Le grandi inondazioni nell’Australia orientale

Prevalentemente a nord di Sydney si sono registrate alluvioni molto violente, che hanno distrutto case e ponti.

Siamo rimasti bloccati su un tetto con un bambino di due anni e sette persone per sedici ore sotto la pioggia.

Ha riferito alla ABC una persona del posto. Le autorità si sono subito mosse per aiutare le persone intrappolate nelle proprie abitazioni, ma anche altri civili hanno cercato di dare una mano ai soccorritori. Sono molte le persone costrette a dormire nelle proprie macchine o in alloggi temporanei. Secondo gli esperti, la causa principale sarebbero i cambiamenti climatici. Attraverso alcune telecamere poste nella città, si è potuta documentare la violenza dell’inondazione.

Picco nel sud est australiano

Le inondazioni sono peggiorate il 28 febbraio. A Brisbane, dopo tre giorni di pioggia ininterrotta, risultavano distrutte o allagate oltre 20 mila abitazioni e aziende. Tredici persone hanno perso la vita nel sud est australiano. Ha detto il premier del Queensland Annastacia Palaszczuk in un briefing:

Non ci saremmo mai aspettati questa pioggia, sta letteralmente cadendo a secchiate.

A circa 700 persone è stato obbligato di evacuare da Gympie subito dopo che il sistema Mary River è salito oltre i 22,06 m per la peggiore inondazione della città dagli anni ’80 dell’Ottocento. Scott Morrison, il primo ministro australiano, ha già richiesto lo stato di emergenza nazionale, che dovrà comunque essere successivamente approvato dal governatore del paese e dai premier di stato. Grazie allo stato di emergenza, tutte le aziende e le popolazioni colpite dall’alluvione potranno usufruire di un aiuto economico.

Cosa sono le alluvioni

Le alluvioni vengano causate dello straripare di un fiume, cioè quando le acque non riescono a essere contenute dalle sponde riversandosi nei centri abitati o nelle campagne. Molti fiumi attraversano principalmente aree pianeggianti e quando piogge consistenti o lo scioglimento delle nevi causa l’aumento della portata del fiume, l’acqua supera le rive e vasti tratti di acqua poco profonda coprono il territorio del bacino fluviale. L’alluvione è quindi identificata, insieme ai fenomeni franosi, come uno dei fenomeni di dissesto idrogeologico più comune. Secondo la legge italiana, infatti, articolo 2 del Decreto Legislativo n.49:

[un] allagamento temporaneo, anche con trasporto ovvero mobilitazione di sedimenti anche ad alta densità, di aree che abitualmente non sono coperte d’acqua. Ciò include le inondazioni causate da laghi, fiumi, torrenti, eventualmente reti di drenaggio artificiale, ogni altro corpo idrico superficiale anche a regime temporaneo, naturale o artificiale, le inondazioni marine delle zone costiere ed esclude gli allagamenti causati da impianti fognari.

Le conseguenze del cambiamento climatico

Le alluvioni legate al passaggio della Niña hanno colpito l’Australia per la seconda volta in due anni e questo fa comprendere quanto la situazione dei cambiamenti climatici sia molto delicata. Questi avvenimenti sono ormai diventati una tendenza, quasi persistenti ogni anno, infatti afferma a «Reuters» Nina Ridder, ricercatrice del Climate Change Research Centre nella università di New South Wales, che a causa del cambiamento climatico, l’aumento della temperatura atmosferica porta inevitabilmente a un +7% di acqua per ogni grado in più. Queensland è stata la prima città a essere sommersa, mentre successivamente, le alluvioni hanno colpito anche Sydney e 500mila sono stati gli sfollati. A inizio marzo, anche a Lismore, dove molte persone hanno dovuto rifugiarsi per ore sui tetti delle loro case, ci sono stati migliaia di salvataggi. Ben 17 aree sono state dichiarate zone di disastro.

Cos’è la Niña e come influenza il clima

La Niña è una fase del ciclo climatico ed è sostanzialmente la somma dell’interazione tra atmosfera e superficie dell’oceano. La Niña si verifica con temperature insolitamente fredde della superficie del mare nell’Oceano Pacifico centrale. Ha affermato Mike Halpert, vicedirettore del Noaa:

I nostri scienziati hanno monitorato già da quest’estate il potenziale sviluppo della Niña, un fattore preso in considerazione anche nelle previsioni della stagione degli uragani, al di sopra del normale, a cui abbiamo assistito. La Niña influenza anche il clima in tutto il Paese durante l’inverno e influenzerà le nostre imminenti previsioni di temperatura e precipitazioni.

Il nuovo rapporto del Climate Council A Supercharged Climate: Rain Bombs, Flash Flooding and Destruction spiega come il cambiamento climatico stia intensificando le precipitazioni estreme, ma anche la frequenza di questi eventi. Per molte comunità che si occupano di emergenze alluvionali, questo è l’ultimo di una lunga serie di eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici che sono stati già affrontati negli ultimi anni, tra cui siccità senza precedenti, incendi boschivi, tempeste potenti e ondate di caldo torrido.

Aumento dei gradi

Le intense piogge e le inondazioni che devastano le comunità del Queensland e del New South Wales si stanno verificando in un’atmosfera resa più calda e umida dai cambiamenti climatici, causati dalla combustione di carbone, petrolio e gas.

Il modello di eventi piovosi più intensi è ben consolidato in Australia. Negli ultimi decenni, l’intensità di eventi piovosi di breve durata è aumentata del 10% o più in alcune regioni. I totali giornalieri delle precipitazioni associate ai temporali sono aumentati ulteriormente negli ultimi quarant’anni.

Per ogni aumento di 1°C della temperatura media globale, l’atmosfera può contenere circa il 7% in più di umidità. Un’atmosfera più calda significa anche che c’è più energia per alimentare le tempeste che generano forti piogge. Questi fattori aumentano la probabilità di acquazzoni, che non possono essere controllati. Maggiore è l’aumento delle temperatura globale e peggiori saranno gli eventi climatici.

L’inarrestabile diluvio

Una “bomba d’acqua” ha colpito Brisbane e il Queensland sud-orientale con circa il 60% delle precipitazioni medie annuali della regione che si sono verificate in soli tre giorni. Brisbane ha ricevuto quasi la stessa quantità di pioggia in tre giorni che Londra nel Regno Unito, in genere, fa registrare in un anno intero. Rispetto alle inondazioni del 2011, si è riversata molta più acqua nei bacini idrografici in un arco di tempo troppo breve. Il fiume Brisbane sotto Wivenhoe, ad esempio, ha raggiunto circa 1.450 miliardi di litri d’acqua in meno di tre giorni, abbastanza da riempire il porto di Sydney tre volte.

I costi economici degli eventi meteorologici estremi sono in aumento. Il costo attuale stimato dei sinistri assicurativi per questa emergenza alluvionale del 2022 nel Queensland e nel New South Wales è ora di 1,45 miliardi di dollari. La velocità e la gravità dell’emergenza alluvionale hanno colto di sorpresa molte persone e a causa di questa situazione il numero di soccorsi effettuati dai servizi di emergenza sono aumentati a dismisura, costringendo anche alcuni civili a fare la loro parte.

Intervenire

L’ultima valutazione degli scienziati avverte che una risposta graduale o lenta non è sufficiente per evitare la catastrofe. A questo punto, è necessaria un’azione per il clima veramente trasformativa. Ciò significa almeno dimezzare le emissioni globali di gas serra nel prossimo decennio e raggiungere al massimo entro il 2040 emissioni nette zero a livello globale.

Il Climate Council raccomanda all’Australia di triplicare i suoi sforzi e mirare a ridurre le sue emissioni nazionali del 75% entro il 2030 e raggiungere lo zero netto entro il 2035. La mancata riduzione rapida e profonda delle emissioni globali aumenterà gravemente i rischi per la vita e i mezzi di sussistenza, le comunità e gli ecosistemi australiani.

FONTI

video.corriere.it

tio.ch

bgeo.it

repubblica.it

climatecouncil.org.au

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