Darsena Europa

Darsena Europa, quale futuro?

Quando si discute della darsena Europa, una delle opere più costose tra le cinquantotto commissariate dal Governo Draghi, imprenditori e lavoratori portuali concordano su una cosa: si deve costruire al più presto. Se il 2020 è stato caratterizzato dalla crisi pandemica, con un forte decremento di quasi tutte le tipologie di traffico, i primi mesi del 2022 hanno invece visto la salita sulla rampa di lancio dell’opera di ampliamento a mare con la quale il porto di Livorno mira ad alimentare i mercati d’Europa e a recuperare nuovi spazi per lo sviluppo di traffici di navi di grandi dimensioni. Sviluppata su una nuova base di progettazione, costruzione e finanziamento, rappresenta una sfida strategica per il futuro.

Darsena Europa, il progetto

Il porto di Livorno, affacciato sul Mar Tirreno, per le sue caratteristiche geografiche e morfologiche ha assunto un ruolo strategico al centro del Mediterraneo occidentale, tra i primi scali nazionali per quantità di merci e nodo logistico naturale per la Toscana. Fin dagli anni ’80 ha sviluppato i traffici containerizzati ed è il principale scalo italiano per i prodotti forestali, auto nuove e uno dei più importanti per il traffico di Ro Ro, un tipo di nave traghetto per il trasporto di autoveicoli dove i veicoli stessi entrano ed escono senza l’aiuto di gru o elevatori.

Nel 2015 l’Autorità Portuale di Livorno ha proposto la realizzazione della “darsena Europa”, parte del più ampio progetto “piattaforma Europa”, per incrementare il traffico marittimo e con l’obiettivo di mantenere il ruolo di porto nazionale e internazionale all’interno delle principali rotte trans-oceaniche per la Cina e per le Americhe. Inizialmente l’opera prevedeva due banchine lunghe 1100 metri e larghe rispettivamente 650 e 450 metri con un costo di 1300 milioni, ma il progetto ha subito negli anni diversi ridimensionamenti rispetto all’opera iniziale, sia come investimento economico che, soprattutto, come ampiezza dei terrapieni e piazzali delle aree a terra. L’opera modificata prevede ora una sola banchina di 1400 metri con un costo di circa 870 milioni. Compresa la nuova diga foranea esterna di 4,6 km, la darsena Europa avanzerebbe verso il mare per oltre 1500 metri oltre l’attuale linea di costa, con possibilità di approfondimento fino a -20 metri.

Per la realizzazione dell’opera verranno complessivamente dragati 15,7 milioni di metri cubi. Una quota verrà destinata al contrasto dell’innalzamento del livello del mare e della perdita delle superfici della costa per effetto dell’erosione costiera. Al tempo stesso i sedimenti verranno impiegati come materiale di riempimento e di costruzione, in sostituzione del materiale vergine di cava, con finalità di protezione del paesaggio. Grazie al completamento dei lavori, previsto entro il 2025, sarà possibile suddividere il traffico navale del porto per tipologia di merce tra la nuova bocca a nord e quella a sud, il che, secondo le previsioni, contribuirà a migliorare la sicurezza della navigazione e del lavoro.

Se ne parla dal 1995

Di darsena Europa, però, si inizia a parlare già alla fine del secolo scorso. Nel 1995 cominciò a farsi strada la visione di espandere lo scalo marittimo di Livorno verso il mare aperto dove si sarebbe potuto disporre di grandi spazi e di ben 18 metri di fondali. Cominciò così a prendere corpo la progettazione vera e propria della darsena Europa che, secondo alcuni, avrebbe dovuto assumere la sua fisionomia finale procedendo per fasi modulari intermedie capaci di funzioni operative autonome in vista del completamento generale della darsena.

Ma solo nell’agosto del 2006 si iniziò a parlare di darsena Europa concretamente, quando Roberto Piccini venne nominato presidente dell’Autorità portuale. All’epoca si pensava al dragaggio del canale di accesso alla darsena Toscana e all’allargamento di novanta metri della bocca Sud per poter andare avanti con la darsena. L’ anno successivo il manager della Contship, insieme ai vertici di Eurokai, dichiarò la disponibilità del grande gruppo internazionale a finanziare la costruzione. Nell’ottobre del 2009, fu consegnato il progetto di massima dell’opera, ma nessuno seppe esprimersi con certezza su quando l’infrastruttura sarebbe stata ultimata. Secondo le ultime previsioni, il cantiere, iniziato nel 2022, durerà 1700 giorni, almeno fino al 2026.

Negli ultimi vent’anni, dunque, sul tema del “grande progetto piattaforma Europa” si sono riuniti convegni, tavole rotonde, forum, perfino ricche promozioni a livello internazionale volte a far convergere l’attenzione degli investitori su quell’opera vitale per lo scalo marittimo livornese che, diversamente, potrebbe rischiare di uscire definitivamente dal grande circuito di traffici marittimi mediterranei.

Darsena Europa, un ponte tra mare e città

In questo contesto, la relazione tra città e porto, tra esigenze di sviluppo urbanistico, di tutela e valorizzazione paesaggistica, di sostenibilità culturale e sociale nel rispetto delle specificità locali, è una questione che di certo non lascia indifferenti. Nel panorama internazionale si sta affermando sempre di più una nuova visione che, partendo dalla vocazione prevalentemente immobiliarista degli anni ’60, è progressivamente andata approdando a una nuova prospettiva di integrazione e di ottimizzazione delle relazioni tra i porti e l’ambiente circostante.

fortezza vecchia
Ad oggi, infatti, non esiste innovazione che non si accompagni a un percorso di valorizzazione della tradizione storica di una città portuale. La Fortezza Vecchia è più di ogni altro il simbolo di questa sinergia e il punto di riferimento di un’identità storica. Dall’esigenza di recuperare le cosiddette aree di cerniera tra porto e città, valorizzando i suoi monumenti storici e dando loro una nuova vita, la Fortezza Vecchia è diventata un luogo funzionale ad attività culturali e di intrattenimento, un punto di ritrovo per cittadini e turisti. In questo quadro si è inserito il progetto Porto Aperto indirizzato ad abbattere le barriere che si formano tra il porto e la sua città.

L’impatto ambientale

Ma accanto all’entusiasmo e all’ottimismo per la realizzazione del progetto, sono emersi alcuni dubbi sulle possibili conseguenze ambientali legate alla darsena. Nella primavera 2016, durante il Dibattito Pubblico sul progetto di valorizzazione e riqualificazione del porto di Livorno, l’associazione ambientalista Legambiente ha presentato delle opinioni critiche nei confronti dell’opera, individuando il rischio di possibile erosione della costa a nord di Livorno che ha grande valore naturalistico e turistico e subisce già fenomeni erosivi. Per contrastare questo fenomeno, Guerrieri, il presidente dell’autorità portuale del Mar Tirreno, ha assicurato che verranno spostati 5 milioni di metri cubi di terra degli scavi del cantiere e messi sulle spiagge a difesa della costa.

Le rassicurazioni arrivate negli ultimi mesi non hanno però convinto gli amministratori, che si chiedono di quale tipologia di sabbia si tratti, di quale quantità e in che misure potrà essere ripartita.

Darsena Europa, Livorno può farne a meno?

Nonostante le legittime preoccupazioni, secondo Guerrieri non ci sono alternative al progetto. La darsena Europa oltre a essere un’opportunità di crescita è anche una necessità, ha sottolineato il presidente. “Senza questo intervento il porto non avrebbe più la possibilità di mantenere e sviluppare i propri traffici containerizzati ad alto livello, stanti i noti problemi di accessibilità marittima di cui soffriamo”. Enzo Raugei, presidente della Compagnia lavoratori portuali Livorno, crede che Livorno non possa fare a meno dell’infrastruttura se vuole continuare a essere un punto di primo piano all’interno del bacino del Mediterraneo.

Il progetto della Darsena Europa si inserisce nel solco immaginato di un aumento della nostra capacità di organizzare uno sviluppo sostenibile. Interventi come questi danno quel senso di prospettiva che abbiamo provato a inquadrare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Oggi abbiamo avviato un processo ma sappiamo che i tempi devono e possono essere rapidi,

chiarisce ancora una volta Guerrieri.

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