Edelman e Edelman Trust Barometer 2022 in Italia

Edelman, fondata dall’omonimo Dan Edelman nel 1952 come azienda familiare, è ora una società indipendente di comunicazione che lavora a livello globale al fine di aiutare le imprese a far crescere, promuovere e proteggere i propri brand e la propria reputazione. In altre parole, Edelman è una società di consulenza in comunicazione e relazioni pubbliche. Ad oggi, conta più di sessanta uffici in tutto il mondo e un numero di dipendenti superiore alle sei mila persone.

Attraverso varie e diverse strategie di comunicazione, Edelman mira ad aiutare le imprese e le organizzazioni a sviluppare il proprio brand awareness e a rafforzare le proprie relazioni con gli stakeholder più importanti. In sostanza, sviluppa idee su misura per ciascuna azienda e punta a far conoscere sempre di più il proprio cliente, analizzando il target a cui ci si vuole riferire, la sua cultura e società.

Edelman Trust Barometer: che cosa è?

Ma Edelman non si ferma a questo. Ha infatti sviluppato il cosiddetto Edelman Trust Barometer, ovvero un progetto di indagine globale che ogni anno si cimenta nel tentativo di misurare la fiducia che i cittadini hanno nei confronti delle istituzioni. Edelman Trust Barometer da oltre vent’anni studia l’andamento del rapporto di fiducia tra i cittadini e le quattro principali istituzioni che operano nella società: GovernoBusinessMedia e Organizzazioni non governative. Già nel 2021, l’amministratore delegato di Edelman, Richard Edelman, affermava che

è l’era della bancarotta dell’informazione. I fatti non sono sempre separati dalle opinioni e le fonti di informazione sono viste come politicizzate e di parte. Il risultato è una mancanza di informazione di qualità e maggiori divisioni. Il 57% degli americani trova la polarizzazione politica e ideologica così estrema da credere che gli Stati Uniti siano nel bel mezzo di una Guerra Fredda civile. Il violento assalto al Campidoglio degli Stati Uniti dei giorni scorsi e il fatto che solo un terzo dei cittadini sia disposto a farsi vaccinare contro il Covid-19 al più presto possibile cristallizzano i pericoli della disinformazione.

La minor fiducia nei confronti di tutte le fonti di informazione è stata causata – risulta dall’indagine dell’anno appena passato – dalla infodemia globale, ovvero, sia i media tradizionali sia i social e owned media sono considerati inaffidabili. Inoltre, le imprese hanno sostituito il governo nel ruolo di informatore di fiducia, di istituzione più affidabile.

L’Edelman Trust Barometer rappresenta, in generale, il tentativo di indagare sulla fiducia e sulla credibilità ed è realizzato internamente dalla società di ricerca Edelman Data & Intelligence (DxI) e basa le sue rilevazioni su trenta minuti di interviste online condotte l’anno precedente (fine 2020 per l’anno 2021).

L’Edelman Trust Barometer 2021, per esempio, ha coinvolto un campione di oltre 33.000 persone, di cui 1.150 persone della fascia di popolazione generale, e altre 200 persone considerate appartenenti all’élite, cioè al pubblico informato, il tutto in ventotto paesi, fatta eccezione per Cina e Stati Uniti. Di questi ultimi sono stati selezionati infatti due campioni, di 500 persone ciascuno, appartenenti al pubblico informato, il quale è caratterizzato da persone di un’età compresa fra i 25 e i 64 anni, che hanno ricevuto un’educazione universitaria e presentano un reddito incluso nella fascia di vertice nel paese di riferimento. Inoltre, per essere considerato informato, il soggetto deve leggere o guardare notizie di attualità ed economia oltre che seguire questioni di interesse pubblico.

Edelman Trust Barometer 2022

Nella giornata di martedì 8 febbraio 2022, si è svolto online l’evento di lancio italiano dell’Edelman Trust Barometer 2022: la ricerca è stata condotta, come sempre, a livello globale ma quest’anno ha contato sulla testimonianza di più persone, oltre 36.000, sempre in ventotto Paesi.

I dati di questa ventiduesima edizione relativi al nostro Paese sono stati presentati da Fiorella Passoni (Amministratore Delegato di Edelman Italia), Vittorio D’Amato (Professore associato di Leadership & Management e Direttore dell’Executive MBA alla LIUC – Università Cattaneo), Rodolfo Helg (Professore ordinario di Economia Politica alla LIUC- Università Cattaneo), Elia Celotto (Strategic Planner & Insight di Edelman Italia), a rappresentare la generazione di mezzo tra Millennial e Gen Z, e Alessandro Allocca (Giornalista e Docente universitario alla LUMSA), che ha moderato l’incontro online.

I risultati dell’indagine mostrano che la fiducia – intesa a livello generale – degli italiani non cessa di crescere e questo nonostante i due anni di pandemia. Il modello italiano del 2022 si mostra in controtendenza a quanto accade a livello europeo e globale, tant’è che l’indice generale della fiducia nel nostro Paese aumenta ancora di un punto percentuale, arrivando a toccare quota 53. Si tratta del dato nazionale più alto nel continente europeo, secondo solamente dopo l’Olanda (al 57%), ma posizionato davanti alla Francia (al 50%) e alla Germania, quest’ultima con ben sette punti in meno rispetto allo scorso anno (46%).

Tuttavia, la fiducia nelle istituzioni rimane in linea con il trend globale: il Business è ancora stabile al 59%, le Organizzazioni non governative sono ora in crescita di sei punti (al 54%) e i Media restano fermi al 50%, sostano quindi in una posizione considerata neutrale. Un piccolo passo indietro lo fa invece il Governo, il quale perde due punti rispetto allo scorso anno (ora 49%) quando, invece, ne aveva guadagnati dieci.

Edelman Trust 2022 in Italia

I timori degli italiani si focalizzano principalmente sull’occupazione, dove più di nove italiani su dieci (il che equivale al 93%) hanno infatti paura di perdere il lavoro, mentre a livello globale la percentuale si ferma all’85%. Ma non solo, la seconda maggiore preoccupazione si pone in relazione agli effetti dei cambiamenti climatici (83%); mentre al terzo posto, aumentata di sei punti percentuale, si trova la paura di perdere la propria libertà come cittadini (70% in Italia, mentre, nel resto del mondo, 65%). Fiorella Passoni, Amministratore Delegato di Edelman Italia, commenta così:

Quella della perdita del lavoro è una paura che si è modificata nel corso degli anni e, se in pre-pandemia era legata alla delocalizzazione delle fabbriche e all’automazione, oggi è il timore di non essere adeguatamente formati a fare la parte del leone. Con un’aspettativa di vita e lavorativa molto più lunga, oggi è necessario considerare la formazione costante e il re-skilling come beni di prima necessità su cui i leader dovranno necessariamente esprimersi. Un tema discusso anche all’interno del World Economic Forum in cui è stato ribadito che la ripresa economica mondiale passerà attraverso nuove professioni di cui almeno la metà oggi ancora non esistono.

Bisogna tenere in considerazione che l’indagine è stata condotta durante gli anni della non ancora finita pandemia e che dunque è quasi una conseguenza il fatto che, ad oggi, gli italiani hanno più fiducia nei confronti di altri settori, quali gli scienziati o, in generale, le autorità sanitarie nazionali.

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