“Nightmare Alley”: Del Toro e le illusioni umane

Da qualche settimana é finalmente approdato nelle sale italiane Nightmare Alley, il nuovo e attesissimo film di Guillermo del Toro. Adattamento dell’omonimo romanzo di William Gresham, pubblicato nel 1946 e già portato sul grande schermo l’anno seguente, la pellicola ha ricevuto ben quattro nomination ai prossimi premi Oscar (tra cui quella a Miglior Film).

La trama

Dopo avere incendiato la sua stessa casa, il giovane Stanton Carlisle (Bradley Cooper) si ritrova a vagare per le campagne senza un soldo. Sul suo cammino si imbatte in una fiera itinerante ricca di spettatori e di attrazioni: la principale é l'”uomo-bestia“, un ex-alcolista e tossicodipendente ridotto in schiavitù dai giostrai con false promesse e l’illusione di un impiego. Incuriosito dal mondo della fiera, Stan trova lavoro come assistente della chiaroveggente Zeena (Toni Colette) e del marito Pete (David Strathairn). Insieme avevano studiato un complesso linguaggio in codice per creare uno show in cui la donna mostra di avere poteri mentali e di previsione sovrannaturali. Notando la curiosità di Stan, Pete gli insegna alcuni trucchi ma lo mette in guardia dal dolore che potrebbe causare alle persone se scoprissero l’inganno.

Una sera Pete chiede a Stan di procurargli una bottiglia di liquore di nascosto, poiché soffre di alcolismo. Ma il liquido si rivela letale per l’uomo e ne provoca la morte (si scoprirà poi che si trattava di una bottiglia di metanolo). Stan propone allora a Molly (Rooney Mara), una ragazza che si esibisce alla fiera e di cui si é innamorato, di andarsene insieme a lui per creare uno spettacolo di mentalismo. Sfruttando i trucchi di Pete, ben presto Stan e Molly diventano famosi nei circoli delle élite delle grandi città e si esibiscono ogni sera. In una di queste occasioni Stan conosce la dottoressa Lilith Ritter (Cate Blanchett), una psicanalista che tenta di metterlo alla prova dopo averne capito la truffa. I due decidono allora di fare un patto per riuscire a truffare i suoi ricchi pazienti, mescolando l’abilità di ingannatore di Stan e le informazioni della dottoressa.

 

Psicanalisi e illusione

Insegnando i suoi trucchi a Stan, Pete gli rivela come il talento del mentalista risieda nel sapere osservare le persone e di coglierne turbamenti, ansie e speranze. I problemi di ognuno sono tendenzialmente riconducibili a una persona cara ma ormai defunta, con cui il soggetto non ha potuto fare ammenda. Da qui ne deriva un grande senso di colpa: il mentalista, facendo leva su di esso, riesce a ingannare lo spettatore facendogli credere di avere doti mentali che gli permettono di comunicare con gli spiriti dei morti. La persona quindi sarà sempre più portata a credere a quanto gli viene detto o mostrato pur di tentare di mettere a tacere il suo tormento interiore. 

Non é poi così diverso il meccanismo della psicoterapia: nei dialoghi tra Stan e la dottoressa Ritter emerge più volte questa affinità tra le due pratiche, specie per il  fine di dare conforto. La stessa Ritter dimostra grande fascinazione per il lavoro del protagonista e, non a caso, é la prima e unica a scoprirne l’inganno. Come sottolineato da Stan, in un certo senso sono entrambi degli ingannatori: la psicanalisi cerca di razionalizzare e dare un senso all’inconscio, il mentalismo e lo spiritismo vi danno potere e credibilità. 

Anche per questo Nightmare Alley é una pellicola originale rispetto al cinema a cui Del Toro ci ha abituato. Per la prima volta il mostro non é un essere oscuro, sovrannaturale e non umano, ma é l’uomo stesso. Il regista indaga la natura umana con occhio critico e analitico, mostrandoci tutti i lati più oscuri della psiche e le pulsioni che spingono anche chi é all’apice del successo e della realizzazione personale alla rovina. Da qui la parabola dell’uomo-bestia: un soggetto relegato ai margini della società che viene ridotto ad attrazione con maltrattamenti e pratiche inumane, ma che potenzialmente potrebbe essere chiunque. Ciò che Del Toro sembra dirci é che ogni essere umano nasconde in sé un lato primitivo, bestiale, che può riemergere in varie forme e per le più svariate ragioni.

 

Tarocchi, sapere occulto e previsione

Sovrannaturale, spritismo e occultismo sono tematiche perfettamente coerenti con il cinema di Del Toro e percorrono in filigrana anche Nightmare Alley. Particolarmente ricorrente nella storia é la lettura dei tarocchi, introdotta per la prima volta quando il protagonista conosce Zeena, che gli propone di leggergli le carte.

La tradizione da cui il regista attinge é molto antica e radicata nella cultura esoterica; l’origine dei tarocchi in senso mistico e occulto viene fatta risalire addirittura all’Antico Egitto, da cui vennero diffusi in Europa nei secoli successivi. É necessario distinguere nei mazzi gli arcani minori da quelli maggiori, quelli più profondi e densi di significato. Tra questi una delle carte più note é sicuramente l’Appeso (The Hanged Man), che raffigura un uomo a testa in giù e appeso per una caviglia. Secondo l’esoterismo il suo significato non é, come si potrebbe pensare, negativo ma indica piuttosto stallo e stagnazione, da intendersi anche come possibilità di agire.

Quando Stan é all’apice della sua carriera incontra di nuovo Zeena e la donna gli propone una lettura dei tarocchi. Una delle carte che scopre é proprio l’Appeso, ma capovolto: predice sforzi e ambizioni nocive per raggiungere fama e successo, che non possono far altro che portare alla rovina. In un certo senso il destino di Stan é già scritto da metà pellicola e il pubblico attende di vederne la sorte pur avendola, di fatto, predetta. La trama in sé risulta dunque eccessivamente scontata e priva di grandi colpi di scena, ma il regista riesce a puntare su altri aspetti per creare una pellicola parzialmente riuscita.

 

 

Un grande pregio di Nightmare Alley é quello di riuscire a ipnotizzare e a incuriosire il pubblico per più di due ore, servendosi anche di un grande lavoro su fotografia, montaggio e musica. Le scenografie di Tamara Deverell, la colonna sonora di Nathan Johnson e la cinematografia di Dan Laustsen creano delle atmosfere ai limiti del reale, perfettamente coerenti con la storia e in cui gli spettatori sono chiamati a perdersi. Il film può anche contare sulla presenza di nomi celebri nel suo cast corale: memorabile é la performance di Cate Blanchett nei panni della dottoressa Ritter, una femme fatale carismatica e letale.

Candidato ai prossimi premi Oscar, Nightmare Alley potrebbe portare a casa diversi premi, ma anche se non sarà consacrato come miglior film rimarrà di certo uno degli apici della poetica e dell’universo cinematografico di Del Toro.

 

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