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Moda e sport, una coppia vincente

La moda accompagna la nostra vita, si sa. Le collezioni che si succedono, quasi scandiscono l’alternarsi delle stagioni e non soltanto per i più appassionati, anche per coloro che mettono piede nei negozi solo per pura necessità e non per interesse o piacere. Abbiamo un look adatto al tempo libero, il vestito svolazzante da indossare in vacanza, l’abito che ci fa sentire splendidi nelle occasioni più eleganti e quel top sportivo che ci fa venire voglia di andare in palestra. È proprio quest’ultimo l’aspetto che ci interessa di più: la moda unita allo sport.

Etichetta ricamata di Emilio PucciEmilio Pucci

Uno dei primi ad aver unito questi due mondi è stato l’italiano Emilio Pucci, fondatore dell’omonima maison, nata a Firenze nel 1947. Il marchese di Barsento, scomparso nel ’92, ha creato un marchio con uno sguardo rivoluzionario e all’avanguardia, alla ricerca di una nuova idea di eleganza, più immediata, leggera, spontanea.

Il suo gioco con il colore e con le forme è diventato la sua firma. Non a caso veniva chiamato Prince of Prints, il principe delle stampe. Nel 1950 Pucci aprì la sua prima boutique a Capri e da qui il suo nome iniziò a risuonare sempre più forte, specialmente in America.

La moda nel secondo dopoguerra

È importante contestualizzare la grande innovazione a cui Pucci ha ampiamente contribuito. Tutto avveniva nel secondo dopoguerra, quando si liberalizzò il commercio estero verso gli Stati Uniti. Fu una scelta di un certo peso, specialmente per molte firme europee che diventarono celebri e prestigiose nel ricco continente oltreoceano. Inoltre, erano gli anni in cui l’Italia cercava di promuovere la moda italiana e di stringere rapporti internazionali tra le industrie tessili. Si prospettavano anni floridi.

Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 uno degli stilisti più chiacchierati era Dior. Christian Dior aveva rivoluzionato la moda parigina nel 1947 con il suo New Look. Venne proposto nella collezione Corolla, che ebbe un successo strepitoso per i suoi modelli dalla silhouette inedita, aprendo così la strada ad altri mille successi della maison francese.

La nascita del made in ItalyTarga dedicata a Giovanni Battista Giorgini a Firenze

Ma erano anche gli anni a cui si fa risalire convenzionalmente la nascita della moda italiana. Nel 1951 il marchese Gian Battista Giorgini organizzò una sfilata nella sua residenza di Firenze. Consapevole dell’ineguagliabile gusto italiano, mostrò a un gruppo di giornalisti internazionali le creazioni di Fontana, Fabiani, Simonetta, Veneziani, e altri, tra cui Emilio Pucci. Proprio nella grande sala da ballo di Villa Torrigiani, nacque il made in Italy.

Stilista per caso

Emilio Pucci si può definire uno stilista per caso. La sua grande passione giovanile era lo sci, che coltivò e che lo portò anche alle Olimpiadi invernali del 1936. Grazie a una borsa di studio, che gli permise di continuare ad allenarsi, partì per l’Oregon e qui, appassionato anche di pittura, disegnò l’uniforme della squadra di sci. Dopo un periodo burrascoso a causa della guerra, si avvicinò maggiormente al settore della moda.

Una foto che ritraeva Emilio Pucci con una sua amica che indossava il completo da sci da lui disegnato venne pubblicata sull’Harper’s Bazaar, nell’ambito della moda invernale in Europa, ed ebbe un successo immediato. Questo accadeva nel 1947, un anno prima che creasse la sua prima collezione, pubblicata sempre sulla stessa rivista.

Il principe delle stampe

Appena approdato nel mondo delle alte firme, Emilio Pucci portò una ventata di freschezza con linee semplici e morbide, colori sgargianti, soprattutto con i modelli creati per le vacanze. Grandissime dive come Marylin Monroe, Sofia Loren e persino la first lady Jackie Kennedy, hanno posato indossando un Emilio Pucci. “Il principe delle stampe” in poco tempo guadagnò l’approvazione dell’intero mondo della moda e vinse nel 1954 il Neiman-Marcus Award.

Sue sono state le idee delle stampe optical, dei tessuti facili da maneggiare, leggeri, elastici, come il jersey Emilioform, dei primi leggings, dei pigiami palazzo, dei caftani e anche delle camicie foulard. E possiamo considerarlo indubbiamente uno dei creatori dello sportswear.

Emilio Pucci e la montagna

Il primo pezzo del genere sportswear, che ha anticipato quell’unione tra moda e sport che ci sarebbe stata nei decenni a venire, è la tuta da sci. La passione dello stilista per la montagna lo ha accompagnato nella sua vita e in ogni ambito in cui Pucci si è cimentato. Sia quando lavorava come istruttore nel secondo dopoguerra, che negli anni ’30, quando partecipò alle Olimpiadi e anche successivamente, impegnato a salire sulle vette del mondo del fashion.

L’ispirazione per Pucci è stata la natura. I colori della valle d’Aosta sono stati riportati sulle stampe delle sue collezioni sportive. Si chiama Cervinia il motivo ispirato proprio al monte Cervino che brevettò nel 1952. La sagoma del monte veniva riprodotta con fiocchi e nastri, il tutto incorniciato da piccoli soli. Anche i capispalla, i bomber imbottiti o i giacconi matelassè avevano motivi che si ispirano alla montagna.

Italia e mondo intero in un’ottica sostenibile

Fortemente legato al territorio italiano, ma anche aperto alla cultura estera. Emilio Pucci per le sue stampe si è ispirato anche ai colori dell’Africa e dell’Oriente con una politica di inclusività. Il marchio Pucci continua ancora oggi in questo intento, promuovendo anche una moda più sostenibile, con la scelta dell’Econyl, per esempio, una lycra per costumi da bagno ottenuta interamente dal riciclo di materiali pre e post-consumer.

Altri oggetti-moda del periodo

La tuta da sci era diventata un vero e proprio oggetto-moda, una tendenza. Una creazione che ha stupito e ha portato del suo nell’ambito della moda in generale. Altro oggetto-moda in quegli anni è stato il sandalo invisibile di Ferragamo. Grazie a questa scarpa, anche Salvatore Ferragamo vinse il Neiman-Marcus Award nel 1947 a Dallas, in Texas, dove apprezzarono le sue sperimentazioni.

Il sandalo invisibile era composto da una mascherina costituita da un unico filo in nylon ottenuto dalla lenza dei pescatori, una tomaia in capretto e una intersuola a zeppa di legno a forma di F, sempre rivestita in capretto.

Questo sandalo è solo una delle sue creazioni che ha avuto successo. Le sue prime creazioni erano firmate con il suo nome e vi aggiungeva accanto l’indicazione Firenze, uno stratagemma vincente per fare breccia nei cuori degli americani, nei quali cresceva il mito dell’eleganza italiana. Con questa trovata e con molte altre si è guadagnato il titolo di primo stilista della calzatura femminile noto internazionalmente.

La genialità di Ferragamo

Le invenzioni geniali di Ferragamo si sono meritate l’esposizione nel museo a lui dedicato. Ricordiamo per esempio solo il tacco in sughero, che riporta alla mente il vino Chianti, con il suo profumo tutto italiano, e non solo, risultava essere anche una buona idea di riciclo. O ancora, il tacco a spillo con l’anima in acciaio, il sostegno in acciaio per l’arco del piede e un sistema che permette alla scarpa di adattarsi al piede della modella. Tutte creazioni che hanno fatto venire voglia di possedere una scarpa Ferragamo persino a star di Hollywood come Marylin Monroe e Audry Hepburn, che ovviamente sono state accontentate.

Un punto di riferimento

Molte collezioni sportive successive hanno preso come punto di riferimento proprio i lavori di Emilio Pucci, e non solo, Pucci stesso ha fatto rivivere alcuni suoi modelli, alcuni suoi motivi, che lo hanno portato in passerella all’inizio della sua carriera, in collezioni successive.

La collezione dedicata allo sci del 2021-2022 riprendeva il tema dei leggings superaderenti, già presenti in quella primissima tuta da sci. E ancora, Massimo Giorgetti, nel 2016, ha creato un motivo romantico chiamato Montagne intrecciando nastri e fiocchi, richiamando l’originale motivo Cervinia.

Foto von Katherine HepburnLo sport che fa tendenza

Ma le collezioni sportive non si limitano a proporre look alla moda per chi scia o per chi ama stare sulle nevi, gli stilisti hanno cercato di creare linee che portassero comodità ed eleganza in tutte le discipline sportive. Negli anni Cinquanta sempre più persone iniziavano a dedicarsi allo sport, ma anche chi non lo faceva amava indossare abiti nati principalmente come capi sportivi nelle occasioni più casual.

In più, Hollywood espandeva e diffondeva questa nuova tendenza: la campionessa protagonista di Pat and Mike, film del 1952, interpretata da Katharine Hepburn, stupiva per il suo guardaroba sportivo ma accurato, portando molte donne a seguire il suo look.

Una ventata di freschezza nell’ambito della moda

Finalmente iniziavano a esserci nuovi materiali in grado di soddisfare le esigenze delle donne dell’epoca. Il pubblico femminile amava le linee più sottili e femminili, ma soprattutto più comode e funzionali, come quelle dei pinocchietti, dei pantaloni Capri, di quelli in jersey con la staffa. Le giacche a vento e i pantaloni a staffa, infatti, da essere relegati al mondo dello sci, diventarono più leggeri e utilizzabili anche da chi non fosse solito trascorrere molto tempo in montagna.

Bowling ed equitazione

Altri sport che facevano tendenza erano il bowling o l’equitazione. Per il primo si indossavano gonne lunghe a metà polpaccio, polo o maglioncini aderenti e le immancabili scarpe modello bowling, lanciate dal fabbricante americano Capezio.

Il secondo, invece, l’equitazione, attirava per la sua eleganza e perché era comunemente collegato al mondo dell’aristocrazia. Anche chi non andava a cavallo, quindi, indossava i cappelli da cavallerizza, lo stivale fino al ginocchio, i pantaloni specifici e le giacche da gara. Impossibile non citare Coco Chanel, che ha contribuito a diffondere il pantalone da cavallerizza negli armadi di tutte le donne.

Tennis, pattinaggio artistico e golf

Ma questi non sono gli unici, anche il tennis faceva tendenza. Le gonne a pieghe profonde sopra il ginocchio si trovano ancora oggi in qualsiasi negozio per ragazze, così come le semplici gonne svasate, le scarpe ginniche in tela, i cardigan corti e graziosi tanto tornati di moda in questi ultimi anni. Il look per il tennis era molto simile a quello delle cheerleader. Tantissime ragazze americane indossavano orgogliosamente le divise che, oltre a essere fresche e frizzanti, rappresentavano anche uno status sociale.

Da non dimenticare altri sport altrettanto interessanti come il pattinaggio che, con nuovi materiali sintetici, con le gonne a ruota, le maniche raglan e la cintura in vita, aveva dato la possibilità a molte ragazze, pattinatrici e non, di vestire in modo confortevole ma anche alla moda. Un tocco in più il colletto in pelliccia.

Il golf offriva poi un look informale e pulito. Le golfiste indossavano gonna a vita alta con una linea più dritta e scarpe chiuse. Anche lo scherma ha portato novità in passerella, come i pantaloni con la caviglia stretta, l’eleganza del total white e il piccolo collo alto.

Coco Chanel e lo sportswear

Parlando del connubio tra sport e moda, il nostro Pucci è uno fra altri altissimi artisti degni di essere nominati. Colei che ha contribuito alla nascita dello sportswear è stata indubbiamente Coco Chanel. Donna emancipata, creativa, elegante e intelligente che dopo più di 100 anni continua a ispirare le donne di oggi.

La stilista trascorreva il tempo libero praticando sport, golf, sci, pesca ed equitazione, una delle sue più grandi passioni. Affermava infatti, di aver creato l’abbigliamento sportivo non perché le altre donne potessero praticare lo sport, ma perché ella stessa lo praticava. Svolgendo queste diverse attività si accorgeva delle reali esigenze che un atleta avrebbe potuto sentire e che solo un modello più comodo o un tessuto più fresco avrebbero soddisfatto.

Ispirazione dal mondo della moda maschile

Coco ChanelCon occhi e mente aperti si faceva ispirare dal mondo maschile per portare qualcosa di diverso in quello della moda femminile riscrivendo, così, le regole della moda e in un certo senso anche quelle sociali. Coraggiosamente portava i capelli corti, si abbronzava e, senza paura, aveva ammesso di essersi ispirata alle giacche degli stallieri per le sue borse trapuntate.

Coco Chanel non solo viveva al passo con i tempi, ma andava anche oltre, più velocemente rispetto alle altre donne dell’epoca. Con uno sguardo acuto e un gusto infallibile creò diversi pezzi, la marinière, la giacca in tweed, il tubino nero, la scarpa bicolore, l’intramontabile collana di perle, la tracolla in pelle trapunta, diventando pian piano la stilista francese più famosa nel mondo.

Un altro tipo di donna, “la prima ad applicare i principi della modernità alla Moda”, così affermava Vanity Fair nel 1931. La prima ad aver unito il mondo maschile a quello femminile e lo si vede bene nei modelli che celano il punto vita.

Il primo costume da bagno è firmato Chanel

Una delle altre innovazioni di Chanel è stata il costume da bagno. La gente iniziava a sperimentare la bellezza del tempo libero, dei weekend, delle vacanze passate in località balneari. L’abbronzatura per Chanel era un tratto che donava bellezza alla donna e propose il costume da bagno composto da corpetto con ampia scollatura sulla schiena e pantaloncino sopra il ginocchio.

Chanel a teatro

Proposte sportive firmate Chanel sono arrivate addirittura sul palcoscenico di un teatro nel 1924. Il balletto era intitolato Le Train Bleu, opera di Jean Cocteau. I ballerini indossavano costumi da bagno e completi da tennis affinché i loro movimenti risultassero fluidi, liberi, in linea con la spontaneità dell’intera opera. Ciò non venne apprezzato: venne considerata un’opera sfacciata, di cattivo gusto, non appropriato il look dei ballerini, per questo non riscosse successo.

Negli anni ’20 del Novecento Chanel presentò la Collezione Cruise riprendendo gli stessi materiali e creando abiti freschi, leggeri, morbidi, adatti per trascorrere le vacanze comodi e a proprio agio. Non è un caso che la collezione di 100 anni successiva sia stata proprio dedicata all’incontro tra le due menti creative e rivoluzionarie di Jean Cocteau e di Coco Chanel.

Per la linea Chanel Cruise 2021, infatti, Virginie Viard ha ideato look eleganti, giocando sul classico contrasto tra nero profondo e bianco brillante, ma con un tocco rock. Lo abbiamo visto nelle minipochette portate come giarrettiere, nelle piume di struzzo degradè, nelle mary-jane a punta metallica.

Chanel e lo sport oggi

L’unione tra moda e sport è stato il punto di partenza delle sue creazioni e anche uno dei focus della maison Chanel e lo è ancora oggi. La direttrice artistica attuale, Virginie Viard, per la collezione Primavera-Estate 2022, ha voluto mantenere viva l’idea della madre della casa. Ha pensato a una sfilata che portasse in scena il dialogo tra epoche diverse.

La sfilata si è aperta con Charlotte Casiraghi a cavallo con una giacca in tweed e paillettes. Immagine di una eleganza sublime che solo il marchio Chanel poteva creare. Gli abiti raffinatissimi contrastano con la modernità della scenografia fatta di forme plastiche e geometriche.

John Redfern e i tailleur per signore

Stampa di presentazione del tailleur di RedfernMa ancor prima che la grandissima artista francese rendesse mascoline le linee dei modelli femminili, nel secolo precedente, la sartoria Redfern aveva realizzato qualcosa di altrettanto innovativo. Il negoziante di lana John Redfern aveva infatti inventato il tailleur, che allora si preferiva chiamare “tailleur da donna“: delle giacche sagomate più un gilet. Il materiale molto rigido che veniva utilizzato per queste giacche, insieme all’utilizzo di bottoni ad anello, davano al capo una forma strutturata, militare. Il rivestimento soutache era caratteristico di questi tailleur.

La sartoria crebbe notevolmente, specialmente quando la principessa del Galles scelse proprio un abito Redfern per il suo matrimonio. Quando la maison aprì nella capitale francese, il gusto parigino non potè che influenzare quello inglese. Anche Redfern fu un marchio fortemente legato all’attività sportiva, specialmente con la creazione dell’abito da yacht.

Casa Missoni, la maglieria migliore al mondo

Tornando in Italia, un’altra grande azienda che ha avuto a che fare con l’abbigliamento sportivo è la casa Missoni. Azienda nata nel 1953, quando i due fondatori, Ottavio Missoni e Rosita Jelmini, si sposarono dopo essersi conosciuti in occasione delle Olimpiadi del ’48, poiché l’uomo gareggiava nei 400m a ostacoli.

La Missoni venne considerata la migliore maglieria del mondo, fu vincitrice del Neiman-Marcus Award nel ’73, e ancora, Vogue America li posizionò fra i dieci stilisti internazionali che più hanno influenzato la moda nel mondo.

La giovane coppia fondò un marchio fresco, elegante, innovativo dal punto di vista grafico e tecnico e sempre molto creativo. Nel 2001 si imposero anche nell’ambito dell’abbigliamento sportivo d’alta moda, già sperimentato in precedenza. Nacque Missoni Sport che portò l’azienda ancora più in alto.

Oggi siamo ancora più attenti allo sport

Ecco i marchi storici che si sono legati allo sport nel corso della storia. Questi sono quelli che hanno elaborato l’idea di eleganza, unita a quella di comodità, con uno sguardo verso il futuro. Sguardo tutt’ora attuale. Molte firme dell’alta moda ancora oggi progettano collaborazioni interessanti con marchi esclusivamente sportivi, indice che la cultura dello sport negli ultimi anni è ancora viva tra noi consumatori, forse anche in misura maggiore.

Collaborazioni interessanti

Per la collezione Autunno-Inverno 2018 Fendi ha collaborato con il marchio sportivo Fila. La F di Fendi si è trasformata nella F di Fila in questo interessante gioco di loghi.

Inaspettato il connubio Moncler-Pierpaolo Piccioli. I piumini e le giacche imbottite del primo si sposano con gli abiti da sera del secondo, dando vita a qualcosa di una modernità unica. Questa collaborazione è stata il pezzo forte del Moncler Genius World Tour 2019-2020, conclusosi nel Museo Picasso di Parigi proprio con la presentazione di questi modelli. Inoltre i motivi che decorano i capi sono d’ispirazione africana, con l’aiuto della modella Liya Kebede che con il suo brand Lemlem sostiene l’artigianato locale.

Anche Balenciaga e Crocs si sono unite creando, nel 2016, per la Primavera-Estate 2018, una ciabatta in gomma modello Crocs con una zeppa alta stile Balenciaga. Creazione così apprezzata che non solo è andata sold-out in brevissimo tempo, ma che ha spinto a una nuova collaborazione per la prossima primavera. È nato infatti lo zoccolo con tacco a stiletto disponibile in tre colori. Avrà successo come il primo modello?

La coppia che vince

Niente di più interessante. Stilisti geniali con la passione per lo sport e con uno sguardo lungimirante che sono saliti sulla vetta del fashion riscrivendo le leggi della moda tutt’ora osservate. Un connubio vincente, quello tra moda e sport, che non finisce mai di stupirci e, quasi con certezza, possiamo dire non smetterà mai di farlo, poiché frutto di menti straordinariamente geniali.


FONTI

Viv-it.org

Lofficielitalia.com

Pfgstyle.com

Ilsole24ore.com

Iodonna.it

Emiliopucci.com

Repubblica.it

Moda – L’evoluzione del costume e dello stile, Gribaudo, 2019

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