dopo anni nel settore economico sono diventati imprenditori sociali e hanno fondato questa azienda che ha le sue sedi a Ginevra, ad Amman e a Jerash, in Giordania. È un progetto che coinvolge oltre 500 ricamatrici nel campo profughi di Jerash e mira a portare migliaia di donne rifugiate al di sopra della soglia di povertà.

Quelli che le donne autoctone tessono sono sì, accessori di lusso, ma soprattutto sono storie uniche. Storie che parlano di momenti bui, di spiragli di luce, di opportunità e resilienza. I designers hanno voluto far leva sulla forza di queste donne, sul loro talento artistico, dando loro modo di esprimere al meglio la propria creatività e anche il rispetto che chiunque merita.

Negli abiti SEP JORDAN lo stile italiano e la tradizione mediorientale si intrecciano in maniera originale. Anche questa commistione di culture non è fine a sé stessa ma è volta a valorizzare l’intera comunità giordana e a far sì che le donne siano fiere di appartenervi.

ARA LUMIERE

Da qualcosa di orribile può nascere qualcosa di bellissimo. Questo è il forte credo dell’azienda ARA LUMIERE. Il 100% del ricavato viene devoluto alle associazioni che si occupano del reinserimento sociale e delle cure di vittime di violenza. La maggior parte di loro sono donne sfregiate con l’acido che cercano di tornare a una nuova normalità.

È proprio questa nuova normalità in fase di costruzione quella che le donne ci raccontano realizzando a mano i capi ARA LUMIERE. I colori audaci e i tagli classici dei tessuti narrano storie di riscatto, di guarigione, di identità ritrovate. Inoltre, l’azienda promuove anche una moda sostenibile utilizzando tessuti di scarto.

CARTIERA

È un brand tutto italiano nato a Lama di Rieno (BO) nel 2017 e specializzato nella produzione di articoli in pelle.

Se il sistema sociale e lavorativo italiano di oggi assegna mansioni meno qualificate ai profughi e ai rifugiati, Cartiera fa l’esatto opposto. Superando i pregiudizi, infatti, impiega lavoratori di origine straniera in condizioni difficili nella propria azienda con la ferma convinzione che il lavoro rappresenti un formidabile strumento di inclusione sociale.

Affiancando questi lavoratori a esperti pellettieri italiani, l’azienda punta anche alla continua crescita del Made in Italy mettendo in contatto piccole aziende del sud Italia con i grandi del mercato internazionale.

Tutto il contrario

Non una moda immobile, statica, indifferente, vanitosa, che forse non esiste più. Tutto il contrario. Questa è una moda che aiuta e comunica. Una moda che riconosce le difficoltà, le mancanze, i difetti della società e che cerca di aprirsi a un mondo nuovo. Si tratta di un mondo imperfetto, dove ci sono persone costrette a nascondersi, a ricominciare, costrette a parlare a voce più alta. La moda parlerà con loro.


CREDITS

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.