Le favole di Oscar Wilde

Uno dei momenti in cui il legame tra genitori e figli si fa più solido e piacevole è sicuramente la lettura di una favola. La bellezza di scenari e personaggi meravigliosi stimola fortemente l’immaginazione dei bambini che a quest’età è più florida che mai. Inoltre, la presenza di una morale promuove insegnamenti che sono fondamentali per la crescita del bambino. Tutto ciò lo sapeva Oscar Wilde che, grazie alla sua grande abilità letteraria, dilettava i suoi figli con favole di sua mano. Nonostante i problemi famigliari che si originarono dopo la confessione da parte di Wilde della sua omosessualità, i figli hanno mantenuto un bel ricordo del proprio padre. Questo grazie  anche all’atteggiamento di Wilde nei confronti dei suoi figli: sempre disposto a giocare, farli divertire e insegnare loro i valori della vita. E con la sua raccolta di favole, Il Principe felice e altri racconti, ha lasciato ai suoi figli e al mondo intero racconti bellissimi e insegnamenti unici e profondi. 

La storia della raccolta 

Oscar Wilde è stato una figura fondamentale per i propri figli, Cyril e Vyvyan, soprattutto durante l’infanzia. Tradizionalmente, all’epoca, il padre era una figura temuta e rispettata dai figli, con cui si manteneva un rapporto formale e freddo. Invece Oscar Wilde non si faceva tanti problemi a giocare con i propri figli, ignorando quella rigida compostezza tipica del cittadino inglese vittoriano. Un passatempo che legava Oscar ai suoi figli era di certo la lettura di favole. Wilde era solito leggere favole di Jules Verne e Stevenson, ma anche originarie della sua fantasia, che abbelliva per renderle uniche e attrattive. I primi destinatari e giudici delle favole erano i suoi figli, ma presto Wilde decise di pubblicarle in un raccolta. Così nacque Il principe e altri racconti: cinque racconti per bambini, dallo stile semplice e delicato, che conquistarono subito il cuore dei piccoli inglesi.

Dato il successo, anche se non ampio, Oscar Wilde decise di pubblicare una seconda raccolta di favole: Una casa di melograni. Differentemente dalla prima raccolta, la seconda è caratterizzata da uno stile più complesso, data la volontà dell’autore di raggiungere non solo gli infanti, ma anche i lettori adulti. Di fatto le storie di questa raccolta si presentano più articolate, elaborate, con significati e riferimenti non immediati da individuare. Nonostante l’impegno di Wilde e collaboratori artistici nella cura dell’aspetto esteriore delle favole, la pubblicazione della raccolta fu rovinata da un problema tecnico: le illustrazioni erano impossibili da vedere a causa di una stampa non andata a buon fine. Per questa ragione, la seconda raccolta ottenne scarso successo, rendendo le favole poco conosciute, anche tutt’oggi. 

Il Principe felice e altri racconti 

Il Principe felice e altri racconti è una raccolta di cinque favole, entrate nella cultura letteraria infantile, dato il loro successo. L’apprezzamento del pubblico, soprattutto infantile, è dovuto allo stile semplice e all’impostazione favolistica dei racconti. Una prosa così semplice che ha comportato l’inserimento di queste favole nelle antologie a uso di ragazzi stranieri per l’apprendimento basico dell’inglese. Ma ad aver conquistato il gusto infantile è soprattutto l’originalità di questi racconti. Di fatto Wilde, sebbene parta da basi topiche della letteratura favolistica, introduce elementi di modernità, come spunti critici sulla società.

Un altro elemento su cui Wilde fa leva per suscitare l’attenzione e l’ammirazione dei lettori è l’emotività. D’altronde, le favole mostrano tracce di quel che sarà poi l’estetismo di Wilde, l’esaltazione del bello. Di fatto le favole si distinguono per una descrizione e narrazione patetica, nel tentativo di suscitare la compassione e l’empatia dei lettori. Un chiaro esempio sono i gesti d’assoluto amore compiuti da alcuni personaggi, come la rondine e l’usignolo, de Il Principe Felice e L’usignolo e la rosa, che decidono di sacrificarsi per il bene altrui. Gesti nobili caratterizzano anche Il Gigante Egoista, in cui il gigante protagonista, mosso dalla bellezza giovanile e dai sentimenti che ne derivano, decide di mutare il suo atteggiamento burbero, divenendo generoso e gentile. Inoltre si assiste al trionfo della bontà in quanto la maggior parte delle favole si conclude con un lieto fine, rappresentato dalla presenza della dimensione divina cristiana, come ne Il Principe Felice e Il Gigante Egoista

Tuttavia, non è tutto rose fiori, in quanto sono presenti elementi di crudeltà a rappresentare le sfumature della natura umana. Infatti Oscar Wilde rappresenta sapientemente scene desolanti, come l’estrema povertà della città del Principe felice, l’egoismo del gigante e del Mugnaio de L’amico devoto. Non tutte le storie si concludono a buon fine: il giovane Hans muore per eccessivo altruismo, l’usignolo si sacrifica per un amore superficiale. Inoltre è presente una buona dose di ironia, per sottolineare i comportamenti controversi della società, specialmente ne Il Ragguardevole razzo

Una casa di melograni 

Alla raccolta Il Principe felice e altri racconti si aggiunge una seconda, intitolata Una casa di Melograni e composta da quattro racconti. Sebbene siano di numero inferiore rispetto alla prima raccolta, mostrano complessità e profondità nuove. Questo è dovuto dalla volontà di Wilde di raggiungere un pubblico più ampio, sia piccoli che grandi. Per questa ragione, Wilde impiega uno stile e una narrazione più articolata e approfondita. Allo stesso modo, però, Wilde mantiene l’impianto favolistico, rendendo i racconti belli e profondi

In queste favole, è maggiormente presente la critica della società e delle sue tendenze controverse. L’esaltazione della bontà che era principale nella prima raccolta, nella seconda viene meno. L’atteggiamento di Wilde è più incline alla denuncia, a evidenziare i mali che caratterizzano la società borghese. Per esempio, ne Il Giovane Re si mettono in evidenza lo sfruttamento e la miseria che sono dietro le ricchezze materiali di lusso. Particolare rilievo assume la descrizione critica della crudeltà degli atteggiamenti umani, in quanto consuetudini di alcuni contesti particolari. Per esempio, il disprezzo e l’accanimento dei ricchi nei confronti dei poveri, come ne Il Figlio delle Stelle, o di coloro che non rientrano nella normalità, come il nano de Il Compleanno dell’Infanta. Quest’ultima, in particolare, assume un tono tragico maggiore a quello delle altre favole, dato lo sviluppo narrativo che, in un crescendo del coinvolgimento emotivo, termina nei peggiori dei modi. D’altronde, viene definita dallo stesso Wilde: “Quanto a stile, la mia storia migliore.”

L’altra storia che senz’altro si distingue per la sua profondità, per quanto riguarda la narrazione e il suo significato, è Il Pescatore e la sua Anima. La più lunga delle favole di Wilde, questa racconta l’amore tragico di un pescatore che, pur di seguire il proprio amore, si priva dell’anima. La separazione permette a Wilde di dimostrare la corruzione dell’anima a causa dei mali della società, come la violenza, l’odio.

Favole moderne

Siamo soliti immaginare le favole come racconti fantastici che, attraverso avventure tortuose, insegnano principi e valori morali. E tutte le favole si concludono con un lieto fine, il trionfo del bene, che riesce sempre a sovrastare qualsiasi ostacolo. Le favole di Wilde non si distanziano da questi concetti di base, ma introducono aspetti moderni che le rendono più articolate. 

Innanzitutto, la morale presente nelle favole di Wilde è antitradizionale, ossia non rispecchia i valori tipici della borghesia. Anzi, in alcune favole, la morale borghese viene rovesciata per dimostrare di fatto la sua fallacia. Per esempio, il giovane Hans che ne Il Gigante Egoista rimane vittima dell’altruismo che i ricchi impongono ai poveri per tenerli al loro posto; o ne Il Pescatore e la sua Anima, in cui il pescatore perde il proprio amore, e quindi la sua felicità, per aver seguito la sua anima e i consigli di un prete. Allo stesso modo, a controbilanciare la critica sociale, vi è l’esaltazione dell’amore, percepito come un sentimento nobile che eleva lo spirito, spingendolo alla ricerca del bello. La bellezza è l’altro cardine su cui si basa la narrazione e l’ideologia di Wilde per la composizione delle sue favole. Pertanto, le favole di Wilde rappresentano una sintesi tra bene e male come a simbolizzare la vita. 


FONTI

Oscar Wilde, Il Principe Felice e altri racconti, Mondadori, 2016

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