“The Adam Project”: l’avventura che tutti vorremmo

Quanti di noi hanno immaginato almeno una volta di incontrare il proprio “io” del futuro e di scambiarci due chiacchiere? Questo è quello che accade al giovane Adam, protagonista del nuovo film The Adam Project, disponibile sulla piattaforma streaming Netflix dall’11 marzo 2022. La pellicola racconta dell’incontro tra due realtà, tra viaggi nel tempo e tentativi di aggiustare le cose. The Adam Project è diretto da Shawn Levy, già celebre per essere il regista di film come Una notte al museo e la serie TV Stranger Things.

Viaggiare nel tempo

La storia narrata in The Adam Project ruota attorno a uno dei concetti maggiormente usati in altri film appartenenti al genere, a cui viene data però una veste del tutto nuova. Qui non si parla soltanto di armi spettacolari, navicelle e missioni spaziali direttamente da un futuro tecnologico e all’avanguardia, ma si tratta soprattutto di viaggi nel tempo.

È una storia divisa tra due realtà temporali differenti a scatenare l’azione, dando inizio allo sviluppo della trama. Un’altra particolarità è poi quella dell’incontro fra queste due realtà che, come è facilmente intuibile, dovrebbero rimanere ben separate per evitare quasiasi tipo di conseguenze. In The Adam Project non si parla di particolari operazioni di salvataggio dell’intero pianeta, ma entra piuttosto in gioco la nostaglia del passato, con l’intervento diretto del padre del protagonista, interpretato da Mark Ruffalo, che diventerà a sua volta parte del team pronto per la resa dei conti finale. 

Adam e Adam

È in questo contesto che Adam (interpretato da Walter Scobell), un preadolescente tranquillo e con la passione per i videogiochi futuristici, e l’Adam del futuro (interpretato da Ryan Reynolds), un giovane uomo partito in missione con un obiettivo ben preciso, si incontrano. La serie di eventi che li vede protagonisti non può che sottolineare sempre di più il confronto tra due realtà temporali diverse.

Neanche nelle sue più rosee aspettative il giovane Adam si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti il proprio sé radicalmente trasformato, molto distante dal ragazzino riflessivo e vittima dei bulli che è lui. L’Adam del futuro è una persona sicura di sé, che sembra aver imparato tanto da tutto ciò che ha vissuto, ma che non per questo ha perso l’ironia. Come in altri personaggi interpretati dall’attore Ryan Reynolds, anche qui la storia lascia il giusto spazio ai due protagonisti per degli scambi di battute ironici e talvolta fuori dal contesto. A questi si aggiungono anche tutte quelle scene dal carattere comico, che in una realtà parallela sarebbero i momenti strappalacrime della storia. 

I tempi della storia

The Adam Project porta quindi nuovamente alla ribalta la questione della possibilità di poter viaggiare nel tempo, in un futuro che nella pellicola sembra molto vicino. I fatti infatti si svolgono nell’epoca contemporanea e fanno sicuramente sentire lo spettatore avvolto da un’atmosfera ben più realistica di quel che sembra. Il tempo influisce sulla narrazione in tanti modi e la velocità con cui lo spettatore scopre i vari dettagli della storia è più che sostenuta. Per quanto riguarda l’inizio, l’azione si svolge in maniera molto rapida e, nel giro di poche scene, il giovane Adam si trova a fianco della sua versione dal futuro, pronto a prendere in qualche modo parte all’azione.

Anche nello sviluppo del resto della pellicola, la narrazione mantiene questo passo, che si trasforma in una piccola delusione sul finale. La velocità dell’azione infatti incrina il fatidico momento dello scontro finale, in cui la tensione dovrebbe essere al massimo. Dopo varie peripezie, protagonisti e antagonisti si trovano a confronto, ma il duello finale si risolve in maniera rapida e senza particolari colpi di scena a ribaltare le carte in tavola. Questo da un lato evita una buona dose di preoccupazione per lo spettatore, ma dall’altro lato manca di quei momenti di adrenalina che avrebbero reso giustizia a tutte le avventure vissute dai protagonisti. 

Gradevole

La gestione del tempo e della narrazione non rovina però il risultato finale: nonostante alcuni momenti di squilibrio, nel complesso The Adam Project è un film gradevole, la pellicola giusta per passare bene un paio d’ore del proprio tempo libero. Gli elementi fantastici e futuristici, uniti ai momenti di ironia dei personaggi e al conseuto lieto fine lo rendono un film adatto a tutti.

Dunque, questa nuova collaborazione tra Ryan Reynolds come attore e Shawn Levy alla regia, che si ritrovano insieme dopo aver lavorato anche a Free Guy, sembra essere un buon incastro. Ryan Reynolds conferma il suo talento nel non prendersi mai troppo sul serio, dando a The Adam Project quel tono scherzoso in grado di stemperare la tensione al punto giusto. 

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